Cronache dal pubblico impiego

Trent’anni di evoluzione tra riforme, pratiche manageriali e prassi operative
28,00 €
Disponibile

Autori Renato Ruffini

Pagine 266
Data pubblicazione Giugno 2022
Data ristampa
ISBN 8891658791
ean 9788891658791
Tipo Cartaceo
Sottotitolo Trent’anni di evoluzione tra riforme, pratiche manageriali e prassi operative
Collana I fuori collana
Editore Maggioli Editore
Dimensione 17x24
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Autori Renato Ruffini

Pagine 266
Data pubblicazione Giugno 2022
Data ristampa
ISBN 8891658791
ean 9788891658791
Tipo Cartaceo
Sottotitolo Trent’anni di evoluzione tra riforme, pratiche manageriali e prassi operative
Collana I fuori collana
Editore Maggioli Editore
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I criteri di regolazione del rapporto di lavoro pubblico e le sue prassi operative, come ogni fenomeno sociale, non si sviluppano in modo lineare, ma attraverso percorsi tortuosi e dibattiti continui che ritornano di tempo in tempo sugli stessi temi.

Ne deriva che a volte è difficile comprendere l’evoluzione del pubblico impiego, sia per quanto riguarda le sue dinamiche profonde che le sue logiche immediate.

Alla fine sembra che nulla cambi, ma nella realtà la trasformazione è continua.

Per cercare di approfondire queste dinamiche, ripercorrendo la storia recente, il libro raccoglie una serie di saggi brevi che hanno costituito gli editoriali della rivista “RU - Risorse Umane nella pubblica amministrazione”, dal 2004 ad oggi.

I saggi sono sviluppati, per quanto possibile, in ordine cronologico e suddivisi per temi.

Un primo tema riguarda l’evoluzione storica del lavoro pubblico, il secondo il gioco delle riforme, il terzo la gestione del personale, il quarto la retribuzione di merito che è al centro del dibattito dal 1987, il quinto il performance management e, il sesto, la dirigenza pubblica.

L’idea di fondo che unisce tutti i saggi è che il pubblico impiego è un fenomeno sociale che coinvolge milioni di persone e, di conseguenza, le riforme possono modernizzarlo solo se agiscono direttamente sulle persone e sulle relazioni tra di esse, e non attraverso sistemi di regole tanto razionali e perfette da essere astratte e inapplicabili.

Questo implica profondo rispetto per l’ethos pubblico e per la dignità e valorizzazione del lavoratore pubblico.

La forma del saggio breve consente la lettura sia a un pubblico di esperti, che si confronteranno con le loro idee e i loro ricordi, sia a un pubblico di non specialisti interessati a riflettere su questo tema tanto importante quanto misconosciuto e oggetto di molti pregiudizi.

Renato Ruffini
Professore ordinario presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegna economia e organizzazione aziendale, gestione del personale nella P.A. e organizzazione dei controlli per l’integrità nelle organizzazioni. Dal 2004 è direttore della rivista “RU - Risorse Umane nella pubblica amministrazione”. Ha avuto ruoli di responsabilità in diverse istituzioni formative pubbliche e collabora con molte amministrazioni centrali e locali. La sua attività di ricerca si sviluppa sui temi del management pubblico, in particolare sui controlli interni, performance management, gestione del personale e sistemi di coproduzione.

I criteri di regolazione del rapporto di lavoro pubblico e le sue prassi operative, come ogni fenomeno sociale, non si sviluppano in modo lineare, ma attraverso percorsi tortuosi e dibattiti continui che ritornano di tempo in tempo sugli stessi temi.

Ne deriva che a volte è difficile comprendere l’evoluzione del pubblico impiego, sia per quanto riguarda le sue dinamiche profonde che le sue logiche immediate.

Alla fine sembra che nulla cambi, ma nella realtà la trasformazione è continua.

Per cercare di approfondire queste dinamiche, ripercorrendo la storia recente, il libro raccoglie una serie di saggi brevi che hanno costituito gli editoriali della rivista “RU - Risorse Umane nella pubblica amministrazione”, dal 2004 ad oggi.

I saggi sono sviluppati, per quanto possibile, in ordine cronologico e suddivisi per temi.

