Monza progetto parco

 
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Disponibile

Autori Sergio Boidi

Pagine 174
Data pubblicazione Ottobre 2016
Data ristampa
Autori Sergio Boidi
ISBN 8891612342
ean 9788891612342
Tipo Cartaceo
Collana Politecnica
Editore Maggioli Editore
Dimensione 21x24
  • Spedizione in 48h
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Autori Sergio Boidi

Pagine 174
Data pubblicazione Ottobre 2016
Data ristampa
Autori Sergio Boidi
ISBN 8891612342
ean 9788891612342
Tipo Cartaceo
Collana Politecnica
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Il Parco di Monza è un grande complesso naturalistico che sorge in prossimità della città di Monza. È stato progettato da Luigi Canonica all’inizio dell’Ottocento e ospita al suo interno edifici di diverso carattere e importanza. I più significativi sono le ville Mirabello e Mirabellino (XVII e XVIII secolo), che con il viale dei Carpini interposto formano un’unità tripartita; quindi, la Villa Reale, realizzata da Giuseppe Piermarini nel 1780 insieme ai Giardini. Sono inoltre presenti edifici facenti parte del sistema di strutture agricole e tecniche destinate alla manutenzione e alla coltivazione dei fondi. Tali edifici, genericamente chiamati “cascine”, associavano all’impianto tipologico adatto alla funzione produttiva un’elevata qualità architettonica, curata direttamente dal Canonica e dal suo allievo Giacomo Tazzini. Considerati tuttavia esempi minori in stile eclettico e neoclassico, è finora mancata a questi edifici la giusta attenzione per il ruolo da essi svolto nella definizione architettonica del Parco. La preoccupazione per gli aspetti ambientali ha infatti oscurato il ruolo del costruito, legato all’attività produttiva rapportata al contesto naturale, favorendone la dequalificazione e il degrado. Pertanto, la preminenza accordata alla componente verde ha reso tendenziale il giudizio di valore del Parco, facendo perdere di vista la caratteristica principale del luogo, che era data dall’intreccio singolare di natura e lavoro. Il presente studio, svolto dal Politecnico di Milano, parte da una visione integrale del Parco di Monza assumendone tutte le componenti. In questa ottica, le cascine sono considerate di importanza non inferiore a quella delle ville nel processo di rilancio dell’intera area. Se le ville rappresentano le eccellenze dal punto di vista architettonico, le cascine ne costituiscono la normalità, e sono ugualmente determinanti nella costruzione di nuovi scenari. Il programma di rilancio del Parco di Monza ha preso la forma di Progetto Integrato, dove per integrazione si intende appunto la necessaria interrelazione tra le varie componenti. Lo scopo è quello di riportare nel Parco le dinamiche funzionali che attengono al mondo della cultura e della produzione, facendo del Parco un polo di interesse per attività qualificanti riguardanti l’area milanese e briantea. L’insieme di tali attività è stato suddiviso in tre gruppi di funzioni, comprendenti aspetti culturali, formativi e produttivi (comparto industriale e artigianale), alle quali sono stati destinati edifici scelti in base alle loro caratteristiche formali e distributive. A questi raggruppamenti edilizi è stato dato il nome di “città”, intendendo così sottolineare quella che è la vocazione del costruito a diventare una realtà più solida in sinergia con l’ambiente naturale. Lo studio considera anche l’eventualità che il patrimonio edilizio esistente non basti a soddisfare nel tempo il moltiplicarsi delle attività e che alcune funzioni di cui la città di Monza risulta carente potrebbero essere fin d’ora collocate in edifici appositamente creati. Il problema del nuovo in un equilibrio delicato come quello del Parco pone indubbiamente diversi interrogativi, che diventano cruciali in relazione alle aporie dell’architettura attuale, insufficiente ad affrontare tematiche nella quali si ripropone in termini difficili il rapporto tra il “vecchio” e il “nuovo”. Una parte dello studio è dedicata a questo particolare aspetto. Senza la pretesa di arrivare a fornire soluzioni direttamente applicabili alla realtà, questa parte sviluppa delle considerazioni tendenti a richiamare questioni di carattere generale, che impongono una riflessione sui limiti dell’architettura attuale e indicano la necessità di un loro superamento attraverso la riproposizione della questione capitale della forma in architettura. 

SERGIO BOIDI, architetto e professore di Composizione Architettonica e Urbana al Politecnico di Milano, ha insegnato al Dottorato di Composizione presso lo IUAV di Venezia ed è stato Visiting Professor alla USC (University of Southern California) di Los Angeles. Ha curato mostre per la Harvard Design School (USA), la Triennale di Milano, la Biennale di Venezia e la Scuola di Architettura Civile di Milano su architetti contemporanei (Muzio, Gardella) e su tematiche storiche. Tra le pubblicazioni recenti si ricordano Progettare accanto al Moderno (2011), Sguardi (2012), Gardella. Memoria e testimonianza (2012). È autore di numerosi saggi e di articoli sull’architettura moderna e contemporanea, pubblicati in Casabella, Costruire, Ananke. 

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