I controlli della Corte dei conti sui bilanci armonizzati degli enti locali e del servizio sanitario nazionale
Guida ragionata alla giurisprudenza della Corte costituzionale e delle Sezioni riunite della Corte dei conti
di Tiziano Tessaro
Esigenza non disgiunta da quella di un rinnovato rigore scientifico nella definizione dei concetti giuridici basilari introdotti, spesso con oscuri acronimi (FAL, FCDE, FPV ), dalle norme in questione.
Né si può parimenti dubitare che, a questi fini, è stato fondamentale il contributo di una giurisprudenza costituzionale estremamente feconda nell’ultimo decennio, a cui si è affiancata la cospicua elaborazione delle Sezioni riunite in speciale composizione della Corte dei conti.
Ed è proprio a questo indispensabile intento di ricomposizione organica che mira questa pubblicazione, che si propone di operare una accurata analisi e una tassonomia degli istituti dei controlli finanziari sugli enti territoriali e dell’armonizzazione contabile: non quindi attraverso la lente visuale e l’opera talvolta distorsiva della dottrina, ma unicamente mediante una sapiente operazione “chirurgica”, il più possibile oggettiva, di “estrazione” dei singoli punti salienti delle pronunce oggetto di esame.
Lo sforzo, quindi, è stato volto a rielaborare questo complesso quadro giurisprudenziale al fine di “consegnare” al lettore (sia esso un avvocato, uno studioso, un partecipante al concorso per magistrato della Corte dei conti, un funzionario o un dirigente dell’ente locale, un responsabile dei servizi finanziari, un organo di revisione) un prodotto finito, che superi eventuali distonie ed incertezze applicative, coniugando l’esigenza di completezza con quella di comprensione: dando evidenza del fatto che le singole affermazioni della Consulta e della Corte in speciale composizione hanno una loro organicità che consente al lettore di apprezzarne, rispetto agli istituti considerati, la intrinseca coerenza contenutistica.
Tiziano Tessaro
Consigliere della Corte dei conti, direttore della rivista Comuni d’Italia e del quotidiano online La Gazzetta degli enti locali, docente all’Università degli Studi Ca’ Foscari di Venezia, alla Scuola di Specializzazione in Scienze dell’Amministrazione SPISA di Bologna, all’Università degli Studi di Udine. Docente di contabilità pubblica all’Università di Brescia. Docente in corsi di formazione per funzionari delle pubbliche amministrazioni e alla Scuola di Alta formazione della Corte dei conti e autore di pubblicazioni in materia.
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Pagine | 440 |
Data pubblicazione | Ottobre 2022 |
Data ristampa | |
ISBN | 8891659903 |
ean | 9788891659903 |
Tipologia prodotto | Cartaceo + iLibro |
Sottotitolo | Guida ragionata alla giurisprudenza della Corte costituzionale e delle Sezioni riunite della Corte dei conti |
Collana | Diritto Amministrativo |
Editore | Maggioli Editore |
Dimensione | 17x24 |
Presentazione di Salvatore Cimini
Abbreviazioni
Introduzione I lustri del diritto del bilancio
Capitolo 1 La Costituzione finanziaria
1.1. L’evoluzione normativa
1.2. I destinatari dell’attuazione dei nuovi principi
1.3. La necessità di una disciplina omogenea e l’individuazione soggettiva
1.4. I contenuti della legge costituzionale n. 1 del 2012
1.5. Il principio dell’equilibrio e del divieto di disavanzi
1.6. Indebitamento e golden rule
1.6.1. La previsione dell’art. 119 Cost.
1.6.2. La ratio della norma
1.6.3. La nozione di indebitamento e di investimento
1.6.4. La nozione di spese di investimento
1.6.5. La nozione di indebitamento
1.6.6. La differenza tra spesa in conto capitale e spesa di investimento
1.6.7. Ambito soggettivo di applicazione e assimilazione ai vincoli generali di equilibrio e dei bilanci
1.6.8. La conseguente previsione della nullità degli atti e dei contratti posti in essere in violazione del divieto di ricorrere all’indebitamento (comma 15 dell’art. 30 della legge n. 289 del 2002)
1.6.9. La natura ancillare della disciplina dell’indebitamento
Capitolo 2 Principi ordinamentali e controlli intestati alla Corte dei conti
2.1. I vincoli europei
2.2. Il rispetto dei vincoli posti in sede di coordinamento della finanza pubblica
2.2.1. Il loro carattere autoapplicativo
2.3. La conseguente necessità di controlli sui bilanci preventivi e successivi delle amministrazioni interessate al consolidamento
2.4. L’attribuzione alla Corte dei conti della funzione di controllo nell’ordinamento costituzionale
2.4.1. La posizione di indipendenza
2.4.2. Le garanzie costituzionali
2.4.3. La natura di organo al servizio dello Stato-comunità
2.4.4. La natura di organo che assicura il rispetto dei vincoli derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea
2.5. Le funzioni della Corte dei conti nella Costituzione
2.5.1. La funzione di controllo e quella giurisdizionale
2.5.2. La materia della «contabilità pubblica»
Capitolo 3 I principi cardine della Costituzione in tema di relazioni finanziarie tra Stato e comunità territoriali
3.1. L’individuazione dei principi
3.1.1. Possibilità o meno di istituire fondi a destinazione vincolata nelle materie residuali regionali o concorrenti
3.1.2. Le condizioni per l’attivazione della competenza statale: la perequazione finanziaria di cui all’art. 119, quinto comma, Cost.
