La redazione degli atti amministrativi del Comune

Principi e tecniche
118,00 €
Disponibile

Autori Tiziano Tessaro

Pagine 740
Data pubblicazione Dicembre 2022
Data ristampa
ISBN 8891661241
ean 9788891661241
Tipo Cartaceo + iLibro
Sottotitolo Principi e tecniche
Collana Progetto Ente Locale
Editore Maggioli Editore
Dimensione 17x24
  • Spedizione in 48h
  • Paga alla consegna senza costi aggiuntivi

Autori Tiziano Tessaro

Pagine 740
Data pubblicazione Dicembre 2022
Data ristampa
ISBN 8891661241
ean 9788891661241
Tipo Cartaceo + iLibro
Sottotitolo Principi e tecniche
Collana Progetto Ente Locale
Editore Maggioli Editore
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La stesura di un atto amministrativo è operazione assai complessa e mai banale, né meccanica o ottusamente ripetitiva, ma che richiede la profonda conoscenza delle novità normative intervenute e della tecnica redazionale: né essa può essere disgiunta dallo stretto collegamento con le fondamentali nozioni di base.

Non è certamente un mistero, del resto, che la centralità dell’atto amministrativo e delle sue tecniche di redazione – lungi dall’individuazione di concetti teorici, elaborati spesso dalla dottrina sganciandosi dall’autentica realtà quotidiana sottostante – si ricava proprio dalla concreta analisi ordinamentale e dalla verifica della pratica amministrativa.

In questo, il volume, giunto alla XIII edizione, prende in considerazione le novità normative intervenute e le mette in stretto collegamento con un impianto e uno strumentario collaudato, caratterizzato da un minuzioso iter descrittivo dei vari elementi formali che compongono un provvedimento, così come delle fasi che conducono alla sua concreta redazione.

Accanto ad argomenti per così dire “tradizionali” (ma non per questo privi di insidie sul versante operativo), come gli impegni di spesa c.d. armonizzati, o l’inserimento dei dati personali negli atti (in ossequio alle regole sulla loro tutela e protezione), o anche i microacquisti e gli atti di affidamento diretto, ve ne sono molti altri, come quelli scaturenti dalle nuove competenze e dai poteri dei dirigenti e dei responsabili di procedimento previste dal nuovo CCNL, o dal riparto di compiti dettato dal PIAO; né manca, nel testo, l’analisi delle ripercussioni sul piano pratico dettate dall’introduzione dei nuovi controlli, quali, ad esempio, quelli sugli atti di costituzione delle società partecipate (art. 5, comma 3, del TUSP).

L’intento dell’Autore si palesa immutato rispetto alle precedenti edizioni: fornire una guida ragionata alle modalità pratiche di stesura dell’atto, collegando le nozioni teoriche rilevanti sul punto a quelle più strettamente operative.

Esso si traduce quindi nell’esposizione minuziosa dei passaggi formali e sostanziali, caratterizzata dalla fusione di elementi teorici e pratici, per giungere a una stesura che renda immune l’atto dai vizi di legittimità di cui troppo spesso è agevole riscontrare, nella pratica, il verificarsi.

L’opera è completata da un ricco formulario online che contiene circa 200 modelli predisposti dai più qualificati esperti nelle materie degli enti locali.

Tiziano Tessaro
Consigliere della Corte dei conti, direttore della rivista “Comuni d’Italia” e del quotidiano online “La Gazzetta degli enti locali”, docente all’Università degli Studi Ca’ Foscari di Venezia, alla Scuola di Specializzazione in Scienze dell’Amministrazione SPISA di Bologna, all’Università degli Studi di Udine e all’Università di Brescia. Docente in corsi di formazione per funzionari delle pubbliche amministrazioni e alla Scuola di Alta formazione della Corte dei conti. Autore di pubblicazioni in materia.

Con 200 modelli di atti personalizzabili sempre aggiornati fino al 31 dicembre 2023

ACCESSO GRATUITO AL CORSO ONLINE Tecniche di redazione degli atti amministrativi (10 ore di formazione)

L’acquisto dell’opera include l’accesso alla versione digitale iLibro che permette: • la consultazione online; • l’utilizzo del motore di ricerca per parola e concetti all’interno del volume; • il collegamento diretto alla normativa (sempre aggiornata e in multivigenza), alla prassi e alla giurisprudenza citate nel testo.

Presentazione, di Luciano Vandelli

Prefazione alla dodicesima edizione

Prefazione alla tredicesima edizione

Introduzione

Oggetto del presente lavoro

1.1. Profili funzionali

1.2. Profili strutturali

Consigli per l’uso

Parte Prima LA TEORIA DEGLI ATTI E DEL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO

Capitolo I GLI ATTI AMMINISTRATIVI

Definizione di atto amministrativo Gli elementi essenziali degli atti amministrativi

2.1. Il soggetto agente

2.2. L’oggetto

2.3. Il contenuto

2.4. La forma

2.5. La volontà

2.6. Il fine tipico cui l’atto è rivolto

Gli elementi accidentali Classificazione degli atti amministrativi

4.1. In base al soggetto

4.1.1. Gli atti collegiali

4.1.2. Atto semplice e atto composto

4.1.3. Atti del Comune, della Provincia, ecc.

4.1.4. Secondo l’organo agente: il concetto di competenza  

4.2. Secondo la volontà

4.2.1. Provvedimenti e meri atti

4.2.2. Discrezionalità amministrativa e discrezionalità tecnica

4.3. In base al contenuto

4.4. In base all’oggetto

4.5. In base alla forma

4.6. In base alla funzione

4.7. In base agli elementi accidentali

Capitolo II I VIZI DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

Patologia degli atti amministrativi Una prima classificazione: nullità, illegittimità, inefficacia

