Caregiver, anziani, badanti e servizi: intrecci di sguardi
di Giovanna Perucci
Però raramente ci si interroga sull’equità del ricorso a personale straniero per garantire l’assistenza a domicilio dei nostri anziani.
La domiciliarità è un’opportunità positiva, ma com’è possibile non tenere conto dell’impoverimento della famiglia delle assistenti familiari nei paesi d’origine senza sentirne una responsabilità morale e sociale?
Gestire le difficoltà del lavoro di cura nelle nostre famiglie e colmare il vuoto che la distanza fisica crea alle loro è una sfida difficile per le assistenti familiari.
Riescono a riconfigurare i loro legami affettivi? A che prezzo? Qual è il loro modello di benessere familiare e personale? Si tratta di un benessere familiare cui sacrificano quello personale? Quale livello di consapevolezza hanno della ricaduta del loro “malessere da lontananza” sull’attività di cura che svolgono per i nostri anziani, disabili, bambini?
La riflessione sul fenomeno non sembra inoltre aver ancora approfondito cosa succede nelle nostre famiglie, che si trovano a far richieste onerose a queste donne, in termini di carico di lavoro e di coinvolgimento emotivo, domandando – sempre più spesso − una cura di qualità.
Ma che qualità di lavoro di cura, verso persone estranee, possono erogare donne che hanno il “cuore altrove”? Quanto le nostre famiglie se ne accorgono? Quanto è possibile riconoscere che eticamente i nostri bisogni di cura non possono essere soddisfatti lasciando scoperti gli stessi bisogni in altre famiglie? Le famiglie italiane sarebbero disposte a riorganizzare i tempi e i modi dell’assistenza per avere – da parte di una badante più serena − una migliore qualità di curaverso anziani e bambini?
Si tratta di un quadro complesso di cui occorre indagare le componenti sociologiche, psicologiche ed etiche per comprenderne meglio caratteristiche, conseguenze e prospettive future.
Giovanna Perucci
Esperta in psicogerontologia. Formatrice, ricercatrice e consulente in servizi sociosanitari, assistenziali ed educativi.
La presenza delle assistenti familiari (chiamate comunemente badanti) nelle nostre famiglie è un fenomeno che in Italia ha ormai quasi 30 anni di storia.
Però raramente ci si interroga sull’equità del ricorso a personale straniero per garantire l’assistenza a domicilio dei nostri anziani.
La domiciliarità è un’opportunità positiva, ma com’è possibile non tenere conto dell’impoverimento della famiglia delle assistenti familiari nei paesi d’origine senza sentirne una responsabilità morale e sociale?
Gestire le difficoltà del lavoro di cura nelle nostre famiglie e colmare il vuoto che la distanza fisica crea alle loro è una sfida difficile per le assistenti familiari.
Riescono a riconfigurare i loro legami affettivi? A che prezzo? Qual è il loro modello di benessere familiare e personale? Si tratta di un benessere familiare cui sacrificano quello personale? Quale livello di consapevolezza hanno della ricaduta del loro “malessere da lontananza” sull’attività di cura che svolgono per i nostri anziani, disabili, bambini?
La riflessione sul fenomeno non sembra inoltre aver ancora approfondito cosa succede nelle nostre famiglie, che si trovano a far richieste onerose a queste donne, in termini di carico di lavoro e di coinvolgimento emotivo, domandando – sempre più spesso − una cura di qualità.
Ma che qualità di lavoro di cura, verso persone estranee, possono erogare donne che hanno il “cuore altrove”? Quanto le nostre famiglie se ne accorgono? Quanto è possibile riconoscere che eticamente i nostri bisogni di cura non possono essere soddisfatti lasciando scoperti gli stessi bisogni in altre famiglie? Le famiglie italiane sarebbero disposte a riorganizzare i tempi e i modi dell’assistenza per avere – da parte di una badante più serena − una migliore qualità di curaverso anziani e bambini?
Si tratta di un quadro complesso di cui occorre indagare le componenti sociologiche, psicologiche ed etiche per comprenderne meglio caratteristiche, conseguenze e prospettive future.
Giovanna Perucci
Esperta in psicogerontologia. Formatrice, ricercatrice e consulente in servizi sociosanitari, assistenziali ed educativi.