3.1.3. Le condizioni per l’attivazione della competenza statale: la chiamata in sussidiarietà
3.2. I parametri costituzionali degli artt. 81 e 97, primo comma, Cost.
3.3. L’esigenza solidaristica
3.3.1. Le misure normative per porre rimedio alle situazioni critiche degli enti territoriali e la loro sequenza
3.4. Il concorso necessario delle autonomie agli obiettivi di finanza pubblica
3.4.1. Il principio di leale collaborazione
3.4.2. Il quomodo dell’intervento statale
3.4.2.1. L’intesa
3.4.2.2. L’intesa forte e gli strumenti di superamento del mancato accordo
3.4.2.3. L’intesa come strumento per garantire l’equilibrio di bilancio riferito all’intero comparto regionale
3.4.3. Gli accordi in tema di saldi di finanza pubblica
3.4.4. In particolare: il vincolo del pareggio
Capitolo 4 Il controllo della Corte dei conti
4.1. Le forme del controllo
4.1.1. Non tassatività delle ipotesi normative…
4.1.2. … ed evoluzione ordinamentale. Il controllo collaborativo
4.1.3. L’introduzione ad opera del d.l. n. 174 del 2012 del controllo di legittimità-regolarità sui bilanci e rendiconti degli enti locali
4.2. Il raffronto del controllo di legittimità-regolarità in materia finanziaria con quello collaborativo e quello sugli atti
4.2.1. La diversità finalistica e morfologica
4.2.2. Profili morfologici
4.2.2.1. La concreta individuazione dei controlli di legittimità-regolarità
4.2.2.2. Esclusione dei suddetti controlli dal novero dei controlli collaborativi
4.2.2.3. La conseguente forma della decisione
4.2.3. Profili funzionali
4.2.3.1. Sul versante soggettivo: il ruolo della Corte dei conti
4.2.3.2. Sul versante oggettivo: la verifica della conformità delle (complessive) gestioni degli enti territoriali alle regole contabili e finanziarie
4.2.4. In particolare: la inerenza del controllo della Corte dei conti alla salvaguardia della copertura della spesa e degli equilibri di bilancio
