Rethinking public space
di a cura di Chiara Toscani - Ester Dedè
Spazio ordinario della periferia urbana e dello sprawl, mero prodotto funzionale delle placche commerciali sovrascalari, logistiche e residenziali; spazio residuale la cui gestione, in assenza di una pianificazione realmente orientata a restituire significato all’interno dell’urbano, è delegata a forme di occupazione estemporanea; spazio dell’incontro, ma anche della contesa e del conflitto in cui il potere esercita forme di controllo attraverso regolamentazioni e circuiti di sorveglianza; spazio dell’occasione, dell’iniziativa, del valore sociale, luogo di nuovi legami sociali e culturali, di pratiche relazionali che generano un rinnovato rapporto tra città e natura.
Spazio della rappresentazione e della rappresentatività, carico di significati simbolici racchiusi nelle pieghe della storia, nelle tracce di tessuti stratificati e di emergenze architettoniche che costruiscono urbanità. Un testo che, attraverso differenti approcci e contributi, vuole indagare la pluralità – di significati, di esprerienze progettuali e culturali - insita nel termine spazio pubblico per esplicitarne la ricchezza ma anche la difficoltà di interpretazione nel contesto contemporaneo.
Con testi di: Riccardo Balbo, Nina Bassoli, Chiara Bertoli, Marco Bovati, Antonella Bruzzese, Angelo Carchidi, Daniela Ciaffi, Simona Della Rocca, Andrea Di Franco, Andrea Di Giovanni, Antonia Di Lauro, Fulvio Irace, Jan Kudlicka, Anna Lambertini, Paola Nicolin, Elisabetta Nucera, Fernando Pino, Emanuela Saporito.
Chiara Toscani architetto, dottore di ricerca in Progettazione Architettonica e Urbana, assegnista di ricerca e docente del Laboratorio di Progettazione Architettonica e del corso integrato di Architectural Design presso il Politecnico di Milano; relatrice in convegni internazionali, autrice di articoli e saggi, curatrice di mostre. Tra le sue pubblicazioni: “Tutto il mondo deve essere colorato” in Jean Suspi G., Conservation of colour in 20th Century Architecture, Nardini Editore 2013, “Design strategies for collective spaces of sprawl city”, in Territorio 67/2013, Forme del vuoto: spazi di transizione dall’architettura al paesaggio, Maggioli 2011, L’invariante architettonico e urbano del pochè, Maggioli 2011, Giò Ponti: un albergo in Val Martello, Alinea 2011.
Ester Dedé architetto, dottoranda in Architettura,Urbanistica, Conservazione dei luoghi dell’abitare e del paesaggio presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, relatrice in convegni internazionali, autrice di articoli e saggi, curatrice di mostre, insegnante di Tecnologia, Disegno e Storia dell’Arte; ne 2012 ha frequentato il Corso di Perfezionamento in Habitat, Tecnologia e Sviluppo nei paesi in via di sviluppo presso il Politecnico di Torino e da allora la sua ricerca si concentra sui processi rigenerativi negli abitati informali del sud del mondo; dal 2004 è collaboratrice alla didattica ed esercitatrice in diversi corsi monografici e laboratori di Progettazione Architettonica presso il Politecnico di Milano.
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Pagine | 260 |
Data pubblicazione | Novembre 2014 |
Data ristampa | |
Autori | a cura di Chiara Toscani - Ester Dedè |
ISBN | 8891604422 |
ean | 9788891604422 |
Tipologia prodotto | Cartaceo |
Editore | Maggioli Editore |
Dimensione | 13x19 |