2.1. La nullità e l’inesistenza

2.1.1. Le conseguenze della nullità

2.2. La classificazione dei vizi di legittimità

2.2.1. L’incompetenza relativa

2.2.2. L’eccesso di potere

2.2.3. La violazione di legge

2.2.4. Le conseguenze dell’illegittimità

2.2.5. L’irregolarità

2.3. L’inefficacia

2.3.1. Le conseguenze dell’inefficacia

La seconda classificazione: i vizi con riguardo agli elementi es­senziali

3.1. Casi di nullità

3.1.1. Con riguardo al soggetto

3.1.2. Con riguardo all’oggetto

3.1.3. Con riguardo alla forma  

3.1.4. Con riguardo alla volontà

3.1.5. Con riguardo al contenuto

3.1.6. Con riguardo alla finalità

3.2. Casi di illegittimità

Una terza classificazione: i vizi di legittimità e i vizi di merito

Capitolo III I RIMEDI AI VIZI DELL’ATTO AMMINISTRATIVO

Il concetto di autotutela La distinzione tra gli atti di autotutela

2.1. La caducazione dell’atto

2.1.1. L’annullamento

2.1.1.1. In generale

2.1.1.2. Presupposti dell’annullamento d’ufficio

2.1.1.3. ... e sua distinzione dalle altre tipologie di annul­lamento  

2.1.1.4. L’annullamento in sede di controllo, l’annulla­mento su ricorso e l’annullamento governativo

2.1.1.5. Breve riepilogo

2.1.2. La revoca

2.1.3. La sospensione

2.1.4. La rimozione

2.1.5. Il mero ritiro (o ritiro in senso stretto)

2.1.6. La rettifica

2.2. La conservazione dell’atto

2.2.1. La sanatoria in senso stretto

2.2.2. La convalida

2.2.2.1. Emendabilità tramite convalida del vizio di mo­tivazione

2.2.3. La conferma, l’atto meramente confermativo, la ra­tifica, la rinnovazione

2.2.4. La conversione

2.2.5. La sanatoria per raggiungimento dello scopo

2.2.6. La ascrivibilità delle varie ipotesi alla fattispecie contemplata dall’art. 21-nonies, comma 2 della leg­ge 241/90

Capitolo IV IL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO

Definizione Elementi essenziali

2.1. La fase preparatoria

2.1.1. L’iniziativa

2.1.2. Procedimenti a istanza di parte

2.1.3. Procedimenti d’ufficio

2.1.4. L’avvio, il termine del procedimento e la comunica­zione del responsabile

2.1.4.1. L’avvio del procedimento

2.1.4.1.1. Le conseguenze

2.1.4.1.2. Il preavviso di rigetto

2.1.4.2. L’indicazione del termine

2.1.4.3. L’eventuale proroga del termine. Casi e limiti

2.1.5. L’istruttoria

2.1.5.1. Scopi e principi generali dell’istruttoria ammini­strativa nella dottrina amministrativistica

2.1.5.2. L’articolazione della fase istruttoria in generale

2.1.5.3. L’acquisizione di atti istruttori

2.1.5.4. Gli obblighi istruttori del responsabile del proce­dimento

2.1.5.5. La valutazione di memorie e documenti e la sti­pula di accordi

2.1.5.5.1. La previsione dell’art. 17-bis della legge 241/90

2.2. La fase costitutiva

2.2.1. Procedimenti monocratici e collegiali

2.3. La fase integrativa dell’efficacia

2.3.1. L’immediata efficacia  

2.3.2. La pubblicazione

2.3.3. Il rispetto delle disposizioni previste dalla normati­va sulla privacy

2.3.4. La notificazione

2.3.5. Il controllo e le sue residue forme

Classificazione

3.1. Il procedimento deliberativo in generale

3.2. La fase preparatoria

3.2.1. La fase dell’iniziativa: la convocazione

3.2.2. La fase istruttoria

3.3. La fase costitutiva

3.3.1. La fase dell’adunanza. Il quorum strutturale

3.3.2. La fase della votazione. Il quorum funzionale

3.4. La fase integrativa dell’efficacia

3.4.1. Le condizioni perché l’atto divenga efficace

Capitolo V I VIZI DEL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO

La patologia del procedimento amministrativo

1.1. Vizi inerenti alla fase preparatoria

1.1.1. I vizi degli atti presupposti

1.1.2. L’omissione della comunicazione di avvio e del pre­avviso di rigetto

1.1.2.1. L’omissione dell’indicazione del responsabile del procedimento

1.1.2.2. L’inosservanza del termine per la conclusione del procedimento

1.2. Vizi inerenti alla fase costitutiva

1.3. Vizi inerenti alla fase integrativa dell’efficacia

1.4. La sanatoria dei vizi del procedimento

L’inammissibilità e l’improcedibilità: le delibere dell’Ente locale e il rapporto con il Documento unico di programmazione

2.1. Profili soggettivi

2.2. Fattispecie concrete di inammissibilità e improcedibilità  

Capitolo VI LA DOCUMENTAZIONE AMMINISTRATIVA.ORIGINALI, COPIE, DOCUMENTO INFORMATICO, ANALOGICO

Premessa

1.1. Il concetto di documento amministrativo

1.2. L’originale e la copia del documento analogico

1.3. L’originale del documento informatico

1.4. La formazione dei documenti

1.5. La copia del documento informatico

Parte Seconda LE CARATTERISTICHE GENERALI DEGLI ATTI COMUNALI

Capitolo I LA DELIBERA, L’ORDINANZA, IL DECRETO, LA DETERMINAZIONE IN GENERALE

La delibera, l’ordinanza, il decreto, la determinazione come atto e come procedimento

1.1. Premessa

Come atti amministrativi

2.1. Sotto il profilo del soggetto

2.1.1. Organo agente

2.1.2. Atti collegiali e atti monocratici

2.2. Sotto il profilo dell’oggetto

2.3. Sotto il profilo della forma

2.3.1. Gli elementi formali necessari di ciascun atto del Comune

2.4. Sotto il profilo del contenuto

2.5. Sotto il profilo della volontà

2.6. Sotto il profilo del fine tipico cui l’atto è rivolto

2.7. L’ammissibilità di clausole accidentali

Capitolo II PROFILI PATOLOGICI E PROCEDIMENTALI DEGLI ATTI DEL COMUNE

I vizi delle deliberazioni comunali, delle ordinanze, delle deter­minazioni I rimedi ai vizi

2.1. I rimedi ai vizi delle deliberazioni comunali

2.2. I rimedi ai vizi delle ordinanze, dei decreti e delle determi­nazioni

Le deliberazioni, i decreti, le ordinanze, le determinazioni come procedimento amministrativo Riepilogo degli elementi formali attraverso i quali si estrinseca­no i provvedimenti comunali

Parte Terza GLI ATTI DEGLI ORGANI COLLEGIALI DEL COMUNE

Capitolo I LA DISAMINA DEI SINGOLI ELEMENTI FORMALI DELLE DELIBERAZIONI

Oggetto dell’analisi Gli elementi formali attraverso i quali si estrinseca il contenuto necessario della deliberazione Il collegamento con gli elementi dell’atto amministrativo e le fasi del procedimento Avvertenze generali per lo studio e la redazione di un atto ammi­nistrativo deliberativo

Capitolo II L’INTESTAZIONE

Gli elementi che rilevano per l’intestazione Il concetto di competenza Il riparto di competenze in generale