4.2.4.1. La declinazione sostanziale: A) equilibrio di bilancio, copertura finanziaria e sostenibilità della spesa
4.2.4.2. B) Equilibrio di bilancio e sana gestione finanziaria
4.2.4.3. C) Necessaria correlazione tra bilancio e obbligazioni sottostanti
4.2.4.4. La declinazione temporale: A) il rispetto del principio dell’equilibrio dinamico
4.2.4.5. B) Equilibrio e doverosità delle variazioni di bilancio
4.2.4.6. Gli accorgimenti per evitare la prassi elusiva in tema di variazioni di bilancio
4.2.4.7. C) Equilibrio di bilancio e continuità degli esercizi finanziari
4.3. Funzionalità dell’equilibrio di bilancio ai principi costituzionali
4.3.1. Equilibrio di bilancio e principio di buon andamento ...
4.3.1.1. La necessaria congruenza tra funzioni e risorse
4.3.2. Equilibrio di bilancio e principi di uguaglianza, di solidarietà politica, economica e sociale
4.3.3. Equilibrio di bilancio e principio della rappresentanza democratica
4.3.3.1. Il bilancio come bene pubblico e la trasparenza dei conti
4.3.3.2. L’accountability
4.3.3.3. Il profilo patologico del principio di rappresentanza democratica
4.3.4. Equilibrio del singolo ente ed equilibrio del complesso della finanza pubblica
4.3.4.1. Individuazione
4.3.4.2. La necessaria simmetria e specularità delle poste contabili
4.3.4.3. Le disfunzioni attinenti agli equilibri e la correlata individuazione dei rimedi per superare i disequilibri strutturali
4.3.4.4. Il potere sostitutivo dello Stato. La sua individuazione
4.3.4.5. La ratio del potere sostitutivo
Capitolo 5 Il linguaggio della contabilità territoriale: l’armonizzazione contabile
5.1. L’inquadramento normativo
5.2. L’ambito costituzionale dell’armonizzazione contabile
5.2.1. Armonizzazione contabile come ambito connotato dall’intreccio di competenze trasversali, concorrenti e residuali
5.2.2. Ambito dell’armonizzazione contabile e titoli di competenza, nominati ed innominati
5.2.2.1. Illegittimità della norma regionale che procrastina la disciplina statale sui principi contabili
5.3. I profili finalistici dell’armonizzazione contabile e la correlazione con il principio dell’equilibrio di bilancio
5.3.1. Il carattere polifunzionale dell’armonizzazione dei conti pubblici
5.4. I caratteri fondamentali della competenza finanziaria potenziata
5.4.1. La logica diacronica del nuovo sistema
5.4.2. La indefettibile procedura di riaccertamento straordinario dei residui
5.4.2.1. La pulizia tardiva dei residui e la volontà legislativa
5.4.3. Le difficoltà applicative dell’armonizzazione contabile
5.4.4. La necessità di integrare le scritture contabili
5.5. I principi valevoli in tema di armonizzazione
5.5.1. Armonizzazione e principio di attendibilità
5.5.2. Armonizzazione e principio di veridicità, universalità e di integrità del bilancio
5.5.3. Armonizzazione e principio di continuità degli esercizi finanziari
5.5.3.1. Armonizzazione e principi di chiarezza e coerenza
5.5.3.2. Armonizzazione e strumentalità al coordinamento della finanza pubblica
5.5.3.3. Armonizzazione, coordinamento della finanza pubblica, principio di programmazione: la disciplina del PEG
5.5.3.4. Ambito della normativa regionale in materia di armonizzazione
5.5.4. Armonizzazione e sua funzionalità all’equilibrio dei bilanci
5.5.4.1. Il profilo patologico: gli scostamenti dai principi del d.lgs. n. 118 del 2011 in tema di armonizzazione dei conti pubblici
5.5.4.2. Il profilo patologico: il mancato rispetto dei termini e loro funzionalità al coordinamento della finanza pubblica
Capitolo 6 Le norme sul risultato di amministrazione: l’art. 186 del TUEL
6.1. Nozione
6.1.1. Il calcolo del risultato di amministrazione
6.2. La necessaria veridicità del risultato di amministrazione
6.3. La distinzione tra le poste del risultato di amministrazione e la corretta quantificazione delle partite attive e passive
6.3.1. Gli elementi fondamentali della legge di approvazione del rendiconto
6.3.2. Le patologie. Risultato di amministrazione senza previa analitica indicazione delle poste che lo compongono
6.3.3. Le patologie. Infedeltà del risultato d’amministrazione
6.3.4. Le patologie. La incorretta tenuta della contabilità ......
6.4. Il fondo cassa
6.4.1. La distinzione del risultato di amministrazione dalle giacenze di cassa
6.4.2. Il fenomeno patologico: la grave situazione di deficit di cassa
6.4.2.1. La situazione di inefficienza della riscossione
6.4.3. L’anticipazione di cassa
6.4.4. La finalità dell’anticipazione di cassa
6.4.5. Profili soggettivi
6.4.6. Il profilo patologico dell’anticipazione di tesoreria
6.4.6.1. In particolare: l’iscrizione nelle partite di giro
6.4.7. Obbligazioni pecuniarie e tempestività dei pagamenti
6.4.7.1. La disciplina dell’adempimento delle obbligazioni pecuniarie dei soggetti pubblici e il ritardo nel pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni
6.4.7.2. Il profilo patologico
6.4.7.3. Il ritardo dei pagamenti nelle transazioni commerciali degli enti del Servizio sanitario nazionale (SSN)
6.5. I residui attivi e passivi
6.5.1. La ricognizione annuale dei residui attivi e passivi come operazione propedeutica al rendiconto
6.5.2. I profili fisiologici
6.5.2.1. I requisiti di iscrizione e accertamento di somme
6.5.2.2. Le modalità di accertamento delle entrate
6.5.2.3. Fondamento giuridico
6.5.2.4. Contestualità dei presupposti
6.5.3. I profili patologici
6.5.3.1. La scorretta iscrizione dei residui
6.5.3.2. La irrituale riprogrammazione
6.5.3.3. Problematiche giuridiche, estimatorie ed organizzative afferenti ai crediti e ai debiti, e sovrastima dei flussi finanziari di entrata
6.5.4. Il riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi
6.5.4.1. Il divieto di riaccertamento parziale
6.5.5. La finalità del riaccertamento straordinario
6.6. Il fondo pluriennale vincolato
6.6.1. La nozione
6.6.2. La finalità
6.6.2.1. Distinzione del fondo pluriennale vincolato (FPV) dalla quota dell’avanzo destinata agli investimenti
6.6.3. Profili patologici
Capitolo 7 Le norme sul risultato di amministrazione: l’art. 187 del TUEL
7.1. Le quote accantonate
7.1.1. A) Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE)
7.1.1.1. La nozione
7.1.1.2. La funzione del FCDE
7.1.1.3. Le modalità di calcolo del FCDE nel bilancio e in sede di rendiconto
7.1.1.4. Il profilo patologico
7.1.1.5. FCDE e sua differenza dal FAL
7.1.2. B) Fondo rischi
7.1.3. C) Fondo perdite partecipate
7.1.3.1. Individuazione
7.1.3.2. La riconciliazione dei crediti e debiti tra ente e società
7.1.4. D) Fondo anticipazione liquidità (FAL)
7.1.4.1. Le norme che disciplinano l’anticipazione di liquidità
7.1.4.2. Le anticipazioni di liquidità comunali e regionali
7.1.4.3. La ratio delle anticipazioni di liquidità
7.1.4.4. La natura delle anticipazioni di liquidità
7.1.4.5. Carattere temporaneo e settoriale della disciplina delle anticipazioni di liquidità
7.1.4.6. La contabilizzazione dell’anticipazione di liquidità
7.1.4.7. L’iscrizione nella parte accantonata del risultato di amministrazione
7.1.4.8. Anticipazione di liquidità e sua funzionalità alla provvista di cassa
7.1.4.9. La necessaria sterilizzazione degli effetti
7.1.4.10. La patologia: l’alterazione del risultato di amministrazione
7.1.4.11. La patologia: l’utilizzo dell’anticipazione di liquidità come componente attiva degli aggregati che confluiscono nel risultato di amministrazione
