Manuale per l’applicazione dei criteri sociali negli appalti pubblici

Strumenti e procedure per l’attuazione del Sustainable Public Procurement
di Luca Cellura, Toni Cellura, Giuseppina Galluzzo
ISBN 8891657855
Data pubblicazione Marzo 2022
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Cartaceo + iLibro
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Da tempo ormai i policy makers europei ed italiani hanno intuito il potenziale che gli appalti pubblici possono avere, oltre che sullo sviluppo economico di un Paese, anche nella promozione di una crescita inclusiva e sostenibile.

La recente pandemia da Covid-19 e l’emanazione degli strumenti individuati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) hanno impresso un’accelerata al processo di integrazione della sostenibilità sociale negli appalti pubblici, sottolineando l’importanza di tematiche fondamentali come l’inclusione di genere e la riduzione del tasso di disoccupazione giovanile.

Partendo da un’analisi del quadro internazionale, il manuale riesce a restituire una visione organica ed esaustiva del panorama normativo nazionale, dedicando particolare attenzione alle previsioni contenute nel Codice degli Appalti (D.Lgs. 50/2016) e alle possibilità che questo offre all’inserimento di considerazioni sociali negli appalti pubblici, dando anche debito conto degli interventi giurisprudenziali e di soft law più significativi.

Vengono, inoltre, analizzate le considerazioni sociali contenute all’interno dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) e le principali etichette, le certificazioni e i sistemi di gestione di natura sociale.

Il manuale si chiude suggerendo agli operatori, ora chiamati a considerare anche i criteri sociali negli affidamenti di appalti pubblici, esempi e buone pratiche di sustainable public procurement, sia nazionali che extranazionali.

Luca Cellura
Giurista, assegnista di ricerca del CNR, si occupa di sostenibilità energetica, ambientale e sociale. Ha superato il corso di formazione per Auditor SA8000 tenuto da SAI (social accountability international). È, inoltre, membro del Comitato Tematico Rappresentanze territoriali presso il Cluster Tecnologico Nazionale Energia.
Toni Cellura
Architetto, svolge attività professionale nel settore dei sistemi di gestione energetico-ambientale a favore di PMI, reti e cluster di imprese nonché per le Pubbliche Amministrazioni. Già autore, con Maggioli, dei manuali “L’applicazione dei criteri ambientali minimi negli appalti pubblici” e “Il nuovo manuale dei Criteri Minimi Ambientali in Edilizia”.
Giuseppina Galluzzo
Esperta di sostenibilità ambientale e sociale nell’ambito del procurement pubblico presso Consip S.p.A., da anni si occupa della promozione di metodi e applicazioni concrete in materia di produzione e consumo sostenibili. È stata componente dei tavoli tecnici del MiTE, per l’emanazione dei Criteri Ambientali Minimi, e membro dell’European Working group on Ethical IT procurement, istituito dal FISD e coordinato da ICLEI per promuovere la sostenibilità sociale negli appalti.

• Il quadro normativo internazionale, europeo e italiano
• Le principali certificazioni e i sistemi di gestione sociali
• I Criteri Ambientali Minimi e le linee guida MiTE su pari opportunità e inclusione lavorativa
• Il procurement sostenibile in Europa e Italia: esempi e best practices nei principali settori
• Politiche sociali e trend di sviluppo

Aggiornato al D.L. 77/2021 conv. in L. 108/2021 (Governance del PNRR)

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Pagine 292
Data pubblicazione Marzo 2022
Data ristampa
ISBN 8891657855
ean 9788891657855
Tipologia prodotto Cartaceo + iLibro
Sottotitolo Strumenti e procedure per l’attuazione del Sustainable Public Procurement
Collana Appalti & Contratti
Editore Maggioli Editore
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Luca Cellura, Toni Cellura, Giuseppina Galluzzo

Introduzione
Il Sustainable Public Procurement (SPP)

Capitolo I Il quadro normativo internazionale

1. Il decent work dell’ILO e l’Agenda ONU 2030 sullo sviluppo sostenibile

2. I principi guida dell’ONU e la Convenzione dell’ILO

3. Il lavoro minorile

3.1. La Convenzione n. 138 del 1973 sull’età minima

3.2. La Convenzione n. 182 del 1999 sulla proibizione delle forme peggiori di lavoro minorile

3.3. La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – art. 32

4. Il lavoro forzato e la schiavitù

4.1. La Convenzione n. 29 del 1930 sul lavoro forzato

4.2. La Convenzione n. 105 del 1957 sull’abolizione del lavoro forzato

5. Libertà di associazione sindacale, diritto di organizzazione e contrattazione collettiva

5.1. Convenzione n. 87 del 1948 sulla libertà sindacale e la protezione del diritto sindacale

5.2. La Convenzione n. 98 del 1949 sul diritto di organizzazione e di negoziazione collettiva

6. Il divieto di discriminazione sul luogo di lavoro

6.1. La Convenzione n. 100 del 1951 sull’uguaglianza di retribuzione

6.2. La Convenzione n. 111 del 1958 sulla discriminazione in materia di impiego e nelle professioni

7. Le altre Convenzioni ILO indicate nella Guida

7.1. La Convenzione ILO n. 155 sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

7.2. Convenzione 131 del 1970 sulla fissazione del salario minimo

7.3. Convenzione n. 1 del 1919 sulla durata del lavoro

7.4. Convenzione 102/1952 sulla sicurezza sociale (standard minimi)

Capitolo II Il quadro normativo europeo

1. Il manuale “Acquisti sociali – Una guida alla considerazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici” e le Direttive UE

