O.M. Ungers: luoghi urbani
UAA ungers archiv für architekturwissenschaft, archivi storici politecnico di milano
di Stefan Vieths
Nella successiva costruzione di questi progetti – tutti in contesti morfologici dal carattere esplicitamente urbano – nascono opere che sono caratterizzate da una forte autonomia formale e da un rifermento specifico al luogo e la sua storia.
Sono realizzazioni che segnano l'inizio di un nuovo capitolo nel lavoro complesso di O.M. Ungers, una nuova fase della sua ricerca morfologica.
Questa ricerca ha avuto il suo punto di partenza negli anni ʼ50, con le prime case, risultato di un approccio progettuale centrato sui fenomeni di base dell’architettura.
Successivamente, intorno al 1965 una serie di progetti programmatici approfondiscono il piano concettuale del progetto architettonico.
Gli anni ’70, invece, sono stati segnati dallo sviluppo sperimentale di strategie e di elementi di base della forma urbana.
Emergono studi come The Urban Villa o The Urban Block o il progetto per la Friedrichstadt Berlin, che conclude questo ciclo.
Le realizzazioni intorno al 1980 estendono e completano questo lavoro sperimentale: l’ampio compendio di concetti della forma architettonica tra trasformazione e immaginazione sviluppati negli anni ʼ60 e ʼ70 viene adesso messo a confronto con la realtà della città contemporanea e le sue necessità concrete.
Si tratta quindi di un momento di verifica dell’approccio concettuale all’architettura di Ungers ma anche di un momento di approfondimento nel quale la forma viene sviluppata fino alla sua materializzazione fisica nel dettaglio costruttivo.
Il Deutsches Architekturmuseum a Frankfurt, la Badische Landesbibliothek a Karlsruhe e la Messe Frankfurt mostrano una grande varietà di strategie progettuali, tra assimilazione modesta – come nel caso della Landesbibliothek, con il suo riferimento preciso al genius loci di Karlsruhe – e il riassetto completo di una grande area centrale della città nel caso della Messe Frankfurt, proponendo una città nella città con una forte identità urbana.
I diversi progetti hanno però tutti in comune la capacità di costruire un luogo urbano inteso come un luogo nel senso ampio, includendo anche la sua dimensione spirituale, sociale e storica.
Sono realizzazioni che, partendo da un approccio tematico, mirano a una continuazione della forma urbana, intesa come forma costruita, come complesso insieme di spazi urbani e volumi architettonici e danno una interpretazione precisa al programma concreto e al contesto morfologico.
Stefan Vieths (Hamburg, 1963)
Insegna Composizione architettonica presso l’Università degli studi di Bergamo.
Nach einer langen Periode im Wesentlichen theoretischer Arbeiten in einem akademischen Umfeld erhält Oswald Mathias Ungers (1926-2007) Anfang der 1980er Jahre eine Reihe wichtiger Entwurfsaufträge für verschiedene öffentliche Bauten von zentraler städtebaulicher Bedeutung.
In der folgenden Realisierung dieser urbanen Projekte entstehen Werke, die von einem hohen Maß an formaler Autonomie und von einer besonderen Bezugnahme auf den Ort und seine Geschichte gekennzeichnet sind.
Diese Realisierungen markieren den Beginn eines neuen Kapitels im komplexen Werk von O.M. Ungers, den Anfang einer neuen Phase seiner morphologischen Forschung.
Den Ausgangspunkt dieser Forschung bilden in den 1950er Jahren die grundlegenden, von phänomenologischen Erwägungen geprägten Studien der Ersten Häuser, denen sich um 1965 eine Reihe von Programmatischen Projekten anschließt, die sich durch einen ausgesprochen konzeptuellen Charakter auszeichnen.
Die folgenden 1970er Jahre hingegen sind geprägt von der experimentellen Entwicklung von Strategien und Grundelementen der städtebaulichen Form.
Es entstehen Studien wie The Urban Villa oder The Urban Block sowie das Projekt Friedrichstadt Berlin, das diesen Zyklus abschließt.