7.1.4.12. Il profilo patologico e la violazione del precetto di cui all’art. 119, sesto comma, Cost.
7.1.5. L’anticipazione di liquidità contemplata dall’art. 39-ter, commi 2 e 3, del d.l. n. 162 del 2019
7.1.5.1. Il dato normativo
7.1.5.2. Il fenomeno patologico
7.1.6. In particolare, la illegittima previsione del meccanismo contenuto nel comma 2 dell’art. 39-ter del d.l. n. 162 del 2019
7.1.6.1. Lesione dell’equilibrio del bilancio e della sana gestione finanziaria
7.1.6.2. Violazione del principio di responsabilità democratica
7.1.7. In particolare, la illegittima previsione dell’art. 39-ter, comma 3, del d.l. n. 162 del 2019
7.1.7.1. La violazione degli artt. 81 e 97, primo comma, Cost.
7.1.7.2. La violazione dell’art. 119 Cost. da parte del comma 3 dell’art. 39-ter del d.l. n. 162 del 2019
7.1.7.3. La sintesi conclusiva
7.1.8. La necessità di una esatta finalizzazione dell’anticipazione di liquidità correlata alla sua corretta contabilizzazione: la nuova soluzione normativa
7.2. Le quote vincolate
7.2.1. Nozione
7.2.1.1. Allocazione delle entrate da indebitamento
7.2.2. Le conseguenze del vincolo sulla cassa
7.2.3. Apposizione del vincolo e deroga al principio di universalità
7.2.4. Le condizioni per apporre il vincolo
7.2.4.1. Il profilo patologico: l’utilizzo per cassa di somme vincolate senza la previa individuazione dell’effettiva giacenza di cassa vincolata di partenza
7.2.4.2. Il profilo patologico: quote vincolate e illegittimità dell’attività di “riprogrammazione”
7.2.4.3. Il divieto di estrapolazione di singole poste dalle risultanze degli esercizi precedenti
7.3. Quote destinate del risultato di amministrazione
7.3.1. Economie rivenienti dalla rinegoziazione dei mutui e loro utilizzo per l’abbattimento del disavanzo
7.3.2. La “destinazione” delle economie da rinegoziazione
7.3.3. Le risorse erogate per l’estinzione anticipata di mutui non devono essere computate negli equilibri di parte corrente
7.3.4. Allocazione delle economie da rinegoziazione nella lettera D del prospetto dimostrativo del risultato di amministrazione
7.4. Quota libera del risultato di amministrazione
7.4.1. Esclusione della sua assimilazione a utile di esercizio
7.4.2. Momento di accertamento
7.4.3. Concetto di economia di spesa
7.4.3.1. Economia di spesa e riprogrammazione
Capitolo 8 Il disavanzo di amministrazione
8.1. La nozione
8.2. Le tipologie di disavanzo
8.2.1. Disavanzo e disavanzi
8.3. La funzione della corretta determinazione del disavanzo
8.4. Le componenti del disavanzo
8.4.1. Le diverse modalità di ripiano delle componenti del disavanzo
8.5. Il disavanzo ordinario e la funzione certativa del calcolo del disavanzo
8.5.1. La definizione di disavanzo ordinario
8.5.2. Il conseguente piano di rientro ordinario triennale
8.5.3. Recupero del disavanzo e regola della traslazione della quota non ripianata all’esercizio successivo
8.5.4. Il ripiano del maggiore recupero dalla quota da ripianare del disavanzo e le condizioni per lo scomputo
8.5.5. Il caso della tardiva approvazione del rendiconto di un esercizio
8.6. L’eccezionalità del riassorbimento dei disavanzi oltre il ciclo di bilancio ordinario
8.6.1. Le coordinate generali
8.6.1.1. Illegittimità dell’adozione, per via legislativa, di meccanismi manipolativi dei disavanzi degli enti
8.6.1.2. Illegittimità degli interventi normativi di estensione temporale del ripiano del disavanzo
8.6.2. L’illegittimità costituzionale di norme che consentono di alterare il deficit, di sottostimare, attraverso la strumentale tenuta di più disavanzi, l’accantonamento annuale finalizzato al risanamento
8.6.2.1. Illegittimità della iscrizione in parte spesa di disavanzi convenzionalmente predeterminati e gravemente sottostimati
8.6.3. A) Il c.d. maggior disavanzo
8.6.3.1. La individuazione
8.6.3.2. Lo smaltimento trentennale
8.6.3.3. La sperimentazione e l’emersione di disavanzi
8.6.4. B) Il disavanzo tecnico
8.6.4.1. Corretta, nominativa ed analitica individuazione dei creditori e dei debitori coinvolti nel calcolo delle operazioni
8.6.4.2. Fattispecie di copertura con rinvio agli esercizi futuri