1.1. Il concetto di “Acquisti sociali” secondo la Guida

1.2. Le indicazioni della Guida su come progettare una strategia organizzativa per gli acquisti sociali

1.3. L’identificazione delle esigenze e la pianificazione degli appalti

2. La cornice legale a livello europeo: le considerazioni sociali contenute nelle Direttive sugli appalti pubblici

2.1. I principi generali della sostenibilità nell’esecuzione dell’appalto – art. 18, par. 2

2.2. Le fasi dell’appalto - Definizione dei requisiti dell’appalto

2.2.1. Stesura delle specifiche tecniche

2.2.2. Utilizzo di specifiche prestazionali o funzionali

2.2.3. Utilizzo di varianti

2.2.4. Le etichettature

2.2.5. I processi e metodi di produzione

2.2.6. Criteri di accessibilità

2.3. Le fasi dell’appalto - Fase di selezione del fornitore

2.3.1. Criteri di esclusione

2.3.2. Criteri di selezione

2.4. Le fasi dell’appalto - La fase dell’aggiudicazione

2.4.1. Il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e i nuovi margini per i criteri sociali

2.4.2. Motivi (sociali) per i quali l’amministrazione decide di non aggiudicare l’appalto

2.5. Le fasi dell’appalto - La fase di esecuzione

2.5.1. La centralità della fase di esecuzione

2.5.2. L’articolo 18, paragrafo 2, nella fase di esecuzione

2.5.3. Il subappalto

2.6. Regimi particolari e riserve per gli appalti di natura sociale

2.6.1. Il “regime semplificato” per alcune categorie d’appalto di natura “sociale” – artt. 74-76 Direttiva 2014/24/UE

2.6.2. Gli “appalti riservati”

Capitolo III Il quadro normativo italiano

1. Le considerazioni sociali contenute nel Codice degli Appalti - D.Lgs. 50/2016

1.1. I principi di sostenibilità nell’aggiudicazione ed esecuzione degli appalti pubblici – art. 30

1.2. Gli appalti riservati – art. 112

1.3. Le consultazioni preliminari di mercato – art. 66

1.4. La possibilità di integrare criteri sociali nelle specifiche tecniche – art. 68

1.5. Le potenzialità sociali dell’utilizzo di etichettature – art. 69

1.6. Le “clausole sociali” – artt. 3, c. 1, lett. qqq) e 50

1.7. Suddivisione in lotti – art. 51

1.8. Ipotesi d’esclusione per violazioni in materia sociale e lavorativa – artt. 80 e 94, comma 2

1.9. Criteri di selezione – art. 83

1.10. Certificazione delle qualità – art. 87

1.11. Offerte anormalmente basse ed obblighi sociali e lavorativi – art. 97

1.12. Criteri di aggiudicazione dell’appalto e offerta economicamente più vantaggiosa – art. 95

1.13. Requisiti per l’esecuzione dell’appalto – art. 100

1.14. Garanzie per la partecipazione alla procedura di gara – art. 93

1.15. Il subappalto – art. 105

1.16. Il regime particolare per gli appalti di servizi sociali – artt. 140 e ss

2. Il Piano di Azione Nazionale sul Green Public Procurement e la Guida del MiTE (allora MATTM) sull’integrazione degli aspetti sociali negli appalti – D.M. 6 giugno 2012

2.1. I criteri sociali individuati nel PAN GPP e l’adozione della Guida ministeriale

2.2. Il metodo del “dialogo strutturato”

2.3. I criteri sociali nella revisione del PAN GPP del 2013

3. Le disposizioni sugli “appalti sociali” contenute nella “governance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” e le linee guida ministeriali sulle pari opportunità e inclusione lavorativa