Pagine | 228 |
Data pubblicazione | Ottobre 2021 |
Data ristampa | |
Autori | Giovanna Perucci |
ISBN | 8891652188 |
ean | 9788891652188 |
Tipologia prodotto | Cartaceo |
Collana | Sociale & Sanità |
Editore | Maggioli Editore |
Dimensione | 17x24 |
Premessa
Sguardi sulla cura e sui soggetti che curano
Metodologia scelta
Gli intervistati
Ringraziamenti
1. Anziani e cura domiciliare: alcuni dati di contesto
1.1. Sempre più anziani
1.2. Le condizioni di salute nelle diverse età anziane
1.3. Gli anziani in Lombardia e a Monza
1.4. Anziani soli o in coppia: bisogno di cura e sfide per il futuro
1.5. I caregiver familiari: famiglie in trasformazione, fabbisogno di cura oggi e domani in Italia e in Europa
1.6. Donne straniere impiegate nel lavoro di cura in famiglia (badanti)
1.6.1. Lo scenario italiano
1.6.2. Badanti in Lombardia
2. Lo sguardo degli operatori di matching e non solo: esperienze e percezioni
2.1. Percezione e livelli di conoscenza del fenomeno famiglie-badanti acquisiti attraverso l’esperienza di matching e del monitoraggio
2.2. La figura della badante: valutazioni e stereotipie
2.2.1. Percezione della figura: ruolo, mutamenti nel tempo della consapevolezza professionale
2.2.2. Le badanti: percezione del mutamento nel tempo delle caratteristiche anagrafiche e geografiche, idea del lavoro, rete di legami
2.3. I motivi della migrazione e i progetti migratori nella percezione degli operatori
2.4. La famiglia della badante nella percezione degli operatori di matching
2.4.1. La famiglia: oltre ai figli, i mariti e congiunti
2.5. Maternità a distanza: quali strategie per tenere i rapporti
2.6. Maternità a distanza: sono possibili ricadute nel lavoro di cura in famiglia?
2.7. Come ti percepisco? Gli operatori di matching cosa pensano di queste donne
2.8. La percezione dell’equilibrio emotivo della badante
2.9. Percezione dei bisogni delle famiglie
2.9.1. Le richieste delle famiglie ieri e oggi
2.9.2. I bisogni possono incontrarsi? La famiglia della badante nella percezione della famiglia-caregiver
2.10. Strategie di intervento e scelte organizzative
2.10.1. Un nuovo modo di intendere il ruolo del servizio pubblico e l’importanza del quadrilatero della cura: colloqui allargati e cooperazione pubblico/privato
2.10.2. Il momento della selezione: modalità e criteri
2.10.3. Prolungare il periodo di prova e “Pacchetti” personalizzati: un tipo di aiuto alle famiglie
2.10.4. La qualità abita anche qui: il coraggio della valutazione e la presa in carico delle osservazioni del cliente
3. Fronteggiando il malessere, cercando il benessere
3.1. Premessa
3.2. Le cause del malessere, cercando il benessere
3.2.1. Ritmi e carichi di lavoro pesanti, con poche pause di riposo
3.2.2. Solitudine e isolamento nel lavoro quotidiano: quando il caregiver non c’è o non è di supporto
3.2.3. Malessere da isolamento sociale e affettivo: non ci sono parole per dirlo
3.2.4. Nostalgia della propria famiglia, del Paese d’origine e qualità del lavoro di cura
3.2.5. Nostalgia e progettualità
3.2.6. Malessere quando tornano là
3.2.7. I soldi per compensare la lontananza non bastano mai
3.2.8. Preoccupazioni per la situazione politica e la presenza della guerra in Ucraina
3.2.9. Esperienze di maltrattamento
3.3. Malessere e malattie delle badanti: le ricadute sul contesto di lavoro
3.4. Status sociale della badante: dalla condizione di ‘serva’ ad una possibile ‘familiarizzazione’
3.5. Strategie di fronteggiamento del malessere/malattie: “fai da te” e farmaci
3.6. Sindrome Italia: malessere riconosciuto, non validato, opportunisticamente utilizzato?
3.7. Cercando il benessere: non solo vittime ma protagoniste?
4. Conclusioni
4.1. Prendersi cura oggi: elementi di contesto
4.2. Luci ed ombre nello sguardo dei testimoni privilegiati: interventi a supporto
4.3. Da un benessere ricercato ad un malessere fronteggiato: le badanti
4.4. Problemi aperti
4.4.1. Il “nero” conviene ad entrambi
4.4.2. Come promuovere socialità ed integrazione?
4.4.3. La professionalità non è solo pazienza: responsabilità all’interno di un progetto di cura in cui le esigenze di tutti devono integrarsi
4.4.4. Formazione e certificazione delle competenze: un cambiamento culturale su cui lavorare
4.4.5. Gli anziani soli: una realtà in aumento
4.4.6. E se “la mia badante” fossero due? Ipotesi di turnazione annuale/alternanza strutturata
4.5. Ancora qualche domanda
Postfazione
Bibliografia