L’inizio del Novecento è considerato generalmente come un periodo “rivoluzionario” per la storia dell’educazione. Nuovi modelli formativi e nuove culture pedagogiche si generano all’interno di un esteso processo di forte cambiamento che assume connotazioni transnazionali.Un motivo strutturale per l’innovazione del discorso pedagogico, a livello internazionale, riguardò la conquista dello spazio “esterno”, inteso principalmente come spazio di incontro autentico con la Natura e come luogo “oltreconfine” della libertà. Non si trattò appena di scardinare un modello di educazione che identificava i processi educativi principalmente con una sorta di ‘confinamento’ obbligato dentro luoghi “chiusi” (casa e scuola, innanzitutto). Si trattò, effettivamente, di allargare l’orizzonte di visione della pedagogia e di dare credito a una nuova consapevolezza dell’educazione, che in quell’opposizione tra il “dentro” e il “fuori”, trovava un motivo per affermare un pieno diritto di pensare l’educazione come “espansione”dell’umano, non assoggettabile a delimitazioni entro limiti chiusi.
Maria Tomarchio
È Professore Ordinario di Pedagogia Generale e Sociale presso l’Università degli Studi
di Catania; uno dei suoi principali ambiti di ricerca riguarda lo studio dei modelli formativi generati dalla tradizione dell’Educazione Nuova e dell’Educazione Attiva. Ultimamente ha diretto il Progetto di Ricerca di Ateneo Fir-2014: Asse natura-cultura. Progettazione educativa, Sistema formativo integrato, configurazione del territorio, tra i cui diversi risultati si annovera il presente volume.
Letterio Todaro
È Professore Associato di Storia della Pedagogia presso l’Università degli Studi di Catania; i suoi interessi di ricerca riguardano prevalentemente la storia delle idee pedagogiche
e l’evoluzione delle teorie educative, in età contemporanea, in riferimento all’evoluzione dei saperi
e ai cambiamenti del costume sociale e dell’immaginario
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