3.1. Il primo principio: la separazione tra indirizzo e gestione

3.2. Le caratteristiche degli atti di indirizzo e degli atti di gestione

3.3. Il secondo principio: l’autonomia normativa comunale in tema di competenze degli organi

3.4. Lo Statuto  

3.4.1. In generale

3.4.2. ... e nello specifico. La previsione del testo unico de­gli Enti locali

3.4.3. I contenuti dello Statuto dopo la riforma costituzio­nale e la legge 131/2003

3.4.3.1. Dopo la revisione costituzionale

3.4.3.2. Dopo la legge 131/2003

3.4.3.3. La collocazione nel sistema delle fonti dello Sta­tuto. La tesi della sua natura regolamentare e il principio di gerarchia delle fonti

3.4.3.4. La tesi della natura subprimaria o atipica dello Statuto. Il principio di competenza e la c.d. riser­va di Statuto

3.4.3.5. La tesi intermedia

3.4.3.6. L’interpretazione della Corte costituzionale

3.5. I regolamenti comunali

Il riparto di competenza in particolare. La competenza del Con­siglio

4.1. Premessa. La fonte. La competenza in base all’art. 42 del testo unico

4.2. Caratteristiche generali

4.3. Individuazione

4.3.1. Gli atti fondamentali

4.3.1.1. Atti che sono manifestazione di volontà

4.3.1.2. Atti che sono manifestazione di scienza o di giu­dizio

4.3.1.3. Atti di indirizzo

4.3.2. La surrogazione della competenza esclusiva del Consiglio

4.3.3. Altre competenze del Consiglio previste dall’ordina­mento

La competenza della Giunta

5.1. Premessa. La fonte

5.2. Caratteristiche

5.3. Individuazione

5.3.1. Competenza propria

5.3.2. Le competenze di programmazione intermedia

5.3.2.1. Le competenze nell’ottica finanziaria (d.lgs. 118/2011): il Piano esecutivo di gestione

5.3.2.2. Le competenze nell’ottica della legge anticorru­zione 190/2012: il Piano triennale di prevenzione della corruzione

5.3.2.3. Dalle competenze di programmazione interme­dia alle competenze di pianificazione integrata: il Piano integrato di attività e organizzazione

5.3.2.4. I piani soppressi

5.3.2.5. In particolare, il rapporto con il PEG

5.3.2.6. Il rapporto con gli altri piani e il problematico rap­porto con il DUP e i piani di competenza consilia­re

5.3.3. Altre competenze

5.3.4. Tassative competenze gestionali

5.3.5. La competenza surrogatoria

5.3.6. L’eccezione: le variazioni di bilancio attribuite dal d.lgs. 118/2011 specificamente alla competenza di­rigenziale

La competenza dei dirigenti

6.1. Premessa. La fonte

6.1.1. I compiti dirigenziali e la presidenza delle commis­sioni di gara

6.2. Caratteristiche

Casi di confine

7.1. Premessa

7.2. Le materie a competenza ripartita tra Consiglio e Giunta. Rassegna di casi

7.2.1. In tema di opere pubbliche

7.2.1.1. L’approvazione dei progetti esecutivi. La regola

7.2.2. I piani attuativi

7.2.3. La materia tariffaria

7.2.4. Gli altri casi dubbi

7.2.4.1. In tema di concessioni

7.2.4.2. In tema di commercio

7.2.4.3. In tema di beni immobili

7.3. Tra Consiglio e dirigenti

7.3.1. L’assunzione di mutui

7.3.1.1. L’attivazione di swap

7.3.2. Indennità dei Consiglieri e della Giunta

7.3.3. La potestà regolamentare e in materia di dotazioni organiche

7.4. Tra Giunta e dirigenti

7.4.1. L’approvazione delle perizie

7.4.2. Nomina delle commissioni di concorso

7.4.3. Competenze di controllo

7.4.4. Erogazione di contributi

7.4.5. Altre competenze dei dirigenti

7.5. La problematica distinzione tra atti di governo e atti di ge­stione

7.5.1. Individuazione delle fattispecie critiche

7.5.1.1. Fattispecie demandate dal legislatore necessa­riamente alla revisione statutaria

7.5.1.2. Altre fattispecie da sottoporre alla revisione sta­tutaria

7.5.2. Il passaggio di competenze gestionali dagli organi politici ai dirigenti e l’art. 107, comma 5

7.5.2.1. Il meccanismo per il passaggio di competenze: au­tomatico o lasciato alla mediazione statutaria?

7.5.2.2. ... e la pretesa natura gestionale degli atti

7.5.2.3. Conseguenze operative: la formulazione del di­spositivo. Rinvio

Caratteristiche riassuntive delle competenze degli organi comu­nali

8.1. Le competenze gestionali nei piccoli Comuni

La legittimazione L’oggetto

Capitolo III IL PREAMBOLO

Contenuto del preambolo La fase dell’iniziativa nel procedimento deliberativo: la proposta di deliberazione

2.1. Il concetto di proposta

2.1.1. L’organo deputato a esprimere la proposta

2.1.2. Le conseguenze in caso di assenza della proposta   

2.1.3. Le eccezioni al principio, ovvero la possibile assen­za della proposta

2.2. La fase istruttoria

2.2.1. I presupposti di fatto

2.2.2. Gli atti della fase istruttoria e la loro distinzione

2.3. Il parere

2.3.1. Il concetto di parere

2.3.2. La distinzione tra i pareri

2.3.3. I pareri obbligatori previsti dall’art. 49 t.u.

2.3.4. Individuazione dei pareri obbligatori ex art. 49 t.u. da esprimere sulla proposta di deliberazione

2.3.4.1. Il parere di regolarità tecnica

2.3.4.2. Il parere di regolarità contabile

2.3.5. L’organo deputato a esprimere il parere tecnico e contabile

2.3.5.1. L’espressione del parere tecnico e contabile in as­senza di funzionari

2.3.6. Il termine per rendere i pareri

2.3.7. Il parere favorevole

2.3.8. Il parere non favorevole

2.3.9. L’assenza dei pareri

2.3.9.1. L’impossibilità di procedere in caso di mancanza a una loro sanatoria

2.3.10. La forma del parere

2.3.11. Il parere dell’organo di revisione

2.3.11.1. Le fattispecie in cui deve essere espresso il pare­re dell’organo di revisione  

2.3.11.2. Il parere sul bilancio di previsione e le relative variazioni in particolare  

2.3.12. I pareri facoltativi

Capitolo IV LA MOTIVAZIONE

La definizione di motivazione

1.1. Oggetto

1.2. La motivazione dell’atto deliberativo come elemento essen­ziale e la sua distinzione dalle dichiarazioni di voto e dall’e­lemento volitivo

