Programmare al limite
di Francesca Falcone
La legge di riforma del settore socio-assistenziale (328/2000) ha in- trodotto un approccio sistemico e complesso alla programmazione che supera il limite dell’autoreferenzialità decisionale e della visione tradizionale di impronta razional-strumentale. Ancora oggi, gli sviluppi della riforma appaiono incerti e i territori si dibattono tra il desiderio di cambiare e l’istinto a “conservare”: il tema dell’innovazione non sembra essere a sufficienza messo a fuoco dagli attori locali, per i quali la parola “riforma”implicherebbe già di per sé cambiamento e innovazione. Assumere la programmazione come processo di cambiamento sistemico significa imprimerle una fisionomia processuale: l’attenzione è sulla definizione condivisa dei problemi e delle opportunità, sulla co-costruzione dei significati e delle azioni di cambiamento; i soggetti chiamati a co-programmare esplorano e sviluppano nuove visioni del futuro, sperimentano la costruzione di rapporti basati sullo scambio dei saperi e delle esperienze e co-producono decisioni di cambiamento che riguardano non solo il modo di produrre i servizi, ma soprattutto il modo di pensarli. Mentre si discute ancora di atteggiamenti contraddittori (sperimentazione vs conservazione), uno sguardo ravvicinato e più consapevole sulla realtà del sistema dei servizi richiede un nuovo asse di lettura che, mettendo a fuoco nuovi significati dell’organizzazione e dell’organizzare, applica approcci emergenti per costruire un nuovo repertorio concettuale e metodologico. Dal punto di vista metodologico, questo lavoro assegna alla ricerca azione una centralità indubbia in un duplice senso: provare a cambiare un sistema per conoscerlo, come Kurt Lewin sosteneva, e facilitare e sostenere processi di apprendimento e cambiamento per gli attori locali implicati nei processi di programmazione (apprendere facendo e fare apprendendo). Se nasce pensato in favore di studenti universitari di servizio sociale, il volume interessa in realtà una più ampia fascia di potenziali lettori. Non solo il mondo universitario fatto di ricercatori, docenti e studenti delle scuole di dottorato, ma anche altri attori sociali del mondo delle professioni.
Francesca Falcone
Dottore di Ricerca in Conoscenze e Innovazioni per lo sviluppo, insegna Organizzazione dei servizi sociali presso l’Università degli studi della Calabria.
Interessi e aree di ricerca:
• Apprendimento e cambiamento organizzativo (nei servizi sociali)
• La leadership
• Collaborazioni multi-organizzative per la programmazione sociale
• Teorie della complessità e ricerca azione applicate ai servizi sociali.
La ricerca azione per il cambiamento sistemico nella programmazione locale
Pagine | 234 |
Data pubblicazione | Dicembre 2018 |
Data ristampa | |
Autori | Francesca Falcone |
ISBN | 8891631763 |
ean | 9788891631763 |
Tipologia prodotto | Cartaceo |
Collana | Sociale & Sanità |
Editore | Maggioli Editore |
Dimensione | 17x24 |
Dal reale all'ideale
1. Oltre il 'prescritto'. La programmazione come cambiamento sistemico
1.1. Lo scenario. Il sistema integrato di interventi e servizi sociali
1.2. I cambiamenti organizzativi della 328: la programmazione sociale
1.3. Le implicazioni organizzative della programmazione sociale
1.4. Conservazione vs innovazione: la programmazione delle politiche socio-assistenziali
1.5. Quale programmazione in uno scenario dinamico e complesso?
1.6. La programmazione come cambiamento sistemico
1.7. Il nodo. La partecipazione (im)possibile
1.7.1. Perché le persone non partecipano?
1.8. Conclusioni
2. Le relazioni inter-organizzative. Sfide e dinamiche della collaborazione
2.1. Il lavoro inter-organizzativo come risposta alla complessità
2.2. L'ecologia organizzativa per lo studio delle relazioni inter-organizzative
2.2.1. Riorganizzare le organizzazioni: l'area inter-organizzativa
2.3. Incorporare lenti multiple. La collaborazione inter-organizzativa
2.3.1. Collaborazione come condivisione del potere
2.3.2. Progettare collaborazione
2.4. Una framework per capire il lavoro inter-organizzativo: la prospettiva della psicodinamica sistemica
2.5. L'inconscio al lavoro. Le difese contro la collaborazione
2.6. Conclusioni
3. Tra ordine e caos. La teoria della complessità come nuovo paradigma per lo studio delle organizzazioni e del cambiamento organizzativo
3.1. Complessità. Una nuova lente per capire l'organizzazione
3.2. Il quadro teorico della teoria della complessità
3.2.1. La teoria del caos
3.2.2. La teoria delle strutture dissipative
3.2.3. I principi della teoria della complessità
3.3. I sistemi adattativi complessi
3.4. Complessità e organizzazione
3.5. Le organizzazioni come sistemi adattativi complessi
3.5.1. Il funzionamento di un sistema adattativo complesso (rete)
3.6. Il cambiamento sistemico. Complessità e ricerca azione
3.6.1. Approcci al cambiamento organizzativo: pianificato vs emergente
3.6.2. Ri-apprezzare Kurt Lewin: un'eredità ancora attuale
3.7. Programmato e emergente: complessità e ricerca azione che riconciliano
4. Un'introduzione alla ricerca. Ipotesi di lavoro e scelta metodologica
4.1. Premessa
4.2. Il contesto della ricerca
4.3. Domanda ed ipotesi della ricerca
4.4. La scelta metodologica
5. L'importante è sperimentare. Un'action research per il cambiamento sistemico
5.1. Imparare cambiando: riflessività, ricerca e azione
5.2. Action research in pratica: la fase di scouting
5.3. Il completamento dello scouting. L'inizio dell'entry
5.4. Entry & Contracting Together
5.4.1. Negoziare ruolo e posizione: psicodinamica tra consulente e cliente
5.5. La "pre-diagnosi" tra principi etici e pratici
5.5.1. The working note I: strumento metodologico nell'action research
5.5.2. The working note II: primi risultati ed implicazioni
5.5.3. La working hypothesis
5.5.4. (Pre)Diagnosi: la mappatura potenziale degli stakeholder locali
5.6. La diagnosi: avvio e strumenti
5.6.1. Prima fase: l'incontro con i soggetti locali
5.6.2. Risultati ad interim
5.6.2.1. Programmazione come suddivisione di risorse
5.6.2.2. Localismo vs coesione: la rete che non c'è
5.6.2.3. L'ambiguità dei tavoli: chi partecipa a cosa?
5.6.2.4. Decidere senza scegliere: il problema della partecipazione
5.6.2.5. Il ruolo del Terzo settore
5.6.2.6. Il problema: un sistema incapace di fare rete
5.6.3. Seconda fase. La mappatura reale degli stakeholder
5.6.4. Diagnosi - Seconda parte. I risultati del progress
5.6.4.1. La politica e la (non)programmazione di sistema
5.6.4.2. Le relazioni pubblico-privato
5.6.4.3. Il Terzo settore: collaborazione vs competizione
5.7. La restituzione dei dati: alcune premesse
5.7.1. Le working hypothesis finali restituite al cliente
5.8. Verso la conclusione: la costruzione dell'impegno