Die um 1980 entstandenen Werke erweitern und vervollständigen diese experimentellen Arbeiten: Das in den 1960er und 1970er Jahren entwickelte umfassende Kompendium architektonischer Themen, das morphologische Konzepte wie das der Transformation oder das der Assemblage umfasst, wird nun mit der Realität der zeitgenössischen Stadt und ihren konkreten Bedürfnissen konfrontiert.
Es handelt sich also um einen Moment der Verifizierung von Ungers' konzeptueller Entwurfshaltung, aber auch um einen Moment der Vertiefung, in dem die Form bis zu ihrer physischen Materialisierung im konstruktiven Detail entwickelt wird.
Das Deutsche Architekturmuseum Frankfurt, die Badische Landesbibliothek Karlsruhe und die Messe Frankfurt zeigen eine große Vielfalt an Entwurfsstrategien, die von einer bescheidenen Assimilation - wie im Fall der Landesbibliothek mit ihrem präzisen Bezug auf den Genius Loci von Karlsruhe - bis hin zur völligen Neuordnung eines großen zentralen Bereichs der Stadt im Fall der Messe Frankfurt reichen, bei der eine Stadt in der Stadt mit einer starken formalen Identität vorgeschlagen wird.
Allen Projekten gemeinsam ist jedoch die Fähigkeit, einen städtischen Ort zu schaffen, der in einem umfassenden Sinn nicht nur als funktionaler Ort verstanden wird, sondern auch in seiner geistigen, historischen und gesellschaftlichen Dimension.
Es handelt sich um Bauten, die ausgehend von einem thematischen Ansatz darauf abzielen, die urbane Form, die als komplexe Gesamtheit von städtischen Räumen und architektonischen Körpern aufgefasst wird, fortzuführen, und dabei eine präzise Interpretation des konkreten Programms und des morphologischen Kontextes zu vermitteln.
Stefan Vieths (Hamburg, 1963)
Lehrt Composizione architettonica an der Università degli studi di Bergamo.
All’inizio degli anni ʼ80 del ʼ900 – dopo un lungo periodo di lavoro principalmente teorico in un ambito accademico – Oswald Mathias Ungers (1926-2007) riceve una serie di importanti incarichi professionali per la progettazione di diversi edifici pubblici.
Nella successiva costruzione di questi progetti – tutti in contesti morfologici dal carattere esplicitamente urbano – nascono opere che sono caratterizzate da una forte autonomia formale e da un rifermento specifico al luogo e la sua storia.
Sono realizzazioni che segnano l'inizio di un nuovo capitolo nel lavoro complesso di O.M. Ungers, una nuova fase della sua ricerca morfologica.
Questa ricerca ha avuto il suo punto di partenza negli anni ʼ50, con le prime case, risultato di un approccio progettuale centrato sui fenomeni di base dell’architettura.
Successivamente, intorno al 1965 una serie di progetti programmatici approfondiscono il piano concettuale del progetto architettonico.
Gli anni ’70, invece, sono stati segnati dallo sviluppo sperimentale di strategie e di elementi di base della forma urbana.
Emergono studi come The Urban Villa o The Urban Block o il progetto per la Friedrichstadt Berlin, che conclude questo ciclo.
Le realizzazioni intorno al 1980 estendono e completano questo lavoro sperimentale: l’ampio compendio di concetti della forma architettonica tra trasformazione e immaginazione sviluppati negli anni ʼ60 e ʼ70 viene adesso messo a confronto con la realtà della città contemporanea e le sue necessità concrete.
Si tratta quindi di un momento di verifica dell’approccio concettuale all’architettura di Ungers ma anche di un momento di approfondimento nel quale la forma viene sviluppata fino alla sua materializzazione fisica nel dettaglio costruttivo.
Il Deutsches Architekturmuseum a Frankfurt, la Badische Landesbibliothek a Karlsruhe e la Messe Frankfurt mostrano una grande varietà di strategie progettuali, tra assimilazione modesta – come nel caso della Landesbibliothek, con il suo riferimento preciso al genius loci di Karlsruhe – e il riassetto completo di una grande area centrale della città nel caso della Messe Frankfurt, proponendo una città nella città con una forte identità urbana.
I diversi progetti hanno però tutti in comune la capacità di costruire un luogo urbano inteso come un luogo nel senso ampio, includendo anche la sua dimensione spirituale, sociale e storica.