1.3. Il contenuto della motivazione

1.3.1. Carattere polifunzionale della motivazione e riflessi della violazione dell’art. 3 l. n. 241 sulla validità del provvedimento

1.3.1.1. La convalida della motivazione e il problema dell’esercizio del potere in corso di giudizio  

1.3.2. Motivazione e giustificazione

1.3.3. I presupposti di fatto

1.3.4. Le ragioni giuridiche

1.3.5. Le risultanze dell’istruttoria

1.4. L’ammissibilità della motivazione per relationem

1.4.1. La disponibilità dell’atto richiamato

1.5. La motivazione dei provvedimenti contenenti “catego­rie particolari di dati personali” (ai sensi dell’art. 9, Reg. (UE) 2016/679, ex dati sensibili) e “dati personali relativi a condanne penali e reati” (ai sensi dell’art. 10, Reg. (UE) 2016/679, ex dati giudiziari). Il d.lgs. 10 agosto 2018, n. 101. La loro pubblicazione

Capitolo V L’ELEMENTO VOLITIVO

Oggetto e definizione

1.1. Convocazione, quorum costitutivo e decadenza

La fase della convocazione

2.1. I soggetti deputati alla convocazione

2.2. Modalità di convocazione

2.3. Termini per il recapito degli avvisi di convocazione ed elen­co degli oggetti da trattare

2.3.1. La convocazione ordinaria

2.3.2. La convocazione d’urgenza

2.4. Lo scopo dell’istituto della convocazione e la sanatoria dei vizi relativi

2.5. La pubblicazione degli argomenti all’Albo dell’Ente

La fase dell’adunanza

3.1. Il quorum strutturale in prima convocazione

3.2. Il quorum strutturale in seconda convocazione

3.3. Sedute segrete e pubbliche

3.4. Svolgimento dei lavori

3.5. La votazione

3.6. La votazione palese

3.7. L’obbligo dell’astensione

3.7.1. La votazione segreta

3.7.2. Il computo dei votanti e l’indicazione di presenti, votanti, favorevoli, astenuti, contrari

3.7.2.1. La diversità di regole tra le votazioni segrete e quelle palesi

3.7.3. La proclamazione dei risultati

3.8. La disciplina delle sedute della Giunta comunale

3.9. Le sedute degli organi collegiali durante la fase emergen­ziale (e successiva)

Capitolo VI LA PARTE DISPOSITIVA

In generale

1.1. Individuazione della casistica

1.2. Casi di delibere costituenti mero atto di indirizzo

1.2.1. Indicazioni di casi

1.3. Equiparazione con le delibere costituenti manifestazioni di giudizio

1.3.1. Indicazioni di casi

1.4. Casi in cui la delibera non è mero atto di indirizzo, ma non comporta riflessi diretti o indiretti sulla situazione econo­mico-finanziaria o sul patrimonio dell’Ente

1.5. Casi di delibere che comportino riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio dell’Ente. Indicazioni di casi

1.5.1. Le ipotesi di “riflessi indiretti”

1.5.2. Le ipotesi di “riflessi diretti”. I casi di assunzione di impegno di spesa mediante delibere

1.6. I casi eccezionali di impegni assunti dalla Giunta e dal Con­siglio

1.6.1. Elencazione dei casi di competenza gestionale del Consiglio

1.6.2. Elencazione dei casi di competenza gestionale della Giunta

1.6.3. Conseguenze operative. La formulazione del dispo­sitivo in concreto

1.6.3.1. Conseguenze operative nella formulazione del dispositivo

1.6.3.2. Le conseguenze dovute al nuovo visto previsto dall’art. 183, comma 8, del d.lgs. 267/2000 intro­dotto dal d.lgs. 126/2014

1.6.4. L’indicazione obbligatoria della spesa da impegna­re

1.6.5. Il concetto generale di impegno. Rinvio

Il dispositivo delle deliberazioni che contengono “categorie particolari di dati personali”, ovvero i precedenti dati sensibili (d.lgs. 101/2018)

Capitolo VII LA NUMERAZIONE E SOTTOSCRIZIONE DELLA DELIBERAZIONE E LA FASE INTEGRATIVA DELL’EFFICACIA

La numerazione e sottoscrizione delle deliberazioni

1.1. La sottoscrizione come elemento essenziale dell’atto scrit­to

1.2. Le tipologie di firme

1.3. Le fonti normative relative alla c.d. firma digitale  

1.4. Gli effetti della firma

1.4.1. Gli effetti della sottoscrizione con firma elettronica avanzata, qualificata o digitale

La fase integrativa dell’efficacia

2.1. La pubblicazione

2.1.1. Scopi della pubblicazione

2.1.2. I soggetti deputati alla pubblicazione delle delibera­zioni

2.1.2.1. Pubblicazione ed esecutività delle delibere

2.1.3. Rapporti con il principio della pubblicità previsto dal d.lgs. 33/2013

2.2. La fase del controllo

2.2.1. Il controllo eventuale

2.2.1.1. Il controllo a istanza dei Consiglieri

2.2.1.2. Il controllo a istanza del Prefetto

2.2.2. Il nuovo “controllo” operato dall’art. 5, comma 3, del t.u.s.p. sugli atti deliberativi di costituzione di una società o di acquisizione di una partecipazione (diretta o indiretta)

2.3. Le delibere non sottoposte a controllo

2.4. L’immediata eseguibilità

Capitolo VIII IL VERBALE DELLA DELIBERAZIONE

Redazione e contenuto del verbale

1.1. La nozione e la funzione di verbale

1.2. L’efficacia probatoria

1.3. Natura giuridica

1.3.1. Conseguenze pratiche della distinzione

1.3.1.1. Sotto il profilo del contenuto: l’autonomia del verbale rispetto alla deliberazione

1.3.1.2. Sotto il profilo della classificazione degli atti am­ministrativi

1.3.1.3. Sotto il profilo soggettivo: la competenza a redi­gere il verbale

1.3.1.4. Sotto il profilo della rettificabilità

1.4. Principi regolanti la redazione del verbale

1.4.1. Il momento della verbalizzazione

1.4.2. Il brogliaccio

1.4.3. Il contenuto necessario del verbale: la completezza

1.4.4. La sottoscrizione del verbale

1.4.5. L’originale e le copie

1.4.6. L’interpretazione del verbale

1.4.7. Considerazioni finali. Riepilogo sintetico degli ele­menti che dovranno essere inseriti nel verbale

Parte Quarta GLI ATTI DEGLI ORGANI MONOCRATICI DEL COMUNE

Capitolo I LE ORDINANZE DEL SINDACO E DEI DIRIGENTI: IN GENERALE

Le ordinanze del Sindaco e dei dirigenti: loro definizione e di­stinzione Le ordinanze come atto amministrativo