8.6.4.3. Disavanzi derivanti da cancellazioni tardive e ripiano trentennale
8.6.5. C) Il disavanzo da non corretta contabilizzazione delle anticipazioni di liquidità e dell’extradeficit
8.6.5.1. La individuazione delle fattispecie
8.6.5.2. La previsione normativa contemplata dall’art. 2, comma 6, del d.l. n. 78 del 2015
8.6.5.3. Il profilo patologico
8.6.5.4. Le conseguenze applicative della declaratoria di illegittimità
8.6.5.5. La previsione dell’art. 39-ter del d.l. n. 162 del 2019, convertito in legge n. 8 del 2020
8.6.5.6. La illegittimità dell’art. 39-ter del d.l. n. 162 del 2019: il divieto di ripagare debito (gli oneri di restituzione della quota annuale del FAL) con lo stesso debito (l’anticipazione di liquidità)
Capitolo 9 Il pareggio di bilancio
9.1. Inquadramento normativo
9.1.1. Il superamento delle norme concernenti la disciplina del patto di stabilità interno degli enti locali ad opera dell’art. 1, comma 707, della legge 28 dicembre 2015, n. 208
9.2. Le pronunce della Corte costituzionale
9.2.1. La prima pronuncia interpretativa di rigetto della Consulta
9.2.2. La seconda pronuncia della Consulta di illegittimità costituzionale
9.2.3. L’affermazione in particolare del principio del divieto di prelievo forzoso dell’avanzo di amministrazione
9.2.4. Individuazione delle entrate «finali» e computo del fondo pluriennale vincolato
9.2.4.1. La qualificazione del fondo pluriennale vincolato
9.2.4.2. La prima sentenza della Corte costituzionale sul fondo pluriennale vincolato e sulla sua computabilità nei saldi di finanza pubblica
9.2.4.3. La seconda sentenza della Corte costituzionale sul divieto di utilizzo del fondo pluriennale vincolato ai fini del computo dei saldi di finanza pubblica
9.3. Le condizioni affermate dalla Consulta per l’utilizzo delle risorse derivanti dall’avanzo e dal fondo pluriennale vincolato ai fini del saldo di finanza pubblica
9.3.1. La regola generale della necessità delle intese
9.3.1.1. In particolare: la necessità delle intese per l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione ai fini del saldo di finanza pubblica
9.3.2. Le condizioni eccezionali che ammettono un prelievo unilaterale
9.3.3. Le sanzioni per la violazione degli obblighi finanziari
9.3.4. Il conseguente oggetto della verifica sul saldo di finanza pubblica affidata alle Sezioni di controllo
Capitolo 10 I rimedi cogenti e giustiziali della Corte dei conti
10.1. La funzione di controllo intestata alla Sezione regionale
10.1.1. La differenza tra controllo collaborativo e controllo cogente
10.1.2. La non ascrivibilità al controllo collaborativo della previsione dell’art. 148-bis TUEL
10.1.3. L’ascrivibilità del sindacato sui bilanci degli enti territoriali alla categoria del controllo di legittimità
10.1.4. La natura di Organo magistratuale neutrale e indipendente delle Sezioni regionali di controllo
10.1.5. Conformità ai principi costituzionali della procedura
10.1.5.1. Inammissibilità di un potere di riesame
10.1.6. Il necessario ausilio dell’organo di revisione
10.1.7. Organo di revisione e sua ascrivibilità agli organi di controllo interno
10.2. Le forme del controllo cogente
10.2.1. La previsione dell’art. 148-bis TUEL
10.2.2. I parametri del controllo ex art. 148-bis TUEL
10.2.2.1. A) Il parametro dell’equilibrio di bilancio
10.2.2.1.1. I profili patologici degli equilibri di bilancio
10.2.2.2. B) Il parametro dei vincoli derivanti dal patto di stabilità interno
10.2.2.2.1. Inquadramento normativo
10.2.2.2.2. Patto di stabilità e vincoli di finanza pubblica
10.2.2.2.3. Difetto di coordinamento formale e interpretazione correttiva
10.2.2.2.4. I profili patologici: il comportamento elusivo dei vincoli di finanza pubblica
10.2.2.3. C) Il parametro dell’indebitamento
10.2.2.3.1. I concetti di indebitamento e di investimento
10.2.2.3.2. La competenza statale a definire il concetto di indebitamento
10.2.2.3.3. La sostenibilità dell’indebitamento
10.2.2.4. D) Il parametro della sana gestione
10.2.3. Le misure interdittive
10.2.3.1. Le misure correttive
10.2.4. La necessaria proporzionalità delle misure correttive da adottare
10.2.4.1. Il concetto di “mancata copertura” ex art. 148-bis, comma 3, TUEL
