L’etica e la pubblica amministrazione
di Vito Quintaliani

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Nella prima parte con la premessa che la “cultura della corruzione” si alimenta all’interno del proprio Io divenendo uno status personale in cui si genera una cultura di pigmeizzazione con la contrapposizione della forza del denaro e della debolezza dell’animo, sono esaminati i cambiamenti dei costumi che generano il danno sociale e il danno morale.
Da questi elementi viene meno la fiducia che si trasforma in delusione, crea malcontento, si riflette negativamente sul senso civico, favorisce la corruzione, allenta o fa venire meno il senso di appartenenza alla Repubblica alimentando comportamenti contrari all’etica.
E allora è necessario promuovere l’etica quale strumento di consapevolezza per ritrovare l’Io smarrito, la dignità della propria coscienza, sì da ridare concretamente alla pubblica amministrazione, per ricostruire la sua immagine di affidabilità e integrità degna di fiducia, ai fini della coesione sociale, il suo naturale valore orientato al “buon andamento e all’integrità”.
A tal fine è tracciato il percorso per trovare, all’interno di un metaforico “giardino dell’etica”, le dimensioni fondamentali, ossia i valori su cui costruire, edificare un comportamento per ricostruire la “fede etica”.
Nella seconda parte, dopo aver tratteggiato il quadro normativo che ha delineato il nuovo “illuminismo” della pubblica amministrazione evidenziando i principi ad essa correlati, sono esaminati ii nuovi strumenti operativi di prevenzione della corruzione di cui alla L. 190/2012 orientati nella direzione dell’etica pubblica che rappresenta la chiave di volta del buon governo che, sul piano ordinamentale, trova nel Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza il suo custode.
Nelle riflessioni conclusive è evidenziato il dubbio che gli strumenti preventivi anche alla luce dei ripetuti fatti “corruttivi”, non siano sufficienti a sconfiggere la mala administration perché si è inteso fare uso di formule stereotipate che mirano più a colpire l’attenzione che argomentare, alimentando un indefinito nichilismo all’interno delle amministrazioni.
Nichilismo che va ad incidere negativamente sui comportamenti, sulle abitudini e, di riflesso, sulle decisioni della stessa amministrazione che subisce anche un agire difensivo, facendo riaffiorare, come un fiume carsico la corruzione che non è sconfitta.
La speranza è che “insieme ce la faremo”, e ciò si potrà inverare quando il funzionario pubblico, (ri)conquistata la sua essenza genuina, la sua integrità, ridando dignità alla propria coscienza non più mortificata da alcun condizionamento esterno nell’esplicazione dei suoi compiti, sarà in grado di poter contribuire alla missione della propria amministrazione attraverso un consapevole orientamento delle sue scelte e della sua condotta irradiate dalla “stella polare” dell’etica, così che l’agire dell’amministrazione possa essere (ri)condotto nel perimetro della legalità.
Nessuno, questo è il messaggio conclusivo, deve perdere la fiducia.
Vito Quintaliani
è stato Vice Direttore degli Istituti di Prevenzione e Pena svolgendo il servizio presso la Casa Circondariale di Bologna per poi prestare servizio, dal 1° agosto 1980 fino al 30 giugno 2019 data di collocamento in quiescenza, presso l’Università degli Studi di Perugia ricoprendo vari incarichi tra i quali, nell’ultimo periodo quello di Responsabile dell’Area Affari Giudici e Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza. È autore di diversi articoli su temi della Contrattualistica pubblica, dell’organizzazione pubblica. È Docente in corsi di formazione presso Università italiane. È iscritto all’albo Commissari di gara (ANAC) e nell’elenco Organismo indipendente di valutazione (Dipartimento Funzione Pubblica).