2.1. Elementi accidentali

2.1.1. Il termine nell’ordinanza contingibile e urgente

Il procedimento per l’emanazione di un’ordinanza come proce­dimento amministrativo

3.1. La fase preparatoria

3.1.1. La fase dell’iniziativa

3.1.1.1. L’avvio del procedimento e la comunicazione del responsabile

3.1.2. La fase istruttoria

3.2. La fase costitutiva

3.3. La fase integrativa dell’efficacia

3.3.1. Le sanzioni

Il collegamento con gli elementi dell’atto amministrativo e le fasi del procedimento

Capitolo II LE ORDINANZE CONTINGIBILI E URGENTI

Ipotesi di ordinanze contingibili e urgenti Gli ulteriori casi e le specificazioni contenute nel decreto leg­ge 20 febbraio 2017, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 aprile 2017, n. 48. Le nuove ordinanze contingibili e urgenti

2.1. Gli elementi formali attraverso i quali si esternano le ordi­nanze contingibili e urgenti

2.2. La data, il luogo e la sottoscrizione

2.3. L’intestazione

2.3.1. La competenza ad emanare gli atti contingibili e ur­genti e la relativa imputazione

2.3.2. Esclusione della possibilità di delega ai dirigenti

2.3.3. La delegabilità e la sostituzione del Sindaco

2.3.4. I casi di sostituzione del Sindaco

2.3.5. Il concetto di delega

2.3.6. Gli organi delegati dal Sindaco

2.3.7. Gli effetti della delega

2.3.7.1. Ascrivibilità al Sindaco della responsabilità per la funzione delegata

2.3.8. Principi valevoli in tema di delega

2.4. Il preambolo

2.4.1. La proposta

2.4.2. L’assenza di pareri

2.4.3. La preventiva comunicazione al Prefetto

2.5. La motivazione

2.5.1. I presupposti

2.5.2. La necessità e l’urgenza

2.5.3. Il pericolo di danno

2.5.3.1. La rilevanza dell’istruttoria nelle ordinanze con­tingibili e urgenti

2.5.4. Ambito oggettivo diversificato

2.5.5. Efficacia limitata nel tempo

2.5.6. Il rispetto dei principi generali dell’ordinamento

2.5.7. La comparazione degli interessi in vista del perse­guimento dell’interesse pubblico e la finalità di pre­venire gravi danni ai cittadini

2.5.8. Territorialità  

2.6. La manifestazione di volontà e il contenuto dispositivo

2.6.1. L’indicazione dell’autorità e dei termini per ricorre­re

2.7. L’efficacia delle ordinanze

2.7.1. La pubblicazione e/o la notificazione; la loro non sottoposizione a controllo

2.7.1.1. L’identificazione del destinatario

2.7.2. L’esecuzione dell’ordinanza e le sue modalità

2.7.3. L’esecuzione d’ufficio in caso di inadempienza

2.7.4. La sanzione penale

Capitolo III LE ORDINANZE NORMALI

Definizione di ordinanza normale

1.1. Gli ulteriori casi e le specificazioni contenute nel decreto legge 20 febbraio 2017, n. 14, convertito, con modificazio­ni, dalla legge 18 aprile 2017, n. 48. La previsione di ordi­nanze normali

1.2. Le ulteriori specificazioni introdotte con il decreto legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito con modificazioni dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132

Gli elementi formali attraverso i quali si esternano le ordinanze normali

2.1. La data, il luogo e la sottoscrizione

2.2. L’intestazione

2.2.1. La competenza all’adozione delle ordinanze norma­li

2.2.1.1. L’imputazione degli atti

2.2.2. Permanenza o meno del potere di ordinanza nor­male al Sindaco: due tesi

2.2.2.1. Prima tesi

2.2.2.2. Seconda tesi

2.2.2.3. Conclusioni

2.2.3. Possibilità di delega ai dirigenti

2.2.4. Esclusione della delega in materia di competenza statale

2.3. Il problema delle ordinanze-ingiunzioni

2.3.1. Il procedimento per l’emanazione delle ordinanze-ingiunzioni

2.3.2. Caratteristiche del procedimento

2.4. Il preambolo

2.4.1. La proposta

2.4.2. L’assenza di pareri  

2.5. La motivazione

2.5.1. I presupposti delle ordinanze normali

2.5.2. La violazione di leggi e regolamenti

2.5.3. Ambito oggettivo non limitato

2.5.4. L’assenza di limiti temporali

2.6. La manifestazione di volontà e il contenuto dispositivo dell’atto

2.6.1. L’indicazione dell’autorità e dei termini per ricorre­re

2.7. L’efficacia delle ordinanze normali

2.7.1. La pubblicazione e/o la notificazione; la non sotto­posizione a controllo delle ordinanze normali

2.7.2. L’esecuzione e le sue modalità

2.7.3. L’esecuzione d’ufficio in caso di inadempienza: esclusione

I rimedi in via di autotutela ai vizi delle ordinanze

Capitolo IV GLI ALTRI ATTI DEL SINDACO

Gli altri casi di ordinanze L’elencazione delle principali ipotesi L’ipotesi contenuta nell’art. 7 della legge 2248/1865 Gli elementi formali attraverso i quali si estrinsecano le ordi­nanze previste dall’art. 7 della legge n. 2248/1865, all. E

4.1. I presupposti

4.2. Gli elementi dell’atto

4.2.1. Il soggetto

4.2.2. L’oggetto

4.2.3. La forma

4.2.4. La volontà

4.2.5. La finalità

4.2.6. Il contenuto

4.2.7. Il termine

L’efficacia delle ordinanze Gli altri atti del Sindaco. I decreti

6.1. Individuazione di talune competenze del Sindaco  

6.1.1. Competenze in materia di nomine di rappresentanti del Comune presso Enti, aziende e istituzioni

6.1.2. Nomine dei membri delle commissioni

6.2. Struttura

Capitolo V LE DETERMINAZIONI DEI DIRIGENTI E DEI RESPONSABILI DEI SERVIZI

Premessa generale

1.1. La distinzione di competenze tra l’organo politico e l’orga­no burocratico

1.2. Problemi applicativi

1.3. Le determinazioni in generale  

Le determinazioni di spesa dei dirigenti e dei responsabili dei servizi

2.1. La fase della programmazione generale e di dettaglio: il bi­lancio e il PEG

2.1.1. I requisiti del PEG

2.1.2. I casi di esclusione del PEG

2.2. Il momento della gestione

La determinazione come atto amministrativo

3.1. Soggetto

3.1.1. La derogabilità delle competenze dirigenziali

3.1.2. La necessaria transitorietà dell’attribuzione di fun­zioni al Segretario

3.1.3. Gli atti gestionali del Segretario comunale: loro in­dividuazione

3.1.4. L’individuazione in concreto del soggetto abilitato all’adozione delle determinazioni

3.1.4.1. La qualifica minima del personale da individua­re come responsabile del servizio

3.1.4.2. La situazione dopo il nuovo CCNL Enti locali

3.2. I rapporti interorganici e le fattispecie tipiche di sposta­mento della competenza. Delega, sostituzione per assen­za, avocazione, surrogazione per inerzia, sostituzione per astensione

