Aura di Bovisa

Produzione Conoscenza Figurazione
Special Price 26,60 €
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Anzichè 28,00 €
Disponibile

Autori Giorgio Fiorese

Pagine 150
Data pubblicazione Aprile 2022
Data ristampa
ISBN 8891655790
ean 9788891655790
Tipo Cartaceo
Sottotitolo Produzione Conoscenza Figurazione
Collana Politecnica
Editore Maggioli Editore
Dimensione 26x26
  • Spedizione in 48h
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Autori Giorgio Fiorese

Pagine 150
Data pubblicazione Aprile 2022
Data ristampa
ISBN 8891655790
ean 9788891655790
Tipo Cartaceo
Sottotitolo Produzione Conoscenza Figurazione
Collana Politecnica
Editore Maggioli Editore
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Bovisa nasce 140 anni fa, con le fabbriche sorte a fianco delle ferrovie, quella di Giuseppe Candiani tra le prime.

È la culla della chimica italiana, tra le più importanti al mondo.

Si aggiungono poi altre produzioni, come la meccanica, e, a inizio ‘900, l’Officina del gas, coi gasometri.

Poche le abitazioni: lì si lavora.

Nei ‘70, Bovisa – cresciuta in seguito a questa prima configurazione – inizia a decadere.

Negli stessi anni, al Politecnico – che non può ampliarsi a Città studi – la Regione Lombardia propone un nuovo Polo a Gorgonzola.

In alternativa a questo intento, alcuni docenti-architetti dello stesso Ateneo ne ipotizzano la localizzazione a Bovisa: dapprima su un’area industriale dismessa, poi sull’area dei gasometri, ormai in abbandono.

Vinceranno, e nei primi ’90 il Politecnico inizia a riattare lì opifici in disuso.

Sono tutte queste vicende - prima di sviluppo, poi d’abbandono - a indurre e sollecitare la manifestazione di molte forme artistiche: oltre che dell’architettura, del romanzo (Olmi e Testori), del teatro (Ronconi e Testori), della pittura (Tettamanti e Treccani, Guaitamacchi e Mucchi), della fotografia (Bussolati, Campi, Radino, Salvati, Topuntoli) e, finalmente, la sintesi poetica di un inclassificabile, John Hejduk.

Bovisa nasce 140 anni fa, con le fabbriche sorte a fianco delle ferrovie, quella di Giuseppe Candiani tra le prime.

È la culla della chimica italiana, tra le più importanti al mondo.

Si aggiungono poi altre produzioni, come la meccanica, e, a inizio ‘900, l’Officina del gas, coi gasometri.

Poche le abitazioni: lì si lavora.

Nei ‘70, Bovisa – cresciuta in seguito a questa prima configurazione – inizia a decadere.

Negli stessi anni, al Politecnico – che non può ampliarsi a Città studi – la Regione Lombardia propone un nuovo Polo a Gorgonzola.

In alternativa a questo intento, alcuni docenti-architetti dello stesso Ateneo ne ipotizzano la localizzazione a Bovisa: dapprima su un’area industriale dismessa, poi sull’area dei gasometri, ormai in abbandono.

Vinceranno, e nei primi ’90 il Politecnico inizia a riattare lì opifici in disuso.

Sono tutte queste vicende - prima di sviluppo, poi d’abbandono - a indurre e sollecitare la manifestazione di molte forme artistiche: oltre che dell’architettura, del romanzo (Olmi e Testori), del teatro (Ronconi e Testori), della pittura (Tettamanti e Treccani, Guaitamacchi e Mucchi), della fotografia (Bussolati, Campi, Radino, Salvati, Topuntoli) e, finalmente, la sintesi poetica di un inclassificabile, John Hejduk.

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