10.2.4.2. Il concetto di “insussistenza della relativa sostenibilità finanziaria” ex art. 148-bis, comma 3, TUEL
10.2.4.3. La necessaria specificazione dei programmi di spesa oggetto del blocco
10.2.4.4. L’individuazione dei programmi di spesa. L’esclusione della c.d. spesa vincolata od obbligatoria
10.2.4.5. Le misure correttive e la necessaria attualizzazione della situazione economico-finanziaria del Comune
10.2.5. Il momento della cessazione del blocco della spesa
10.2.6. Natura giuridica delle pronunce ex art. 148-bis TUEL
10.2.7. L’articolazione bifasica del contraddittorio
10.2.7.1. L’avvicinamento delle pronunce al sindacato giurisdizionale
10.2.8. Esclusione della natura collaborativa del controllo ex art. 148-bis TUEL
10.2.8.1. La forma della sentenza
10.2.9. Il pericolo del c.d. bis in idem
10.2.9.1. Il pericolo di violazione del ne bis in idem in caso di applicazione della sanzione pecuniaria da dissesto (art. 248, comma 5, TUEL) e della misura interdittiva personale (art. 248, comma 5-bis, TUEL)
10.2.9.2. Obbligo di denuncia dell’art. 52, comma 4, del codice di giustizia contabile
10.2.10. Il rapporto tra funzione nomofilattica della Sezione autonomie e l’esercizio del potere giurisdizionale sulle delibere di controllo delle Sezioni regionali attribuito alle Sezioni Riunite della Corte dei conti in speciale composizione
Capitolo 11 Il piano di riequilibrio finanziario pluriennale
11.1. La procedura di ricorso al PRFP
11.1.1. La nozione: il presupposto dello squilibrio
11.1.1.1. La conseguente necessità di una corretta e veritiera rappresentazione di tutti i fattori di squilibrio
11.1.1.2. Esclusione della natura del PRFP come mero piano di rateizzazione
11.1.2. La ratio del PRFP e l’esigenza del conseguimento di un risanamento effettivo
11.1.3. Effetti del ricorso alla procedura di riequilibrio pluriennale
11.1.3.1. L’istituto del riequilibrio finanziario pluriennale quale fattispecie del tutto eccezionale e straordinaria
11.1.4. Rapporto tra procedura di PRFP e procedura di dissesto
11.1.4.1. Affermata preferenza del piano di riequilibrio al dissesto sul piano meramente procedurale
11.1.4.2. Il verificarsi di circostanze sopravvenute
11.1.5. Natura del controllo sui PRFP
11.1.5.1. Esclusione della natura collaborativa del controllo
11.1.5.2. Esclusione della natura amministrativa del controllo
11.1.5.3. La differenza tra controllo ex art. 148-bis e controllo ex art. 243 TUEL
11.1.5.4. Rapporto tra pendenza del piano di riequilibrio ed esercizio dell’art. 148-bis TUEL
11.1.5.5. Permanenza del potere interdittivo ex art. 148-bis TUEL in pendenza dell’istruttoria sul piano di riequilibrio
11.1.5.6. L’incostituzionalità del primo periodo del quinto comma dell’art. 243-bis TUEL
11.2. Oggetto della verifica sul PRFP della Sezione regionale di controllo
11.2.1. Oggetto della verifica in fase di c.d. omologazione
11.2.1.1. Valutazione della gestione degli esercizi finanziari in cui, medio tempore, si è data attuazione al PRFP
11.2.2. Oggetto della verifica nella fase attuativa
11.3. I contenuti della verifica in occasione della c.d. omologazione
11.3.1. A) Congruenza col fatto: la condizione di squilibrio strutturale come condizione dell’azione
11.3.2. B) Congruenza col tempo: tempestività dell’approvazione del PRFP come questione preliminare
11.3.2.1. La scansione procedimentale
11.3.3. L’esecutività della delibera di ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale
11.3.4. La pubblicazione e la trasmissione entro 5 giorni dalla data di esecutività
11.3.4.1. La disciplina legislativa
11.3.4.2. La competenza a verificare la tempestività della presentazione del piano
11.3.4.3. La individuazione della data di esecutività della delibera
11.3.4.4. La relazione della Commissione ministeriale
11.3.5. Obbligatorietà dell’istruttoria ministeriale
11.3.6. La natura del termine assegnato alla Sezione regionale
11.3.7. Lunghezza della fase istruttoria ministeriale e obbligo di adeguamento delle valutazioni
11.3.7.1. La possibilità di discostarsi dalle conclusioni della relazione
11.3.7.2. Contraddittorio e notifica alla Sezione regionale di controllo