3.2.1. La delegabilità delle funzioni dirigenziali  

3.2.1.1. La differenza tra delegabilità e sostituzione

3.2.2. L’avocazione della competenza all’adozione della determina

3.2.3. La surrogazione  

3.2.4. La necessaria sostituzione del responsabile del pro­cedimento per via dell’obbligo di astensione

3.3. L’oggetto delle determinazioni

3.4. Il contenuto

3.4.1. Il concetto di impegno di spesa, di obbligazione, di prenotazione

3.4.1.1. Il concetto di impegno

3.4.1.2. Le regole per l’assunzione di impegni

3.4.1.3. L’obbligazione

3.4.1.4. La prenotazione di impegno

3.4.1.5. Casi particolari di impegno di spesa

3.5. L’elemento della volontà

3.6. La finalità

3.7. La forma

Il procedimento per l’emanazione di una determinazione

4.1. Il procedimento per l’emanazione di una determinazione come procedimento amministrativo: cenni generali

4.2. La fase preparatoria del procedimento

4.2.1. La fase dell’iniziativa

4.2.2. La fase istruttoria

4.3. La fase costitutiva

4.4. La fase integrativa dell’efficacia

Gli elementi formali attraverso i quali si estrinseca la determina­zione Il collegamento con gli elementi dell’atto amministrativo e le fasi del procedimento La disamina dei singoli elementi formali

7.1. La data e il numero. La protocollazione

7.2. La sottoscrizione

7.3. L’intestazione

7.4. Il preambolo

7.4.1. La proposta

7.4.2. L’assenza di pareri

7.5. La motivazione

7.5.1. I presupposti

7.5.2. La motivazione degli acquisti di beni e servizi

7.5.2.1. La disciplina

7.5.2.2. Le tipologie di ricorso al mercato elettronico

7.5.2.3. La diversa latitudine della motivazione degli ac­quisti di beni e servizi

7.5.2.4. Le conseguenze: la responsabilità

7.5.2.5. Le condizioni procedurali: obblighi e facoltà

7.5.2.6. Il criterio del valore  

7.5.2.7. Le due soglie di valore per gli affidamenti diretti

7.5.2.8. I corrispondenti obblighi motivazionali  

7.5.2.9. La motivazione degli acquisti al di sotto dei 139.000 euro

7.5.2.10. La motivazione degli affidamenti di modico va­lore o affidamenti effettuati nel rispetto di appo­sito regolamento

7.5.2.11. I casi consentiti di mancato ricorso alla conven­zione Consip  

7.5.2.12. L’acquisizione obbligatoria dell’autocertificazione

7.6. Il contenuto dispositivo

7.6.1. In generale

Efficacia ed esecutività delle determinazioni

8.1. La pubblicazione

8.2. L’attestazione di copertura finanziaria

8.2.1. In generale

8.2.2. Il contenuto e la natura dell’attestazione della co­pertura finanziaria

8.2.3. Il funzionario deputato a rilasciare l’attestazione

8.2.4. L’assenza dell’attestazione di copertura finanziaria e le conseguenze per la determinazione

8.2.5. Le conseguenze per il funzionario

8.2.6. Il nuovo visto previsto dall’art. 183, comma 8, del decreto legislativo 267/2000

8.3. La non sottoposizione delle determinazioni a controllo

8.4. Obblighi di comunicazione

8.4.1. Il controllo successivo previsto dall’art. 147-bis del t.u.e.l.

8.5. L’esecuzione delle determinazioni

Altri esempi di determinazione. Gli atti di amministrazione e gestione del personale

9.1. Determinazioni in materia di personale e di appalti

9.1.1. In particolare: gli atti di gestione del rapporto di la­voro  

9.2. La necessaria previsione del DUP: l’esempio della program­mazione triennale del fabbisogno di personale

Il rapporto tra le determinazioni e gli atti di programmazione politici

10.1. Casi di determinazioni adottabili senza atti di indirizzo

Distinzione tra determinazioni in relazione all’atto presupposto

11.1. Determinazioni precedute unicamente da un atto fonda­mentale di Consiglio comunale a monte

11.2. Determinazioni precedute sia da atto fondamentale a mon­te di Consiglio comunale sia da atto di pianificazione inter­medio di Giunta

Determinazioni adottabili senza atto fondamentale né di pro­grammazione Distinzione delle determinazioni in prospettiva procedimentale Conseguenze I rimedi ai vizi della determinazione Le determinazioni di spesa degli Assessori e della Giunta per i Comuni con meno di 5.000 abitanti Parte Quinta NOTE PRATICHE PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI COMUNALI

Capitolo I LE DELIBERAZIONI

Oggetto della trattazione Il modello standard di delibera con lo schema e i richiami Come si scrivono le varie parti

Capitolo II LE FASI PRELIMINARI ALLA SEDUTA DELL’ORGANO DELIBERATIVO

Prima fase: la stesura della proposta

1.1. Avvertenze generali per la redazione della proposta

1.2. L’intestazione

1.2.1. Contenuto

1.2.2. Formula pratica  

1.2.3. Errori da evitare

1.3. Il preambolo

1.3.1. Contenuto

1.3.1.1. Gli atti di iniziativa

1.3.1.2. I presupposti di fatto

1.3.1.3. Relazioni tecnico-amministrative e allegati alla premessa

1.3.1.4. I richiami di legge

1.3.1.5. Il richiamo alla comunicazione di avvio del pro­cedimento e alle eventuali memorie o osserva­zioni presentate

1.3.2. La formulazione pratica

1.3.3. Errori da evitare

1.4. La formulazione dei pareri

1.4.1. Il contenuto

1.4.2. La formulazione pratica del parere

1.4.2.1. In caso di parere favorevole

1.4.2.2. In caso di parere sfavorevole

1.4.3. Errori da evitare

1.5. La motivazione

1.5.1. Contenuto

1.5.1.1. Prospettazione del problema

1.5.1.2. Acquisizione degli interessi

1.5.1.3. Considerazioni sul problema e prospettazione delle soluzioni

1.5.2. Formulazione pratica

1.5.2.1. La differenza di formule tra preambolo e motiva­zione

1.5.3. Errori da evitare

1.5.3.1. Parametri di sufficienza della motivazione

1.5.3.2. Parametri di congruità della motivazione

1.6. Il dispositivo

1.6.1. Contenuto

1.6.2. Formulazione pratica

1.6.3. Errori da evitare

1.6.3.1. La cura degli allegati

1.6.3.2. La chiarezza dei contenuti

1.6.3.3. La congruenza con la parte premessa

1.6.3.4. Il rispetto delle disposizioni della legge sulla pri­vacy

Seconda fase: le operazioni successive alla stesura della propo­sta di provvedimento

