Lo spazio pubblico come palinsesto

 
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Disponibile

Autori Laura Montedoro (a cura di)

Pagine 192
Data pubblicazione Giugno 2018
Data ristampa
Autori Laura Montedoro (a cura di)
ISBN 8891626103
ean 9788891626103
Tipo Cartaceo
Collana Politecnica
Editore Maggioli Editore
Dimensione 21x24
  • Spedizione in 48h
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Autori Laura Montedoro (a cura di)

Pagine 192
Data pubblicazione Giugno 2018
Data ristampa
Autori Laura Montedoro (a cura di)
ISBN 8891626103
ean 9788891626103
Tipo Cartaceo
Collana Politecnica
Editore Maggioli Editore
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Sempre più di frequente lo spazio pubblico è al centro di politiche, retoriche e azioni progettuali. Sembra ormai largamente condiviso quanto, fino a una decina di anni fa, non era ancora convinzione diffusa e popolare: il sistema degli spazi pubblici è/dovrebbe essere l’armatura irrinunciabile della città, nelle nuove espansioni così come nelle sue parti consolidate o in corso di trasformazione. Tuttavia, le sfide della società contemporanea e la profonda differenza dei contesti rendono l’assunto assai più debole e ambiguo: quale spazio pubblico? Per chi? Per farci cosa? A questi interrogativi di carattere generale si sommano quelli più strettamente riferiti all’esercizio progettuale. Quali ‘prestazioni’, dotazioni, qualità e caratteristiche, devono garantire gli spazi aperti? Come orientare le trasformazioni nel tempo?

Interpretare gli spazi pubblici esistenti come un palinsesto significa orientare lo sguardo verso quegli elementi rotti o interrotti che possono essere riconnessi tramite azioni progettuali consapevoli e coordinate. Sperimentare usi temporanei, modifiche permanenti e processi di riappropriazione/trasformazione tramite step progressivi, con esiti testabili e modellabili nel lungo periodo, consente la riconquista degli spazi aperti erosi da attività e presenze (come il traffico veicolare e la sosta delle automobili) che possono comprometterne la qualità e la funzione. Sottrarre il disegno degli spazi aperti alla frammentazione, non priva di contraddizioni visibili nei processi e ben riconoscibile negli assetti fisici, esito anche dell’estrema settorialità amministrativa e della gestione, appare un obiettivo prioritario. Per contrapporre il valore della continuità (dei percorsi, dei suoli, della sequenza di spazi) occorre affiancare gli strumenti normativi più tradizionali, spesso rigidi, con visioni auspicabili e orientamenti praticabili nel tempo lungo della città: strumenti intermedi, tra piano e progetto, come le linee guida, la cui natura non è codificata ma oggetto, essa stessa, di ricerca e di sperimentazione.

Attraverso la raccolta delle voci di diversi esperti e il racconto di un’esperienza sul campo, il libro offre un contributo al dibattito sul tema e si propone come occasione di riflessione per i progettisti, per gli amministratori e per i cittadini.

Laura Montedoro Architetto, è professore associato di Urbanistica nel Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, dove insegna Progettazione urbanistica e Disegno urbano. Interessata a strumenti innovativi di orientamento delle trasformazioni, con particolare riferimento agli spazi aperti e alla dimensione del tempo lungo dell’azione urbanistica, dal 2012 è membro della Commissione per il Paesaggio del Comune di Milano e dal 2016 coordina un gruppo di ricerca dedicato al Disegno Urbano in Italia (DU_It) nella storia e nell’attualità. Autrice di articoli per riviste di settore e saggi su volumi collettanei, tra le sue pubblicazioni recenti si ricordano: Una scelta per Milano. Scali ferroviari e trasformazione della città, Quodlibet, Macerata 2011, Prove di rigenerazione urbana, Alinea, Firenze 2012, Oltre lo sprawl. Riuso,densificazione, urbanità, Mimesis, Sesto San Giovanni 2013; in questa stessa collana, Marrakech, o dello spazio celato, 2013, con Bruno Melotto, e Open Mameli. Un percorso sperimentale di partecipazione, 2016.

 

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