Un primo tema riguarda l’evoluzione storica del lavoro pubblico, il secondo il gioco delle riforme, il terzo la gestione del personale, il quarto la retribuzione di merito che è al centro del dibattito dal 1987, il quinto il performance management e, il sesto, la dirigenza pubblica.

L’idea di fondo che unisce tutti i saggi è che il pubblico impiego è un fenomeno sociale che coinvolge milioni di persone e, di conseguenza, le riforme possono modernizzarlo solo se agiscono direttamente sulle persone e sulle relazioni tra di esse, e non attraverso sistemi di regole tanto razionali e perfette da essere astratte e inapplicabili.

Questo implica profondo rispetto per l’ethos pubblico e per la dignità e valorizzazione del lavoratore pubblico.

La forma del saggio breve consente la lettura sia a un pubblico di esperti, che si confronteranno con le loro idee e i loro ricordi, sia a un pubblico di non specialisti interessati a riflettere su questo tema tanto importante quanto misconosciuto e oggetto di molti pregiudizi.

Renato Ruffini
Professore ordinario presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegna economia e organizzazione aziendale, gestione del personale nella P.A. e organizzazione dei controlli per l’integrità nelle organizzazioni. Dal 2004 è direttore della rivista “RU - Risorse Umane nella pubblica amministrazione”. Ha avuto ruoli di responsabilità in diverse istituzioni formative pubbliche e collabora con molte amministrazioni centrali e locali. La sua attività di ricerca si sviluppa sui temi del management pubblico, in particolare sui controlli interni, performance management, gestione del personale e sistemi di coproduzione.

Capitolo 1 Da Monsù Travet a Checco Zalone: cosa è rimasto e cosa è cambiato nel pubblico impiego in Italia
1.1. Premessa
1.2. Quesiti sui pubblici uffiziali
1.3. La storia infinita
1.4. Tutto il mondo è Paese
Capitolo 2 Il gioco pericoloso delle riforme
2.1. Premessa
2.2. Effetto Hawthorne
2.3. La neolingua del pubblico impiego riformato
2.4. Verso una nuova riforma del pubblico impiego
2.5. Che cosa è un cammello?
2.6. Alla ricerca di nuove idee per una nuova P.A.
2.7. Nuove logiche di riforma per un nuovo Stato
2.8. Smart come?
2.9. Questioni istituzionali e di merito
2.10. Le riforme riformate
2.11. Nonché la speme il desiderio è spento
2.12. L’impiego pubblico ieri, oggi e domani?
2.13. In che Stato siamo?
2.14. La stanza dei bottoni
Capitolo 3 La gestione del personale nella P.A.
3.1. Premessa
3.2. Le barriere alla produttività
3.3. Migliori si diventa
3.4. I tre pilastri per una più efficace gestione del personale
3.5. Dove va la gestione del personale
3.6. C’è ancora “posto”?
3.7. E io pago …
3.8. Sopravvivere in tempi di crisi
3.9. L’amministrazione pubblica è capace di apprendere?
Capitolo 4 Retribuzione, merito e valutazione
4.1. Premessa
4.2. Oltre la retribuzione
4.3. Principi per una buona valutazione
4.4. Perseverare è diabolico
4.5. Qual è l’ethos della pubblica amministrazione italiana?
Capitolo 5 Il performance management nella P.A.
5.1. Premessa
5.2. Performance management: il decalogo è questo
5.3. Retribuire le performance? Una questione di buon senso
5.4. Sarchiaponi manageriali
Bibliografia
Capitolo 6 Dirigere nel pubblico
6.1. Premessa
6.2. La dirigenza pubblica: teoria e pratica
6.3. Pregiudizio e orgoglio
6.4. Distinguere, separare, fondere e confondere: il difficile equilibrio tra politica e dirigenza nella P.A.
6.5. Il management come prassi
6.6. Per un nuovo “discorso” sul management pubblico e sul pubblico impiego
6.7. Beate le pubbliche amministrazioni che non hanno bisogno di eroi
6.8. Hanno ammazzato il management pubblico; il management pubblico è vivo
6.9. Alla ricerca del manager pubblico
6.10. Come deburocratizzare la burocrazia
Conclusioni
Bibliografia

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