I controlli della Corte dei conti sui bilanci armonizzati degli enti locali e del servizio sanitario nazionale

Guida ragionata alla giurisprudenza della Corte costituzionale e delle Sezioni riunite della Corte dei conti
46,00 €
Disponibile

Autori Tiziano Tessaro

Pagine 440
Data pubblicazione Ottobre 2022
Data ristampa
ISBN 8891659903
ean 9788891659903
Tipo Cartaceo + iLibro
Sottotitolo Guida ragionata alla giurisprudenza della Corte costituzionale e delle Sezioni riunite della Corte dei conti
Collana Diritto Amministrativo
Editore Maggioli Editore
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Data pubblicazione Ottobre 2022
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Sottotitolo Guida ragionata alla giurisprudenza della Corte costituzionale e delle Sezioni riunite della Corte dei conti
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Non c’è dubbio che l’alluvione di riforme - e segnatamente quella dei controlli (D.L. 174/2012) e del linguaggio contabile (D.Lgs. 118/2011) - che ha interessato il mondo degli enti territoriali (Regioni, enti locali, enti del SSN) postuli, tra le tante, una esigenza imprescindibile per chi si accinge a studiare la materia: quella, cioè, di una ricostruzione sistematica degli istituti.

Esigenza non disgiunta da quella di un rinnovato rigore scientifico nella definizione dei concetti giuridici basilari introdotti, spesso con oscuri acronimi (FAL, FCDE, FPV ), dalle norme in questione.

Né si può parimenti dubitare che, a questi fini, è stato fondamentale il contributo di una giurisprudenza costituzionale estremamente feconda nell’ultimo decennio, a cui si è affiancata la cospicua elaborazione delle Sezioni riunite in speciale composizione della Corte dei conti.

Ed è proprio a questo indispensabile intento di ricomposizione organica che mira questa pubblicazione, che si propone di operare una accurata analisi e una tassonomia degli istituti dei controlli finanziari sugli enti territoriali e dell’armonizzazione contabile: non quindi attraverso la lente visuale e l’opera talvolta distorsiva della dottrina, ma unicamente mediante una sapiente operazione “chirurgica”, il più possibile oggettiva, di “estrazione” dei singoli punti salienti delle pronunce oggetto di esame.

Lo sforzo, quindi, è stato volto a rielaborare questo complesso quadro giurisprudenziale al fine di “consegnare” al lettore (sia esso un avvocato, uno studioso, un partecipante al concorso per magistrato della Corte dei conti, un funzionario o un dirigente dell’ente locale, un responsabile dei servizi finanziari, un organo di revisione) un prodotto finito, che superi eventuali distonie ed incertezze applicative, coniugando l’esigenza di completezza con quella di comprensione: dando evidenza del fatto che le singole affermazioni della Consulta e della Corte in speciale composizione hanno una loro organicità che consente al lettore di apprezzarne, rispetto agli istituti considerati, la intrinseca coerenza contenutistica.

Tiziano Tessaro
Consigliere della Corte dei conti, direttore della rivista Comuni d’Italia e del quotidiano online La Gazzetta degli enti locali, docente all’Università degli Studi Ca’ Foscari di Venezia, alla Scuola di Specializzazione in Scienze dell’Amministrazione SPISA di Bologna, all’Università degli Studi di Udine. Docente di contabilità pubblica all’Università di Brescia. Docente in corsi di formazione per funzionari delle pubbliche amministrazioni e alla Scuola di Alta formazione della Corte dei conti e autore di pubblicazioni in materia.

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Presentazione di Salvatore Cimini

Abbreviazioni

Introduzione I lustri del diritto del bilancio

Capitolo 1 La Costituzione finanziaria

1.1. L’evoluzione normativa

1.2. I destinatari dell’attuazione dei nuovi principi

1.3. La necessità di una disciplina omogenea e l’individuazione soggettiva

1.4. I contenuti della legge costituzionale n. 1 del 2012

1.5. Il principio dell’equilibrio e del divieto di disavanzi

1.6. Indebitamento e golden rule

1.6.1. La previsione dell’art. 119 Cost.

1.6.2. La ratio della norma

1.6.3. La nozione di indebitamento e di investimento

1.6.4. La nozione di spese di investimento

1.6.5. La nozione di indebitamento

1.6.6. La differenza tra spesa in conto capitale e spesa di in­vestimento

1.6.7. Ambito soggettivo di applicazione e assimilazione ai vincoli generali di equilibrio e dei bilanci

1.6.8. La conseguente previsione della nullità degli atti e dei contratti posti in essere in violazione del divieto di ri­correre all’indebitamento (comma 15 dell’art. 30 della legge n. 289 del 2002)

1.6.9. La natura ancillare della disciplina dell’indebitamento

Capitolo 2 Principi ordinamentali e controlli intestati alla Corte dei conti

2.1. I vincoli europei

2.2. Il rispetto dei vincoli posti in sede di coordinamento della fi­nanza pubblica

2.2.1. Il loro carattere autoapplicativo

2.3. La conseguente necessità di controlli sui bilanci preventivi e suc­cessivi delle amministrazioni interessate al consolidamento

2.4. L’attribuzione alla Corte dei conti della funzione di controllo nell’ordinamento costituzionale

2.4.1. La posizione di indipendenza

2.4.2. Le garanzie costituzionali

2.4.3. La natura di organo al servizio dello Stato-comunità

2.4.4. La natura di organo che assicura il rispetto dei vincoli derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione euro­pea

2.5. Le funzioni della Corte dei conti nella Costituzione

2.5.1. La funzione di controllo e quella giurisdizionale

2.5.2. La materia della «contabilità pubblica»

Capitolo 3 I principi cardine della Costituzione in tema di relazioni finanziarie tra Stato e comunità territoriali

3.1. L’individuazione dei principi

3.1.1. Possibilità o meno di istituire fondi a destinazione vin­colata nelle materie residuali regionali o concorrenti

3.1.2. Le condizioni per l’attivazione della competenza stata­le: la perequazione finanziaria di cui all’art. 119, quin­to comma, Cost.

3.1.3. Le condizioni per l’attivazione della competenza stata­le: la chiamata in sussidiarietà

3.2. I parametri costituzionali degli artt. 81 e 97, primo comma, Cost.

3.3. L’esigenza solidaristica

3.3.1. Le misure normative per porre rimedio alle situazioni critiche degli enti territoriali e la loro sequenza

3.4. Il concorso necessario delle autonomie agli obiettivi di finanza pubblica

3.4.1. Il principio di leale collaborazione

3.4.2. Il quomodo dell’intervento statale

3.4.2.1. L’intesa

3.4.2.2. L’intesa forte e gli strumenti di superamento del mancato accordo

3.4.2.3. L’intesa come strumento per garantire l’equi­librio di bilancio riferito all’intero comparto regionale

3.4.3. Gli accordi in tema di saldi di finanza pubblica

3.4.4. In particolare: il vincolo del pareggio

Capitolo 4 Il controllo della Corte dei conti

4.1. Le forme del controllo

4.1.1. Non tassatività delle ipotesi normative…

4.1.2. … ed evoluzione ordinamentale. Il controllo collabo­rativo

4.1.3. L’introduzione ad opera del d.l. n. 174 del 2012 del controllo di legittimità-regolarità sui bilanci e rendi­conti degli enti locali

4.2. Il raffronto del controllo di legittimità-regolarità in materia finanziaria con quello collaborativo e quello sugli atti

4.2.1. La diversità finalistica e morfologica

4.2.2. Profili morfologici

4.2.2.1. La concreta individuazione dei controlli di legittimità-regolarità

4.2.2.2. Esclusione dei suddetti controlli dal novero dei controlli collaborativi

4.2.2.3. La conseguente forma della decisione

4.2.3. Profili funzionali

4.2.3.1. Sul versante soggettivo: il ruolo della Corte dei conti

4.2.3.2. Sul versante oggettivo: la verifica della con­formità delle (complessive) gestioni degli enti territoriali alle regole contabili e finan­ziarie

4.2.4. In particolare: la inerenza del controllo della Corte dei conti alla salvaguardia della copertura della spesa e degli equilibri di bilancio

4.2.4.1. La declinazione sostanziale: A) equilibrio di bilancio, copertura finanziaria e sostenibili­tà della spesa

4.2.4.2. B) Equilibrio di bilancio e sana gestione fi­nanziaria

4.2.4.3. C) Necessaria correlazione tra bilancio e ob­bligazioni sottostanti

4.2.4.4. La declinazione temporale: A) il rispetto del principio dell’equilibrio dinamico

4.2.4.5. B) Equilibrio e doverosità delle variazioni di bilancio

4.2.4.6. Gli accorgimenti per evitare la prassi elusiva in tema di variazioni di bilancio

4.2.4.7. C) Equilibrio di bilancio e continuità degli esercizi finanziari

4.3. Funzionalità dell’equilibrio di bilancio ai principi costituzio­nali

4.3.1. Equilibrio di bilancio e principio di buon andamento ...

4.3.1.1. La necessaria congruenza tra funzioni e ri­sorse

4.3.2. Equilibrio di bilancio e principi di uguaglianza, di so­lidarietà politica, economica e sociale

4.3.3. Equilibrio di bilancio e principio della rappresentanza democratica

4.3.3.1. Il bilancio come bene pubblico e la traspa­renza dei conti

4.3.3.2. L’accountability

4.3.3.3. Il profilo patologico del principio di rappre­sentanza democratica

4.3.4. Equilibrio del singolo ente ed equilibrio del complesso della finanza pubblica

4.3.4.1. Individuazione

4.3.4.2. La necessaria simmetria e specularità delle poste contabili

4.3.4.3. Le disfunzioni attinenti agli equilibri e la correlata individuazione dei rimedi per su­perare i disequilibri strutturali

4.3.4.4. Il potere sostitutivo dello Stato. La sua indi­viduazione

4.3.4.5. La ratio del potere sostitutivo

Capitolo 5 Il linguaggio della contabilità territoriale: l’armonizzazione conta­bile

5.1. L’inquadramento normativo

5.2. L’ambito costituzionale dell’armonizzazione contabile

5.2.1. Armonizzazione contabile come ambito connotato dall’intreccio di competenze trasversali, concorrenti e residuali

5.2.2. Ambito dell’armonizzazione contabile e titoli di com­petenza, nominati ed innominati

5.2.2.1. Illegittimità della norma regionale che pro­crastina la disciplina statale sui principi con­tabili

5.3. I profili finalistici dell’armonizzazione contabile e la correla­zione con il principio dell’equilibrio di bilancio

5.3.1. Il carattere polifunzionale dell’armonizzazione dei conti pubblici

5.4. I caratteri fondamentali della competenza finanziaria poten­ziata

5.4.1. La logica diacronica del nuovo sistema

5.4.2. La indefettibile procedura di riaccertamento straordi­nario dei residui

5.4.2.1. La pulizia tardiva dei residui e la volontà le­gislativa

5.4.3. Le difficoltà applicative dell’armonizzazione contabile

5.4.4. La necessità di integrare le scritture contabili

5.5. I principi valevoli in tema di armonizzazione

5.5.1. Armonizzazione e principio di attendibilità

5.5.2. Armonizzazione e principio di veridicità, universalità e di integrità del bilancio

5.5.3. Armonizzazione e principio di continuità degli eserci­zi finanziari

5.5.3.1. Armonizzazione e principi di chiarezza e co­erenza

5.5.3.2. Armonizzazione e strumentalità al coordina­mento della finanza pubblica

5.5.3.3. Armonizzazione, coordinamento della fi­nanza pubblica, principio di programmazio­ne: la disciplina del PEG

5.5.3.4. Ambito della normativa regionale in materia di armonizzazione

5.5.4. Armonizzazione e sua funzionalità all’equilibrio dei bilanci

5.5.4.1. Il profilo patologico: gli scostamenti dai principi del d.lgs. n. 118 del 2011 in tema di armonizzazione dei conti pubblici

5.5.4.2. Il profilo patologico: il mancato rispetto dei termini e loro funzionalità al coordinamento della finanza pubblica

Capitolo 6 Le norme sul risultato di amministrazione: l’art. 186 del TUEL

6.1. Nozione

6.1.1. Il calcolo del risultato di amministrazione

6.2. La necessaria veridicità del risultato di amministrazione

6.3. La distinzione tra le poste del risultato di amministrazione e la corretta quantificazione delle partite attive e passive

6.3.1. Gli elementi fondamentali della legge di approvazione del rendiconto

6.3.2. Le patologie. Risultato di amministrazione senza pre­via analitica indicazione delle poste che lo compongo­no

6.3.3. Le patologie. Infedeltà del risultato d’amministrazio­ne

6.3.4. Le patologie. La incorretta tenuta della contabilità ......

6.4. Il fondo cassa

6.4.1. La distinzione del risultato di amministrazione dalle giacenze di cassa

6.4.2. Il fenomeno patologico: la grave situazione di deficit di cassa

6.4.2.1. La situazione di inefficienza della riscossione

6.4.3. L’anticipazione di cassa

6.4.4. La finalità dell’anticipazione di cassa

6.4.5. Profili soggettivi

6.4.6. Il profilo patologico dell’anticipazione di tesoreria

6.4.6.1. In particolare: l’iscrizione nelle partite di giro

6.4.7. Obbligazioni pecuniarie e tempestività dei pagamenti

6.4.7.1. La disciplina dell’adempimento delle obbli­gazioni pecuniarie dei soggetti pubblici e il ritardo nel pagamento dei debiti delle pub­bliche amministrazioni

6.4.7.2. Il profilo patologico

6.4.7.3. Il ritardo dei pagamenti nelle transazioni commerciali degli enti del Servizio sanitario nazionale (SSN)

6.5. I residui attivi e passivi

6.5.1. La ricognizione annuale dei residui attivi e passivi come operazione propedeutica al rendiconto

6.5.2. I profili fisiologici

6.5.2.1. I requisiti di iscrizione e accertamento di somme

6.5.2.2. Le modalità di accertamento delle entrate

6.5.2.3. Fondamento giuridico

6.5.2.4. Contestualità dei presupposti

6.5.3. I profili patologici

6.5.3.1. La scorretta iscrizione dei residui

6.5.3.2. La irrituale riprogrammazione

6.5.3.3. Problematiche giuridiche, estimatorie ed or­ganizzative afferenti ai crediti e ai debiti, e sovrastima dei flussi finanziari di entrata

6.5.4. Il riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi

6.5.4.1. Il divieto di riaccertamento parziale

6.5.5. La finalità del riaccertamento straordinario

6.6. Il fondo pluriennale vincolato

6.6.1. La nozione

6.6.2. La finalità

6.6.2.1. Distinzione del fondo pluriennale vincolato (FPV) dalla quota dell’avanzo destinata agli investimenti

6.6.3. Profili patologici

Capitolo 7 Le norme sul risultato di amministrazione: l’art. 187 del TUEL

7.1. Le quote accantonate

7.1.1. A) Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE)

7.1.1.1. La nozione

7.1.1.2. La funzione del FCDE

7.1.1.3. Le modalità di calcolo del FCDE nel bilancio e in sede di rendiconto

7.1.1.4. Il profilo patologico

7.1.1.5. FCDE e sua differenza dal FAL

7.1.2. B) Fondo rischi

7.1.3. C) Fondo perdite partecipate

7.1.3.1. Individuazione

7.1.3.2. La riconciliazione dei crediti e debiti tra ente e società

7.1.4. D) Fondo anticipazione liquidità (FAL)

7.1.4.1. Le norme che disciplinano l’anticipazione di liquidità

7.1.4.2. Le anticipazioni di liquidità comunali e re­gionali

7.1.4.3. La ratio delle anticipazioni di liquidità

7.1.4.4. La natura delle anticipazioni di liquidità

7.1.4.5. Carattere temporaneo e settoriale della disci­plina delle anticipazioni di liquidità

7.1.4.6. La contabilizzazione dell’anticipazione di li­quidità

7.1.4.7. L’iscrizione nella parte accantonata del risul­tato di amministrazione

7.1.4.8. Anticipazione di liquidità e sua funzionalità alla provvista di cassa

7.1.4.9. La necessaria sterilizzazione degli effetti

7.1.4.10. La patologia: l’alterazione del risultato di amministrazione

7.1.4.11. La patologia: l’utilizzo dell’anticipazione di liquidità come componente attiva degli ag­gregati che confluiscono nel risultato di am­ministrazione

7.1.4.12. Il profilo patologico e la violazione del pre­cetto di cui all’art. 119, sesto comma, Cost.

7.1.5. L’anticipazione di liquidità contemplata dall’art. 39-ter, commi 2 e 3, del d.l. n. 162 del 2019

7.1.5.1. Il dato normativo

7.1.5.2. Il fenomeno patologico

7.1.6. In particolare, la illegittima previsione del meccani­smo contenuto nel comma 2 dell’art. 39-ter del d.l. n. 162 del 2019

7.1.6.1. Lesione dell’equilibrio del bilancio e della sana gestione finanziaria

7.1.6.2. Violazione del principio di responsabilità de­mocratica

7.1.7. In particolare, la illegittima previsione dell’art. 39-ter, comma 3, del d.l. n. 162 del 2019

7.1.7.1. La violazione degli artt. 81 e 97, primo com­ma, Cost.

7.1.7.2. La violazione dell’art. 119 Cost. da parte del comma 3 dell’art. 39-ter del d.l. n. 162 del 2019

7.1.7.3. La sintesi conclusiva

7.1.8. La necessità di una esatta finalizzazione dell’anticipa­zione di liquidità correlata alla sua corretta contabiliz­zazione: la nuova soluzione normativa

7.2. Le quote vincolate

7.2.1. Nozione

7.2.1.1. Allocazione delle entrate da indebitamento

7.2.2. Le conseguenze del vincolo sulla cassa

7.2.3. Apposizione del vincolo e deroga al principio di uni­versalità

7.2.4. Le condizioni per apporre il vincolo

7.2.4.1. Il profilo patologico: l’utilizzo per cassa di somme vincolate senza la previa individua­zione dell’effettiva giacenza di cassa vincola­ta di partenza

7.2.4.2. Il profilo patologico: quote vincolate e illegit­timità dell’attività di “riprogrammazione”

7.2.4.3. Il divieto di estrapolazione di singole poste dalle risultanze degli esercizi precedenti

7.3. Quote destinate del risultato di amministrazione

7.3.1. Economie rivenienti dalla rinegoziazione dei mutui e loro utilizzo per l’abbattimento del disavanzo

7.3.2. La “destinazione” delle economie da rinegoziazione

7.3.3. Le risorse erogate per l’estinzione anticipata di mutui non devono essere computate negli equilibri di parte corrente

7.3.4. Allocazione delle economie da rinegoziazione nella lettera D del prospetto dimostrativo del risultato di amministrazione

7.4. Quota libera del risultato di amministrazione

7.4.1. Esclusione della sua assimilazione a utile di esercizio

7.4.2. Momento di accertamento

7.4.3. Concetto di economia di spesa

7.4.3.1. Economia di spesa e riprogrammazione

Capitolo 8 Il disavanzo di amministrazione

8.1. La nozione

8.2. Le tipologie di disavanzo

8.2.1. Disavanzo e disavanzi

8.3. La funzione della corretta determinazione del disavanzo

8.4. Le componenti del disavanzo

8.4.1. Le diverse modalità di ripiano delle componenti del disavanzo

8.5. Il disavanzo ordinario e la funzione certativa del calcolo del disavanzo

8.5.1. La definizione di disavanzo ordinario

8.5.2. Il conseguente piano di rientro ordinario triennale

8.5.3. Recupero del disavanzo e regola della traslazione della quota non ripianata all’esercizio successivo

8.5.4. Il ripiano del maggiore recupero dalla quota da ripia­nare del disavanzo e le condizioni per lo scomputo

8.5.5. Il caso della tardiva approvazione del rendiconto di un esercizio

8.6. L’eccezionalità del riassorbimento dei disavanzi oltre il ciclo di bilancio ordinario

8.6.1. Le coordinate generali

8.6.1.1. Illegittimità dell’adozione, per via legislativa, di meccanismi manipolativi dei disavanzi degli enti

8.6.1.2. Illegittimità degli interventi normativi di estensione temporale del ripiano del disa­vanzo

8.6.2. L’illegittimità costituzionale di norme che consento­no di alterare il deficit, di sottostimare, attraverso la strumentale tenuta di più disavanzi, l’accantonamento annuale finalizzato al risanamento

8.6.2.1. Illegittimità della iscrizione in parte spesa di disavanzi convenzionalmente predetermina­ti e gravemente sottostimati

8.6.3. A) Il c.d. maggior disavanzo

8.6.3.1. La individuazione

8.6.3.2. Lo smaltimento trentennale

8.6.3.3. La sperimentazione e l’emersione di disa­vanzi

8.6.4. B) Il disavanzo tecnico

8.6.4.1. Corretta, nominativa ed analitica individua­zione dei creditori e dei debitori coinvolti nel calcolo delle operazioni

8.6.4.2. Fattispecie di copertura con rinvio agli eser­cizi futuri

8.6.4.3. Disavanzi derivanti da cancellazioni tardive e ripiano trentennale

8.6.5. C) Il disavanzo da non corretta contabilizzazione delle anticipazioni di liquidità e dell’extradeficit

8.6.5.1. La individuazione delle fattispecie

8.6.5.2. La previsione normativa contemplata dall’art. 2, comma 6, del d.l. n. 78 del 2015

8.6.5.3. Il profilo patologico

8.6.5.4. Le conseguenze applicative della declarato­ria di illegittimità

8.6.5.5. La previsione dell’art. 39-ter del d.l. n. 162 del 2019, convertito in legge n. 8 del 2020

8.6.5.6. La illegittimità dell’art. 39-ter del d.l. n. 162 del 2019: il divieto di ripagare debito (gli oneri di restituzione della quota annuale del FAL) con lo stesso debito (l’anticipazione di liquidità)

Capitolo 9 Il pareggio di bilancio

9.1. Inquadramento normativo

9.1.1. Il superamento delle norme concernenti la disciplina del patto di stabilità interno degli enti locali ad opera dell’art. 1, comma 707, della legge 28 dicembre 2015, n. 208

9.2. Le pronunce della Corte costituzionale

9.2.1. La prima pronuncia interpretativa di rigetto della Consulta

9.2.2. La seconda pronuncia della Consulta di illegittimità costituzionale

9.2.3. L’affermazione in particolare del principio del divieto di prelievo forzoso dell’avanzo di amministrazione

9.2.4. Individuazione delle entrate «finali» e computo del fondo pluriennale vincolato

9.2.4.1. La qualificazione del fondo pluriennale vin­colato

9.2.4.2. La prima sentenza della Corte costituziona­le sul fondo pluriennale vincolato e sulla sua computabilità nei saldi di finanza pubblica

9.2.4.3. La seconda sentenza della Corte costituzio­nale sul divieto di utilizzo del fondo plurien­nale vincolato ai fini del computo dei saldi di finanza pubblica

9.3. Le condizioni affermate dalla Consulta per l’utilizzo delle ri­sorse derivanti dall’avanzo e dal fondo pluriennale vincolato ai fini del saldo di finanza pubblica

9.3.1. La regola generale della necessità delle intese

9.3.1.1. In particolare: la necessità delle intese per l’u­tilizzo dell’avanzo di amministrazione ai fini del saldo di finanza pubblica

9.3.2. Le condizioni eccezionali che ammettono un prelievo unilaterale

9.3.3. Le sanzioni per la violazione degli obblighi finanziari

9.3.4. Il conseguente oggetto della verifica sul saldo di finan­za pubblica affidata alle Sezioni di controllo

Capitolo 10 I rimedi cogenti e giustiziali della Corte dei conti

10.1. La funzione di controllo intestata alla Sezione regionale

10.1.1. La differenza tra controllo collaborativo e controllo cogente

10.1.2. La non ascrivibilità al controllo collaborativo della previsione dell’art. 148-bis TUEL

10.1.3. L’ascrivibilità del sindacato sui bilanci degli enti terri­toriali alla categoria del controllo di legittimità

10.1.4. La natura di Organo magistratuale neutrale e indipen­dente delle Sezioni regionali di controllo

10.1.5. Conformità ai principi costituzionali della procedura

10.1.5.1. Inammissibilità di un potere di riesame

10.1.6. Il necessario ausilio dell’organo di revisione

10.1.7. Organo di revisione e sua ascrivibilità agli organi di controllo interno

10.2. Le forme del controllo cogente

10.2.1. La previsione dell’art. 148-bis TUEL

10.2.2. I parametri del controllo ex art. 148-bis TUEL

10.2.2.1. A) Il parametro dell’equilibrio di bilancio

10.2.2.1.1. I profili patologici degli equilibri di bilancio

10.2.2.2. B) Il parametro dei vincoli derivanti dal pat­to di stabilità interno

10.2.2.2.1. Inquadramento normativo

10.2.2.2.2. Patto di stabilità e vincoli di fi­nanza pubblica

10.2.2.2.3. Difetto di coordinamento forma­le e interpretazione correttiva

10.2.2.2.4. I profili patologici: il comporta­mento elusivo dei vincoli di fi­nanza pubblica

10.2.2.3. C) Il parametro dell’indebitamento

10.2.2.3.1. I concetti di indebitamento e di investimento

10.2.2.3.2. La competenza statale a definire il concetto di indebitamento

10.2.2.3.3. La sostenibilità dell’indebita­mento

10.2.2.4. D) Il parametro della sana gestione

10.2.3. Le misure interdittive

10.2.3.1. Le misure correttive

10.2.4. La necessaria proporzionalità delle misure correttive da adottare

10.2.4.1. Il concetto di “mancata copertura” ex art. 148-bis, comma 3, TUEL

10.2.4.2. Il concetto di “insussistenza della relativa so­stenibilità finanziaria” ex art. 148-bis, com­ma 3, TUEL

10.2.4.3. La necessaria specificazione dei programmi di spesa oggetto del blocco

10.2.4.4. L’individuazione dei programmi di spesa. L’esclusione della c.d. spesa vincolata od ob­bligatoria

10.2.4.5. Le misure correttive e la necessaria attualiz­zazione della situazione economico-finan­ziaria del Comune

10.2.5. Il momento della cessazione del blocco della spesa

10.2.6. Natura giuridica delle pronunce ex art. 148-bis TUEL

10.2.7. L’articolazione bifasica del contraddittorio

10.2.7.1. L’avvicinamento delle pronunce al sindacato giurisdizionale

10.2.8. Esclusione della natura collaborativa del controllo ex art. 148-bis TUEL

10.2.8.1. La forma della sentenza

10.2.9. Il pericolo del c.d. bis in idem

10.2.9.1. Il pericolo di violazione del ne bis in idem in caso di applicazione della sanzione pecunia­ria da dissesto (art. 248, comma 5, TUEL) e della misura interdittiva personale (art. 248, comma 5-bis, TUEL)

10.2.9.2. Obbligo di denuncia dell’art. 52, comma 4, del codice di giustizia contabile

10.2.10. Il rapporto tra funzione nomofilattica della Sezione autonomie e l’esercizio del potere giurisdizionale sulle delibere di controllo delle Sezioni regionali attribuito alle Sezioni Riunite della Corte dei conti in speciale composizione
Capitolo 11 Il piano di riequilibrio finanziario pluriennale

11.1. La procedura di ricorso al PRFP

11.1.1. La nozione: il presupposto dello squilibrio

11.1.1.1. La conseguente necessità di una corretta e veritiera rappresentazione di tutti i fattori di squilibrio

11.1.1.2. Esclusione della natura del PRFP come mero piano di rateizzazione

11.1.2. La ratio del PRFP e l’esigenza del conseguimento di un risanamento effettivo

11.1.3. Effetti del ricorso alla procedura di riequilibrio plu­riennale

11.1.3.1. L’istituto del riequilibrio finanziario plurien­nale quale fattispecie del tutto eccezionale e straordinaria

11.1.4. Rapporto tra procedura di PRFP e procedura di disse­sto

11.1.4.1. Affermata preferenza del piano di riequili­brio al dissesto sul piano meramente proce­durale

11.1.4.2. Il verificarsi di circostanze sopravvenute

11.1.5. Natura del controllo sui PRFP

11.1.5.1. Esclusione della natura collaborativa del controllo

11.1.5.2. Esclusione della natura amministrativa del controllo

11.1.5.3. La differenza tra controllo ex art. 148-bis e controllo ex art. 243 TUEL

11.1.5.4. Rapporto tra pendenza del piano di riequili­brio ed esercizio dell’art. 148-bis TUEL

11.1.5.5. Permanenza del potere interdittivo ex art. 148-bis TUEL in pendenza dell’istruttoria sul piano di riequilibrio

11.1.5.6. L’incostituzionalità del primo periodo del quinto comma dell’art. 243-bis TUEL

11.2. Oggetto della verifica sul PRFP della Sezione regionale di con­trollo

11.2.1. Oggetto della verifica in fase di c.d. omologazione

11.2.1.1. Valutazione della gestione degli esercizi fi­nanziari in cui, medio tempore, si è data at­tuazione al PRFP

11.2.2. Oggetto della verifica nella fase attuativa

11.3. I contenuti della verifica in occasione della c.d. omologazione

11.3.1. A) Congruenza col fatto: la condizione di squilibrio strutturale come condizione dell’azione

11.3.2. B) Congruenza col tempo: tempestività dell’approva­zione del PRFP come questione preliminare

11.3.2.1. La scansione procedimentale

11.3.3. L’esecutività della delibera di ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale

11.3.4. La pubblicazione e la trasmissione entro 5 giorni dalla data di esecutività

11.3.4.1. La disciplina legislativa

11.3.4.2. La competenza a verificare la tempestività della presentazione del piano

11.3.4.3. La individuazione della data di esecutività della delibera

11.3.4.4. La relazione della Commissione ministeriale

11.3.5. Obbligatorietà dell’istruttoria ministeriale

11.3.6. La natura del termine assegnato alla Sezione regionale

11.3.7. Lunghezza della fase istruttoria ministeriale e obbligo di adeguamento delle valutazioni

11.3.7.1. La possibilità di discostarsi dalle conclusioni della relazione

11.3.7.2. Contraddittorio e notifica alla Sezione regio­nale di controllo

11.3.8. C) Congruenza dell’obiettivo e dei mezzi

11.3.8.1. La struttura bipartita e i contenuti essenziali del piano

11.3.8.2. Il giudizio sulla congruità del piano di rie­quilibrio

11.3.8.3. La valutazione di congruenza

11.3.9. L’oggetto dello scrutinio in fase di c.d. omologazione

11.3.9.1. Non presumibilità del giudizio di congruità ed inesistenza del favor ri-aequilibrii

11.3.9.2. La necessaria visione dinamica ed aggiorna­ta della situazione finanziaria, economica e patrimoniale

11.3.9.3. Il diniego di approvazione comporta la de­cadenza da tutte quelle facoltà implicanti possibili modifiche del piano che non siano state in precedenza esercitate per libera scel­ta dell’ente

11.3.9.4. L’estensione della cognizione delle Sezioni Riunite allo jus superveniens

11.3.10. La ricognizione della massa attiva

11.3.10.1. L’attendibilità delle previsioni di entrata

11.3.10.2. Fondo di rotazione e anticipazione a valere sul fondo

11.3.10.3. L’inammissibilità di un accesso al fondo “sganciato” dai termini perentori

11.3.10.4. La finalizzazione e temporizzazione delle ri­sorse aggiuntive riversate sul fondo di rota­zione

11.3.10.5. Il periodo per la restituzione del fondo

11.3.11. L’influenza della liquidità e della giacenza di cassa li­bera

11.3.12. La ricognizione della massa debitoria

11.3.12.1. L’esigenza della corretta quantificazione del­la massa passiva

11.3.12.2. La ricognizione dei debiti fuori bilancio

11.3.12.3. La nozione di debito fuori bilancio

11.3.12.3.1. L’attinenza della materia del rico­noscimento di debito fuori bilan­cio all’armonizzazione, al coordi­namento della finanza pubblica e all’ordinamento civile

11.3.12.4. Esclusione di rilevanza alle operazioni di ri­negoziazione delle posizioni di mutuo in es­sere con la Cassa DD.PP.

11.3.12.5. Il tempo della ricognizione dei debiti fuori bilancio

11.3.12.6. Il profilo patologico della mancanza di ac­cordi per l’eventuale rateizzazione dei debiti fuori bilancio

11.3.13. Il profilo patologico della situazione di disavanzo rea­le incerta e/o inesatta preclusiva all’approvazione del piano

11.3.13.1. Il profilo patologico della errata determina­zione dei debiti fuori bilancio

11.4. La verifica nella fase attuativa. La vigilanza sul piano di riequi­librio

11.4.1. La ratio garantistica della previsione

11.4.2. L’oggetto dello scrutinio della Sezione regionale in fase attuativa

11.4.2.1. In particolare: il risultato di amministrazio­ne da porre a raffronto con il dato program­matico

11.4.3. Il profilo patologico: il grave e reiterato mancato ri­spetto degli obiettivi intermedi

11.4.3.1. Inesistenza di vincoli procedurali a carico delle Sezioni regionali e di profili di affida­mento

11.4.4. