Architettura e rivoluzione
Progettare lo spazio dell’infrastruttura sociale
di Nadia Bertolino
Questa pubblicazione affronta il tema del significato dell’architettura e del ruolo del progettista nel complesso scenario sociale, politico ed ambientale contemporaneo.
Attraverso una riflessione critica e teorica, supportata da precedenti storici e casi studio recenti, si analizza il processo attraverso cui lo spazio architettonico risponde a mutazioni negli equilibri sociali e politici, producendo o proponendo un contesto fisico che traduce esigenze e aspirazioni della società che cambia.
Tuttavia, se in passato questa relazione si è manifestata con chiarezza, oggi il progetto architettonico, in molti casi assuefatto alle regole del mercato neoliberale, non ci consente di delineare una chiara traiettoria.
Da qui, il provocatorio invito conclusivo a riflettere sulle parole di Sanford Kwinter, secondo cui presto non ci sarà più bisogno di architetti, a meno di non invertire la rotta.
Nadia Bertolino
Dottore di Ricerca in Composizione Architettonica e Urbana, è Assistant Professor in Teoria dell’Architettura presso Northumbria University, Newcastle, dove è titolare degli insegnamenti “Theory of Architecture 2” e “Architectural Research Methods”. Dal 2008, svolge attività didattica e di ricerca nell’ambito della progettazione e teoria dell’architettura, ricoprendo posizioni all’Università di Pavia, Politecnico di Milano, Sheffield School of Architecture e Northumbria University. A Sheffield, ha diretto il corso di laurea specialistica in Architectural Design. La sua ricerca è fortemente caratterizzata da un approccio interdisciplinare che implica l’integrazione di metodi di ricerca architettonici e delle scienze sociali. Nel 2018, ha pubblicato la monografia “Home and Community” (Routledge: London) e nel 2022 il suo saggio teorico “Architects of the Silent Revolution” è stato incluso nella rivista New Geographies 12 (Harvard University Press: Cambridge MA).
Questa pubblicazione affronta il tema del significato dell’architettura e del ruolo del progettista nel complesso scenario sociale, politico ed ambientale contemporaneo.
Attraverso una riflessione critica e teorica, supportata da precedenti storici e casi studio recenti, si analizza il processo attraverso cui lo spazio architettonico risponde a mutazioni negli equilibri sociali e politici, producendo o proponendo un contesto fisico che traduce esigenze e aspirazioni della società che cambia.
Tuttavia, se in passato questa relazione si è manifestata con chiarezza, oggi il progetto architettonico, in molti casi assuefatto alle regole del mercato neoliberale, non ci consente di delineare una chiara traiettoria.
Da qui, il provocatorio invito conclusivo a riflettere sulle parole di Sanford Kwinter, secondo cui presto non ci sarà più bisogno di architetti, a meno di non invertire la rotta.
Nadia Bertolino
Dottore di Ricerca in Composizione Architettonica e Urbana, è Assistant Professor in Teoria dell’Architettura presso Northumbria University, Newcastle, dove è titolare degli insegnamenti “Theory of Architecture 2” e “Architectural Research Methods”. Dal 2008, svolge attività didattica e di ricerca nell’ambito della progettazione e teoria dell’architettura, ricoprendo posizioni all’Università di Pavia, Politecnico di Milano, Sheffield School of Architecture e Northumbria University. A Sheffield, ha diretto il corso di laurea specialistica in Architectural Design. La sua ricerca è fortemente caratterizzata da un approccio interdisciplinare che implica l’integrazione di metodi di ricerca architettonici e delle scienze sociali. Nel 2018, ha pubblicato la monografia “Home and Community” (Routledge: London) e nel 2022 il suo saggio teorico “Architects of the Silent Revolution” è stato incluso nella rivista New Geographies 12 (Harvard University Press: Cambridge MA).
Pagine | 192 |
Data pubblicazione | Novembre 2022 |
Data ristampa | |
ISBN | 8891656001 |
ean | 9788891656001 |
Tipologia prodotto | Cartaceo |
Sottotitolo | Progettare lo spazio dell’infrastruttura sociale |
Collana | Politecnica |
Editore | Maggioli Editore |
Dimensione | 16x22 |
Prefazione di Luigi Stendardo
INTRODUZIONE – Immaginazione e azione progettuale nel territorio dell’indeterminatezza
CAPITOLO 1 – Modelli insediativi nel paesaggio: infrastruttura e forma sociale
1.1 La città cintata: lo spazio misurabile
1.2 La città per natura - la πόλις
1.3 Civitas, la città à morale
CAPITOLO 2 – Lo spazio per la società ideale: utopie e idee applicate alla realtà
2.1 ού τόποσ / εὐ τόπος
2.2 “La filosofia uccide il re”
2.3 Costruire l’utopia: modelli insediativi nel paesaggio
2.3.1 Il modello puntuale
2.3.2 Il modello lineare
2.4 Dall’utopia alle “idee applicate alla ci città ”
2.5 Il pensiero radicale
CAPITOLO 3 – Sul concetto di estetica colletti va
3.1 Collettivizzazione estetica e accettazione dello standard
3.2 La crisi del lavoro creativo
CAPITOLO 4 – Con-testo
4.1 Città e non-più città
4.1.1 Sul ‘Principio del contesto’
4.1.2 Modificazioni genetiche nei territori dell’abitare
4.1.3 Transito e presenza
4.2 Provocazione, anacronismo e possibilità
4.2.1 Una provocazione: Latent City. Dall’infrastruttura alla città sotto-il-suolo
4.2.2 Un anacronismo: VeMa. Il disegno unitario e la negazione del paesaggio
4.2.3 Una possibilità: MVRDV a Oesterlwod. Il progetto architettonico come processo di costruzione collettiva
CAPITOLO 5 – Progettare lo spazio dell’infrastruttura sociale
5.1 La ricerca di nuove relazioni con il paesaggio
5.2 Verso una definizione di “utopia sociale”
Bibliografia