11.3.8. C) Congruenza dell’obiettivo e dei mezzi
11.3.8.1. La struttura bipartita e i contenuti essenziali del piano
11.3.8.2. Il giudizio sulla congruità del piano di riequilibrio
11.3.8.3. La valutazione di congruenza
11.3.9. L’oggetto dello scrutinio in fase di c.d. omologazione
11.3.9.1. Non presumibilità del giudizio di congruità ed inesistenza del favor ri-aequilibrii
11.3.9.2. La necessaria visione dinamica ed aggiornata della situazione finanziaria, economica e patrimoniale
11.3.9.3. Il diniego di approvazione comporta la decadenza da tutte quelle facoltà implicanti possibili modifiche del piano che non siano state in precedenza esercitate per libera scelta dell’ente
11.3.9.4. L’estensione della cognizione delle Sezioni Riunite allo jus superveniens
11.3.10. La ricognizione della massa attiva
11.3.10.1. L’attendibilità delle previsioni di entrata
11.3.10.2. Fondo di rotazione e anticipazione a valere sul fondo
11.3.10.3. L’inammissibilità di un accesso al fondo “sganciato” dai termini perentori
11.3.10.4. La finalizzazione e temporizzazione delle risorse aggiuntive riversate sul fondo di rotazione
11.3.10.5. Il periodo per la restituzione del fondo
11.3.11. L’influenza della liquidità e della giacenza di cassa libera
11.3.12. La ricognizione della massa debitoria
11.3.12.1. L’esigenza della corretta quantificazione della massa passiva
11.3.12.2. La ricognizione dei debiti fuori bilancio
11.3.12.3. La nozione di debito fuori bilancio
11.3.12.3.1. L’attinenza della materia del riconoscimento di debito fuori bilancio all’armonizzazione, al coordinamento della finanza pubblica e all’ordinamento civile
11.3.12.4. Esclusione di rilevanza alle operazioni di rinegoziazione delle posizioni di mutuo in essere con la Cassa DD.PP.
11.3.12.5. Il tempo della ricognizione dei debiti fuori bilancio
11.3.12.6. Il profilo patologico della mancanza di accordi per l’eventuale rateizzazione dei debiti fuori bilancio
11.3.13. Il profilo patologico della situazione di disavanzo reale incerta e/o inesatta preclusiva all’approvazione del piano
11.3.13.1. Il profilo patologico della errata determinazione dei debiti fuori bilancio
11.4. La verifica nella fase attuativa. La vigilanza sul piano di riequilibrio
11.4.1. La ratio garantistica della previsione
11.4.2. L’oggetto dello scrutinio della Sezione regionale in fase attuativa
11.4.2.1. In particolare: il risultato di amministrazione da porre a raffronto con il dato programmatico
11.4.3. Il profilo patologico: il grave e reiterato mancato rispetto degli obiettivi intermedi
11.4.3.1. Inesistenza di vincoli procedurali a carico delle Sezioni regionali e di profili di affidamento
11.4.4. Lo scostamento dei risultati di bilancio in termini di durata e gravità
11.4.5. La non consentita sovrapposizione tra il giudizio di congruenza sul PRFP e quello sulla sua esecuzione
11.4.6. Permanenza del potere della Sezione nel caso di assenza di precedenti verifiche semestrali, concentrate in unica soluzione
11.5. I principi applicabili: la perentorietà dei termini, la limitata revocabilità e l’intangibilità della procedura
11.5.1. La perentorietà dei termini
11.5.2. La limitata revocabilità dei piani di riequilibrio
11.5.3. L’intangibilità dello strumento di riequilibrio
11.5.3.1. L’eccezionalità delle previsioni derogatorie e la perentorietà dei termini per la rimodulazione e riformulazione del PRFP
11.5.3.2. Distinzione tra “riformulazione” e “rimodulazione” del PRFP
11.5.4. La condizione preliminare per l’esercizio della facoltà di riformulazione e/o rimodulazione del piano
11.5.4.1. In particolare: la previsione dell’art. 1, comma 714, della legge n. 208 del 2015
11.5.4.2. In particolare: la previsione dei commi 992 e 993 dell’art. 1 della legge n. 234 del 2021
11.5.4.3. In particolare, la comunicazione prescritta dal comma 993 dell’art. 1 della legge n. 234 del 2021
Capitolo 12 Il giudizio avanti le Sezioni Riunite in speciale composizione
12.1. La previsione dell’art. 11 del codice di giustizia contabile e il riparto di giurisdizione per materia
12.1.1. La pretesa violazione del principio di naturalità del Giudice