2.1. La formazione e diramazione dell’ordine del giorno

2.1.1. Contenuto

2.1.1.1. La formazione dell’ordine del giorno

2.1.1.2. La diramazione dell’ordine del giorno

2.1.1.3. Redazione delle proposte definitive

2.1.1.4. La sottoscrizione dell’ordine del giorno da parte del presidente della seduta

2.1.1.5. La comunicazione ai componenti dell’organo collegiale

2.1.1.6. Pubblicazione degli argomenti all’Albo dell’Ente

2.1.1.7. Il deposito degli atti

2.1.2. Formulazione pratica dell’ordine del giorno

2.1.3. Errori da evitare

Capitolo III LE FASI SUCCESSIVE ALLA SEDUTA DELL’ORGANO DELIBERATIVO

Terza fase: le operazioni successive all’approvazione della pro­posta; il confezionamento delle delibere approvate dalla Giunta o dal Consiglio; la creazione delle copie

1.1. Descrizione delle operazioni

1.1.1. Completamento dei dati del frontespizio

1.1.2. Creazione delle copie

1.2. Formulazione pratica

1.3. Errori da evitare

1.3.1. I dati relativi alla votazione

1.3.2. Omissioni nell’indicazione degli elementi dell’inte­stazione

1.3.3. L’indicazione dei presenti e degli assenti

1.3.4. Modifiche o rettifiche della proposta successive alla sua approvazione

1.3.5. Correzione di errori di battitura evidenziati prima della sottoscrizione e della pubblicazione

Quarta fase: la sottoposizione alle firme

2.1. Contenuto

2.2. Errori da evitare

2.2.1. La sottoscrizione

2.2.2. Identità tra copie e originale

2.2.3. Inalterabilità del verbale

Quinta fase: la trasmissione delle copie

3.1. Contenuto

3.2. Formula operativa

3.3. Errori da evitare

Sesta fase: la pubblicazione

4.1. Contenuto

4.2. Formula operativa

4.3. Errori da evitare

4.3.1. Correzione di errori evidenziati dopo la sottoscri­zione e la pubblicazione

Settima fase: l’esecuzione delle delibere. L’esecutività dell’atto o l’immediata eseguibilità

5.1. Contenuto

5.1.1. Il concetto di esecutività

5.1.2. Il concetto di esecuzione e i soggetti incaricati di apporre l’attestazione di esecutività

5.1.3. L’inserimento in un apposito scadenzario

5.2. La formula operativa

5.2.1. Dell’immediata eseguibilità

5.2.2. Dell’esecutività

5.2.3. Della trasmissione ai responsabili dei servizi

5.3. L’esecuzione delle deliberazioni

5.3.1. L’invio della lettera di trasmissione per la stipula di una convenzione per il servizio di vigilanza

5.3.2. L’avvenuta assunzione della delibera in materia di promozione dei progetti dei lavori socialmente utili

5.3.3. L’avvenuta adozione del piano occupazionale previ­sto dall’art. 91 t.u.

5.3.4. L’avvenuta adozione del Programma assistenza sco­lastica anno 20...-20...  

5.3.5. Il diniego di un’istanza

5.3.6. La denominazione di nuove strade/piazze comunali

Capitolo IV FATTISPECIE PARTICOLARI DI DELIBERAZIONI E PROVVEDIMENTI

Oggetto

1.1. L’approvazione dello Statuto

1.2. La mozione di sfiducia

Capitolo V LE ORDINANZE DEL SINDACO E DEI DIRIGENTI

Oggetto dell’analisi La fase della proposta

2.1. Intestazione

2.1.1. Contenuto

2.1.2. Formula operativa

2.2. Preambolo

2.2.1. Contenuto

2.2.1.1. I presupposti

2.2.1.2. Relazioni tecnico-amministrative

2.2.1.3. I richiami di legge

2.2.1.4. La preventiva comunicazione al Prefetto

2.2.1.5. Il richiamo alla comunicazione di avvio del pro­cedimento e del responsabile del procedimento e alle eventuali memorie o osservazioni presenta­te

2.2.2. Formula operativa

2.2.3. Errori da evitare

2.3. Motivazione

2.3.1. Contenuto

2.3.1.1. Ordinanze contingibili ed urgenti

2.3.1.2. Ordinanze normali

2.3.2. Formula operativa

2.3.3. Errori da evitare

2.4. Dispositivo

2.4.1. Contenuto

2.4.1.1. L’ordine

2.4.1.2. L’apposizione del termine

2.4.1.3. L’indicazione dei termini e dell’autorità cui poter ricorrere

2.4.1.4. La notificazione/pubblicazione

2.4.2. Formula operativa

2.4.2.1. L’ordine

2.4.2.2. Le comunicazioni previste dalla legge 241/90: il responsabile del procedimento, i termini e l’au­torità a cui poter ricorrere, l’accesso agli atti

2.4.2.3. Le formule circa la notificazione/pubblicazione

2.5. L’esecuzione

2.5.1. Contenuto

2.5.2. Formula operativa

2.6. Luogo, data e sottoscrizione

Le fasi successive all’adozione

Capitolo VI LE DETERMINAZIONI

Oggetto dell’analisi La fase della proposta

2.1. Intestazione

2.1.1. Contenuto

2.1.2. Formula operativa

2.1.3. Errori da evitare

2.2. Preambolo

2.2.1. Contenuto

2.2.1.1. I presupposti, i richiami di legge, le relazioni tec­niche

2.2.1.2. La proposta di determinazione

2.2.1.3. Il rispetto delle linee di indirizzo del PEG

2.2.2. Formula operativa

2.2.2.1. Formule relative all’impostazione del preambo­lo, della premessa ed alla esplicazione della mo­tivazione

2.2.3. Premessa per atto con rilevanza contabile

2.2.4. Errori da evitare

2.2.5. Formulazione operativa  

2.3. La motivazione

2.3.1. Contenuto

2.3.2. La motivazione

2.3.2.1. I presupposti

2.3.2.2. La motivazione degli acquisti di beni e servizi

2.3.2.3. Comuni non capoluogo di Provincia  

2.3.3. Formula operativa

2.3.3.1. Formula della motivazione per il caso di utilizzo della convenzione Consip

2.3.3.2. Formula della motivazione per il caso di non uti­lizzo delle convenzioni Consip e di utilizzo para­metri qualità-prezzo (possibile solo se trattasi di Amministrazione non statale)