Il delicato rapporto tra l’aspetto antropologico e la funzione pubblica
Pagine | 290 |
Data pubblicazione | Aprile 2021 |
Data ristampa | |
Autori | Vito Quintaliani |
ISBN | 8891643308 |
ean | 9788891643308 |
Tipologia prodotto | Cartaceo |
Collana | Politecnica |
Editore | Maggioli Editore |
Dimensione | 13x19 |
Prefazione di Enrico Carloni
CAPITOLO I L’aspetto antropologico
1 Premessa
2. La forza del denaro
3. La debolezza dell’animo
4. Il cambiamento dei costumi
5. Gli effetti del cambiamento sociale
5.1 Il danno economico
5.2 Il danno sociale
5.3 Il danno morale e all’immagine
6. Il venir meno della fiducia
7. Il giardino dell’etica
7.1 Alla ricerca della dimensione dell’etica
7.1.1 Serietà
7.1.2 Rispetto
7.1.3 Lealtà
7.1.4 Sincerità
7.1.5 Responsabilità
7.1.6 Integrità
7.1.7 Onore
7.1.8 Virtuosità
7.1.9 Conclusioni
CAPITOLO II La funzione pubblica
8. Verso una nuova immagine
9. I principi e gli interventi normativi nella direzione dell’etica
9.1 L’art. 54 della Costituzione
9.2 L’art. 97 della Costituzione
9.2.1 Il buon andamento
9.2.2 L’imparzialità
9.3 L’epifania della democraticità
9.4 La fiducia nei cittadini
9.5 La separazione delle funzioni e il sistema disciplinare
9.6 Il sistema di merito
9.7 La legge anticorruzione
9.8 Il diritto di conoscere
10. Gli effetti del nuovo ordinamento
11. L’etica pubblica
12. I nuovi strumenti operativi
12.1 Il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) e i Piani Triennali di prevenzione della corruzione e della trasparenza (PTPCT)
12.1.1 La sua evoluzione
12.1.2 Natura e funzione del Piano
12.1.3 L’ambito soggettivo
12.1.4 La redazione del Piano Triennale della prevenzione della corruzione e della trasparenza “PTPCT”
12.1.5 La mappatura dei processi
12.1.6 La sua struttura
12.1.7 Il monitoraggio del PTPCT
12.1.8 Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza “RPCT”
12.1.8.1 La nomina
123 12.1.8.2 La durata
12.1.8.3 Le funzioni
12.1.8.4 La responsabilità
12.1.8.5 Il supporto operativo al RPCT
12.1.8.6 La tutela del RPCT
12.1.9 I Dirigenti e i Responsabili degli uffici
12.1.10 I referenti
12.1.11 I dipendenti
12.1.12 L’organismo indipendente di valutazione (OIV)
12.2 Il Codice di comportamento
12.2.1 Lo sviluppo diacronico dei codici
12.2.2 Gli aspetti generali
12.2.3 L’ambito soggettivo
12.2.4 I doveri minimi
12.2.5 La responsabilità
12.2.6 Le esimenti
12.2.7 Le tipologie di danno erariale
12.2.8 Le sanzioni: art. 16 d.p.r. n. 62 del 16 aprile 2013
13. Gli istituti della funzione pubblica per la tutela della legalità e integrità
13.1 Il conflitto d’interessi: a) art. 6 bis della legge n. 241 7 agosto 1990; b) art. 6 del d.p.r. n. 62 del 16 aprile 2013; c) art. 42 del d.lgs. n. 50 del 18 aprile 2016
13.1.1 L’art. 6 bis della legge n. 241 7 agosto 1990
13.1.2 L’art. 6 del d.p.r. n. 62 del 16 aprile 2013
13.1.3 L’art. 42 del d.lgs. n. 50 del 18 aprile 2016
13.1.3.1 Ambito soggettivo
13.1.3.2 Ambito oggettivo
13.1.3.3 Ambito potenziale
13.2 L’astensione
13.2.1 L’art. 51 c.p.c.
13.2.2 L’art. 6 del d.p.r. n. 62/2013
13.2.3 L’art. 7 del d.p.r. n. 62/2013
13.2.4 L’art. 77 del d.lgs. n. 50/2016
13.3 L’inconferibilità ex d.lgs. n. 39 dell’8 aprile 2013
13.4 L’incompatibilità ex d.lgs. n. 39 dell’8 aprile 2013
13.5 La vigilanza sul rispetto delle disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi amministrativi e le sue conseguenze
13.6 L’art. 60 del d.p.r. n. 3 del 10 gennaio 1957
13.7 L’art. 53 del d.lgs. n. 165/01 come modificato dall’art. 1 c. 42 della legge n. 190/2012
13.7.1 Pantouflage
13.8 L’art. 35 bis del d.lgs. n. 165/2001 Prevenzione della corruzione nella formazione di commissioni e nella assegnazione agli uffici
13.9 La trasparenza
13.10 Il whistleblowing
13.11 La formazione
13.12 La Rotazione
13.12.1 Inquadramento normativo
13.12.2 Procedura
13.12.3 Ambito soggettivo
13.12.4 Limitazioni alla rotazione
13.12.5 Le misure sostitutive alla rotazione
13.12.6 La rotazione straordinaria
13.13 Le operazioni sotto copertura
14. L’Autorità Nazionale anticorruzione
14.1 La genesi di ANAC
14.2 L’ANAC e la sua funzione
15. Riflessioni conclusive