Sono realizzazioni che, partendo da un approccio tematico, mirano a una continuazione della forma urbana, intesa come forma costruita, come complesso insieme di spazi urbani e volumi architettonici e danno una interpretazione precisa al programma concreto e al contesto morfologico.
Stefan Vieths (Hamburg, 1963)
Insegna Composizione architettonica presso l’Università degli studi di Bergamo.
Nach einer langen Periode im Wesentlichen theoretischer Arbeiten in einem akademischen Umfeld erhält Oswald Mathias Ungers (1926-2007) Anfang der 1980er Jahre eine Reihe wichtiger Entwurfsaufträge für verschiedene öffentliche Bauten von zentraler städtebaulicher Bedeutung.
In der folgenden Realisierung dieser urbanen Projekte entstehen Werke, die von einem hohen Maß an formaler Autonomie und von einer besonderen Bezugnahme auf den Ort und seine Geschichte gekennzeichnet sind.
Diese Realisierungen markieren den Beginn eines neuen Kapitels im komplexen Werk von O.M. Ungers, den Anfang einer neuen Phase seiner morphologischen Forschung.
Den Ausgangspunkt dieser Forschung bilden in den 1950er Jahren die grundlegenden, von phänomenologischen Erwägungen geprägten Studien der Ersten Häuser, denen sich um 1965 eine Reihe von Programmatischen Projekten anschließt, die sich durch einen ausgesprochen konzeptuellen Charakter auszeichnen.
Die folgenden 1970er Jahre hingegen sind geprägt von der experimentellen Entwicklung von Strategien und Grundelementen der städtebaulichen Form.
Es entstehen Studien wie The Urban Villa oder The Urban Block sowie das Projekt Friedrichstadt Berlin, das diesen Zyklus abschließt.
Die um 1980 entstandenen Werke erweitern und vervollständigen diese experimentellen Arbeiten: Das in den 1960er und 1970er Jahren entwickelte umfassende Kompendium architektonischer Themen, das morphologische Konzepte wie das der Transformation oder das der Assemblage umfasst, wird nun mit der Realität der zeitgenössischen Stadt und ihren konkreten Bedürfnissen konfrontiert.
Es handelt sich also um einen Moment der Verifizierung von Ungers' konzeptueller Entwurfshaltung, aber auch um einen Moment der Vertiefung, in dem die Form bis zu ihrer physischen Materialisierung im konstruktiven Detail entwickelt wird.
Das Deutsche Architekturmuseum Frankfurt, die Badische Landesbibliothek Karlsruhe und die Messe Frankfurt zeigen eine große Vielfalt an Entwurfsstrategien, die von einer bescheidenen Assimilation - wie im Fall der Landesbibliothek mit ihrem präzisen Bezug auf den Genius Loci von Karlsruhe - bis hin zur völligen Neuordnung eines großen zentralen Bereichs der Stadt im Fall der Messe Frankfurt reichen, bei der eine Stadt in der Stadt mit einer starken formalen Identität vorgeschlagen wird.
Allen Projekten gemeinsam ist jedoch die Fähigkeit, einen städtischen Ort zu schaffen, der in einem umfassenden Sinn nicht nur als funktionaler Ort verstanden wird, sondern auch in seiner geistigen, historischen und gesellschaftlichen Dimension.
Es handelt sich um Bauten, die ausgehend von einem thematischen Ansatz darauf abzielen, die urbane Form, die als komplexe Gesamtheit von städtischen Räumen und architektonischen Körpern aufgefasst wird, fortzuführen, und dabei eine präzise Interpretation des konkreten Programms und des morphologischen Kontextes zu vermitteln.
Stefan Vieths (Hamburg, 1963)
Lehrt Composizione architettonica an der Università degli studi di Bergamo.
Pagine | 170 |
Data pubblicazione | Dicembre 2021 |
Data ristampa | |
Autori | Stefan Vieths |
ISBN | 8891650696 |
ean | 9788891650696 |
Tipologia prodotto | Cartaceo |
Sottotitolo | UAA ungers archiv für architekturwissenschaft, archivi storici politecnico di milano |
Collana | Politecnica |
Editore | Maggioli Editore |
Dimensione | 14,5x21,5 |