2.3.3.3. Formula della motivazione nel caso in cui non risulta attiva alcuna convenzione Consip

2.4. L’acquisizione dell’autocertificazione e il suo inserimento nello schema dell’atto  

2.4.1. La formulazione operativa

2.4.1.1. Dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà da allegare alla determinazione (esempio per il caso di utilizzo delle convenzioni Consip)

2.4.1.2. Dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà da allegare alla determinazione (esempio per il caso di utilizzo parametri qualità-prezzo)

2.4.1.3. Dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà da allegare alla determinazione (esempio per il caso di motivazione di non utilizzo della convenzione Consip)

2.4.2. Errori da evitare

2.5. Dispositivo

2.5.1. Contenuto

2.5.2. Formula operativa

2.5.3. Errori da evitare

2.6. Eventuale previa determinazione dirigenziale di prenota­zione di impegno di spesa

2.6.1. Contenuto  

2.6.2. Formulazione operativa

Altre tipologie di determinazioni

3.1. Nella premessa  

3.2. Nel dispositivo

3.2.1. Contenuto  

3.2.2. Formula operativa  

3.2.3. Risultanze finali

L’esecuzione delle determinazioni L’esecuzione del provvedimento di aggiudicazione: la conclusio­ne del contratto e la stipula

5.1. Il concetto di aggiudicazione: duplicità di effetti (contabili e civilistici)

Stipula in forma pubblica

6.1. Nozione

6.1.1. Forma pubblica notarile

6.1.2. Forma pubblica amministrativa

6.2. Profili oggettivi

6.3. Profili soggettivi

6.3.1. Individuazione del soggetto rogante

6.4. Formulazione operativa

6.5. Contratto informatico

Stipula in forma privata

7.1. Nozione

7.2. Formulazione operativa

Le disposizioni circa l’efficacia

8.1. Contenuto

8.2. Formula operativa

8.3. Errori da evitare

8.4. Schema generale di determinazione

Le fasi successive alla redazione della proposta

Capitolo VII FATTISPECIE PARTICOLARI DI DETERMINAZIONI

La procedura di affidamento diretto

1.1. L’eccezionalità dell’affidamento diretto e la necessità della motivazione

1.2. Contenuto necessario della motivazione

1.3. La motivazione degli atti di affidamento di lavori, servizi e forniture

1.4. Formulazione operativa di una determinazione di impegno di affidamento diretto

L’affidamento degli incarichi esterni

2.1. Premessa introduttiva

2.2. Profili generali concernenti l’affidamento degli incarichi all’esterno nella lettura data dalla giurisprudenza contabi­le

2.2.1. La disciplina vigente per il conferimento di incari­chi

2.2.2. L’art. 7 del d.lgs. 165/2001

2.2.3. Sintesi dei presupposti per l’affidamento degli inca­richi  

2.3. Il procedimento per il conferimento di un incarico esterno

2.3.1. La competenza all’attribuzione

2.3.2. La fase preparatoria

2.3.2.1. Il preambolo e l’indicazione dei presupposti di fatto

2.3.2.1.1. Il primo presupposto oggettivo di legittimità. I casi di conferimento

2.3.2.1.2. Il secondo presupposto soggettivo: la partico­lare e comprovata specializzazione

2.3.2.1.3. La limitazione dell’oggetto. L’impossibilità di ricorrere ad incarichi di collaborazione co­ordinata e continuativa. I concetti di studio, ricerca, consulenza

2.3.2.2. La motivazione

2.3.2.2.1. Il terzo presupposto: la procedura comparati­va

2.3.2.2.2. Il quarto presupposto di legittimità: la comu­nicazione preventiva agli organi di revisione di ciascun Ente

2.3.2.2.3. Il quinto presupposto di legittimità: la pro­grammazione (con apposito atto consiliare) e il tetto di spesa (stabilito in sede di bilancio e determinato dal Consiglio)

2.3.2.3. Gli altri atti presupposti e richiamati

2.3.2.3.1. I presupposti di diritto e in fatto

2.3.3. La fase costitutiva

2.3.3.1. Il contenuto del dispositivo

2.3.4. La fase integrativa dell’efficacia

2.3.4.1. La particolare condizione di efficacia dei con­tratti relativi a rapporti di consulenza

2.3.4.2. La comunicazione alla Corte dei conti

Capitolo VIII LA FORMA DEL LINGUAGGIO

Oggetto dell’analisi Le caratteristiche del linguaggio burocratico La direttiva della Funzione pubblica e il progetto Chiaro!

3.1. Le regole generali

3.2. Le regole specifiche di scrittura del testo

Le regole dettate dalla legge per la redazione degli atti pubblici

Parte Sesta LA TECNICA DI REDAZIONE DEGLI ATTI

Capitolo I LE DELIBERAZIONI DEL CONSIGLIO COMUNALE

La delibera di approvazione del programma per l’affidamento degli incarichi di collaborazione – anno L’adozione di un regolamento La modifica dello Statuto

Capitolo II LE DELIBERE DELLA GIUNTA COMUNALE

Oggetto dell’analisi Delibera di approvazione di indennità di funzione dei compo­nenti della Giunta comunale

Capitolo III LE DETERMINAZIONI DEI RESPONSABILI DEI SERVIZI

Oggetto L’acquisto di manifesti e locandine per attività culturali

Capitolo IV LE ORDINANZE DEL SINDACO

Oggetto Ordinanza avente rilievo igienico-sanitario per la salute della collettività Ordinanza contingibile e urgente al fine di prevenire gravi pe­ricoli che minacciano l’incolumità pubblica ai sensi dell’art. 54, comma 4, d.lgs. 267/2000

Capitolo V I DECRETI DEL SINDACO

Oggetto La nomina e designazione di rappresentanti presso Enti o azien­de o istituzioni La nomina di amministratore di sistema

Contenuti aggiuntivi:

i modelli degli atti amministrativi comunali

Presentazione

Indice dei modelli

– Regolamenti comunali

– Decreti del Sindaco

– Ordinanze

– Atti del Consiglio

– Atti della Giunta

– Atti dei Dirigenti

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Stai recensendo:La redazione degli atti amministrativi del Comune