Capitolo IV Certificazioni, etichette, sistemi di gestione

1. Le certificazioni e i sistemi di audit della responsabilità sociale – inquadramento generale

2. La Responsabilità Sociale d’Impresa: certificazioni sociali d’impresa, sistemi di gestione, codici di condotta

2.1. Lo standard SA 8000 - Social Accountability 8000

2.2. La Guida sulla responsabilità sociale: la UNI EN ISO 26000

2.3. La Guida agli acquisti sostenibili ISO 20400

2.4. Il codice di condotta amfori BSCI

2.5. Le valutazioni di sostenibilità e gli appalti pubblici: la piattaforma di EcoVadis

2.6. L’inserimento di certificazioni d’impresa e sistemi di gestione nelle procedure d’acquisto pubbliche

2.6.1. Garanzie per la partecipazione alla procedura di gara

2.6.2. Criteri di selezione

2.6.3. Criteri di aggiudicazione

2.6.4. Comprove

3. Certificazioni, etichette, marchi “sociali” di prodotto

3.1. I marchi del settore alimentare

3.1.1. Il marchio del commercio equo e solidale Fairtrade

3.1.2. Il marchio di sostenibilità UTZ-Rainforest Alliance

3.2. I marchi del settore legno/carta: il marchio FSC

3.3. I marchi del settore informatico: la certificazione TCO

3.4. I marchi del settore tessile: la certificazione Oeko-Tex Standard 1000

3.5. L’inserimento di certificazioni di prodotto nelle procedure d’acquisto pubbliche

3.5.1. Specifiche tecniche

3.5.2. Le prescrizioni del Codice dei contratti pubblici sulle etichettature

3.5.3. Comprove

4. Gli strumenti di valutazione degli impatti sociali – la LCA sociale

4.1. Il quadro generale e il rapporto con gli appalti pubblici

4.2. La Social Life Cycle Assessment (S-LCA)

4.3. La Social Organizational Life Cycle Assessment (SOLCA)

Capitolo V Il Sustainable Public Procurement in Europa

1. Gli attori europei del Sustainable Public Procurement

2. Il ruolo delle Pubbliche Amministrazioni europee

2.1. Il programma + SCC (Sustainable City Council) del Comune di Barcellona

2.2. L’organizzazione olandese PIANOo

3. Il ruolo dei centri di competenza

4. Il ruolo delle ONG e altre istituzioni

5. Esempi di Socially Responsible Public Procurement da Paesi europei

5.1. L’esempio del Regno Unito

5.2. L’esperienza dei Paesi del Nord Europa: Svezia e Norvegia

5.3. Cenni su esperienze di altri Paesi UE

6. Buone pratiche UE per l’inserimento dei criteri sociali nelle procedure di gara in diversi settori

6.1. Informatica

6.2. Tessile

6.3. Agro-alimentare

7. Innovazione sociale e occupazione

8. Making Socially Responsible Public Procurement Work: 71 nuove buone pratiche

Capitolo VI Focus sui criteri ambientali minimi del MiTE

1. I criteri ambientali minimi

2. I criteri sociali nei CAM - criteri ambientali minimi del MiTE

2.1. I criteri sociali nei CAM delle calzature da lavoro non DPI e DPI, articoli e accessori di pelle

2.2. I criteri sociali nei CAM per le forniture dei prodotti tessili

2.3. I criteri sociali nei CAM per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde

2.4. I criteri sociali nei CAM per l’affidamento del servizio di ristorazione collettiva e per la fornitura di derrate alimentari

Capitolo VII Il Sustainable Public Procurement in Italia

1. Il panorama nazionale

1.1. Le condizioni di lavoro nel settore dell’agricoltura e i fenomeni di caporalato

2. Consip: una metodologia per la sostenibilità consolidata

2.1. Gli strumenti di acquisto di Consip S.p.A.

2.2. La sostenibilità nel Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione - MePA

2.3. La sostenibilità nel Sistema Dinamico di Acquisizione della Pubblica Amministrazione - SDAPA

2.4. La sostenibilità nella rendicontazione non finanziaria di CONSIP

2.5. Esempi di applicazione del procurement sostenibile negli strumenti Consip

2.5.1. Esempi di criteri inseriti nelle gare di ristorazione

2.5.2. Esempi relativi al servizio di pulizie

2.5.3. Le buone pratiche per un approccio innovativo negli acquisti in sanità

2.5.4. Esempi relativi al settore dell’information technology

2.5.5. Altri esempi di criteri di sostenibilità ambientale e sociale

3. Le buone pratiche di soggetti aggregatori e centrali di committenza regionali

3.1. La buona pratica di Intercent-ER (Emilia-Romagna)

3.2. La buona pratica di ESTAR (Toscana)

3.3. La buona pratica di ARIA (Lombardia)

Capitolo VIII Politiche europee ed italiane d’interesse sociale

1. Gli strumenti della politica sociale europea

1.1. La Nuova Agenda Strategica dell’UE 2019-2024

1.2. La finanza sostenibile

1.3. Il Gender Procurement e i piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR)

1.4. La proposta di Direttiva Europea sulla “Sustainable Corporate Governance”

2. Strumenti nazionali di politica sociale

2.1. La Cabina di regia “Benessere Italia”

2.2. La Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile

3. Progetti italiani a valenza sociale

3.1. Progetto ESC - Economia Solidale Circolare

3.2. Progetto “Riusiamo l’Italia”

3.3. La RUS - Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile

Conclusioni

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