Spazi formativi, modelli e pratiche di educazione all'aperto nel primo Novecento
di a cura di Maria Tomarchio - Letterio Todaro
L’inizio del Novecento è considerato generalmente come un periodo “rivoluzionario” per la storia dell’educazione.
Nuovi modelli formativi e nuove culture pedagogiche si generano all’interno di un esteso processo di forte cambiamento che assume connotazioni transnazionali.
Un motivo strutturale per l’innovazione del discorso pedagogico, a livello internazionale, riguardò la conquista dello spazio “esterno”, inteso principalmente come spazio di incontro autentico con la Natura e come luogo “oltreconfine” della libertà.
Non si trattò appena di scardinare un modello di educazione che identificava i processi educativi principalmente con una sorta di ‘confinamento’ obbligato dentro luoghi “chiusi” (casa e scuola, innanzitutto).
Si trattò, effettivamente, di allargare l’orizzonte di visione della pedagogia e di dare credito a una nuova consapevolezza dell’educazione, che in quell’opposizione tra il “dentro” e il “fuori”, trovava un motivo per affermare un pieno diritto di pensare l’educazione come “espansione” dell’umano, non assoggettabile a delimitazioni entro limiti chiusi.
Maria Tomarchio
È Professore Ordinario di Pedagogia Generale e Sociale presso l’Università degli Studi di Catania; uno dei suoi principali ambiti di ricerca riguarda lo studio dei modelli formativi generati dalla tradizione dell’Educazione Nuova e dell’Educazione Attiva. Ultimamente ha diretto il Progetto di Ricerca di Ateneo Fir-2014: Asse natura-cultura. Progettazione educativa, Sistema formativo integrato, configurazione del territorio, tra i cui diversi risultati si annovera il presente volume.
Letterio Todaro
È Professore Associato di Storia della Pedagogia presso l’Università degli Studi di Catania; i suoi interessi di ricerca riguardano prevalentemente la storia delle idee pedagogiche e l’evoluzione delle teorie educative, in età contemporanea, in riferimento all’evoluzione dei saperi e ai cambiamenti del costume sociale e dell’immaginario.
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Pagine | 210 |
Data pubblicazione | Maggio 2017 |
Data ristampa | |
Autori | a cura di Maria Tomarchio - Letterio Todaro |
ISBN | 8891622280 |
ean | 9788891622280 |
Tipologia prodotto | Cartaceo |
Collana | Apogeo Education |
Editore | Maggioli Editore |
Dimensione | 17X24 |
Prefazione
Letterio Todaro e Maria Tomarchio
Capitolo 1 – Dall’educazione all’aperto alla scuola all’aperto
In che senso e dentro quali limiti
di Maria Tomarchio Università di Catania
Riferimenti bibliografici
Capitolo 2 – Cultiver la Nature. Les approches expérimentalistes et naturalistes déployées dans les ‘laboratoires vivants’
de l’enfance de l’Institut Rousseau (premières décennies du 20e siècle)
di Rita Hofstetter Université de Genève – ERHISE, Archives Institut J.-J. Rousseau
1. L’Institut Rousseau comme laboratoire de l’éducation fonctionnelle psychogénétique de Edouard Claparède (1873-1940)
2. La Maison des petits de Mina Audemars (1883-1971) et Louise Lafendel (1872-1971) : l’« observatoire de l’enfance » où l’« on découvre
les pouvoirs de l’enfance et on les cultive
3. L’Ecole active de Adolphe Ferrière (1879-1960) : une perspective biogénétique confirmée par l’archétype du « Home Chez Nous » et la « découverte » des peuples latino-américains
4. Le naturalisme restructuré par un Jean Piaget (1896-1980) «biologiste de race»
Ouvertures – l’éducation un développement « articifiel » ?
Références
Bibliographie
Capitolo 3 – Tra istanze igieniche e poesia dell’infanzia: conquista degli spazi aperti e motivi del rinnovamento educativo in Italia tra Otto e Novecento
di Letterio Todaro Università di Catania
Riferimenti bibliografici
Capitolo 4 – L’Ecole des Roches, prototype et phare de l’Education nouvelle (1898-1940)
di Nathalie Duval Université de Paris – Sorbonne
Création dans un contexte d’anglomanie et de rivalité
Un internat «particulariste» pour former autrement les élites françaises
Le Collège de Normandie, un «Harrow» à la française
Une éducation « développante » dans le cadre d’un internat familial
L’importance de l’internat
Le capitanat, deuxième pilier éducatif
Un emploi du temps divisé en tiers temps
Un modèle d’«éducation nouvelle» dans l’Entre-deux-guerres
Former la tête par les humanités
Former le corps par le sport et les activités de plein air
Former le sens de l’observation
Former le caractère grâce à un emploi du temps varié
Capitolo 5 – Le esperienze di scuole all’aperto in Italia nel primo Novecento. Avvio di un’indagine
di Mirella D’Ascenzo Università di Bologna
1. La realtà italiana
2. La realtà di Bologna e dintorni
3. Considerazioni conclusive
Riferimenti bibliografici
Capitolo 6 – Ecoles de plein air. Paesaggi educativi d’avanguardia tra passato e presente
di Gabriella D’Aprile Università di Catania
1. Ecoles de plein air
2. Cura igienica e cura educativa a cielo aperto
3. Per una Educazione nuova… en plein air
Riferimenti bibliografici
Capitolo 7 – Maria Maltoni e la scuola di San Gersolè dal 1923 al 1945: un modello di educazione ‘ambientale’
di Luciana Bellatalla Università di Ferrara
1. Premessa: una vicenda tutta italiana
2. Una maestra da conoscere più da vicino
3. Entriamo in classe
4. Un bilancio conclusivo
Riferimenti bibliografici
Capitolo 8 – Nel giardino selvatico. Suggestioni pedagogiche tra rinnovamento educativo e letteratura per l’infanzia all’alba del Novecento
di Viviana La Rosa Università ‘Kore’ – Enna
Riferimenti bibliografici
Capitolo 9 – La enseñanza de las ciencias en torno a las Open Air Schools en España: la perspectiva interaccionista de Enrique Rioja Lo Bianco (1924-1929)
Mariano González Delgado Universidad de La Laguna
1. La relación entre las enseñanzas de ciencias y las Open Air Schools en España a principios del Siglo XX
2. La situación de la disciplina escolar de ciencias y el debate higienista sobre las Open Air Schools
3. Una vuelta de tuerca a las Open Air Schools y la enseñanza de las ciencias: la importancia del ‘Nature Study’
4. Anélidos Poliquetos y crustáceos: La propuesta de Enrique Rioja Lo Bianco en torno a la necesidad de enseñar las Ciencias Naturales al aire libre
5. Conclusiones