12.2. Caratteristiche del giudizio
12.2.1. Natura del giudizio e ambito della cognizione
12.2.2. La c.d. doppia perimetrazione
12.3. La ricostruzione del sistema in termini bifasici: la fase non contenziosa e la fase eventuale di carattere contenzioso
12.3.1. Finalità diverse delle due fasi
12.3.2. Forme della prima fase
12.3.3. Forme della fase contenziosa
12.3.3.1. Il necessario doppio presupposto per la fase contenziosa
12.3.3.2. Ambito oggettivo delle delibere impugnabili e giustiziabilità delle posizioni soggettive eventualmente lese da una deliberazione assunta in sede di controllo
12.3.3.3. Gli effetti lesivi delle delibere di controllo finanziario per l’ente locale
12.3.3.4. La lesività delle delibere di controllo finanziario nei confronti dei terzi e la impugnabilità da parte di questi
12.3.4. Il ruolo del P.M. nei giudizi a istanza di parte nella materia dei piani di riequilibrio degli enti locali
12.3.5. L’espressione “giudizio in corso” previsto dall’art. 1, all. 3, del d.lgs. n. 174 del 2016 per il ricorso in revocazione
Capitolo 13 Le conseguenze tratte dalla giurisprudenza costituzionale circa la legittimazione della Sezione di controllo della Corte dei conti a sollevare questioni incidentali di legittimità
13.1. La affermata natura paragiurisdizionale del controllo di legittimità-regolarità
13.2. Il profilo soggettivo e l’individuazione del Giudice a quo
13.2.1. La Corte dei conti come Giudice a quo in sede di controllo di legittimità
13.2.2. La Corte dei conti come Giudice a quo in sede di giudizio di parificazione dei rendiconti regionali
13.2.3. La Corte dei conti come Giudice a quo in sede di esame della congruenza del piano di riequilibrio finanziario pluriennale
13.2.4. La Corte dei conti come Giudice a quo in sede di controlli di legittimità-regolarità
13.3. Il profilo oggettivo
13.3.1. Il divieto di zone franche dal sindacato costituzionale
13.3.2. Le condizioni per sollevare la questione di legittimità costituzionale
13.3.2.1. In sede di giudizio di parifica
13.3.2.2. L’ampIiamento dei parametri di legittimità costituzionale in sede di parificazione
13.3.2.3. In sede di controllo sugli enti del SSN
Capitolo 14 Il Servizio sanitario nazionale e la verifica sui bilanci
14.1. I profili oggettivi
14.1.1. Il Servizio sanitario nazionale
14.1.2. I livelli essenziali di assistenza (LEA)
14.1.3. La necessaria proiezione in termini finanziari, nei bilanci preventivi e nei rendiconti, dei LEA come normativamente fissati
14.2. La determinazione, il finanziamento e l’erogazione dei LEA
14.2.1. Il d.P.C.M. del 12 gennaio 2017
14.2.2. In particolare: il sistema complessivo di finanziamento del Servizio sanitario nazionale
14.2.3. La centralità della perimetrazione
14.3. La rappresentazione contabile e la norma dell’art. 29, comma 1, lett. c), del d.lgs. n. 118 del 2011
14.4. I profili soggettivi
14.4.1. Le competenze
14.4.2. La dialettica Stato-Regioni
14.4.3. Trasversalità e leale collaborazione
14.4.4. Collaborazione Stato-Regioni nella determinazione delle spese sanitarie
14.4.5. Il connesso principio di simmetria della separazione
14.4.6. Il monitoraggio dei LEA da parte dello Stato
14.5. Il controllo della Corte dei conti
14.5.1. L’oggetto del controllo
14.5.2. La qualificazione come controlli di legittimità-regolarità
14.5.3. Gli esiti cogenti interdittivi dei controlli
14.5.4. Il limite della spesa costituzionalmente necessaria
14.5.5. Vincolo di destinazione di eventuali risparmi nella gestione del Servizio sanitario nazionale a finalità sanitarie
Capitolo 15 Il sindacato delle Sezioni Riunite in speciale composizione sulle delibere delle Sezioni regionali in tema di detenzione delle società partecipate
15.1. Inquadramento normativo
15.2. Le questioni rilevanti
15.2.1. La nozione pubblicistica di controllo
15.2.2. La natura delle delibere della Sezione regionale sulla ricognizione delle partecipazioni
15.2.2.1. La conseguente legittimazione all’impugnazione della partecipante
15.2.2.2. Interesse all’impugnazione
15.2.3. La ricostruzione in termini di giurisdizione di diritto oggettivo, attivabile per effetto “di parti’’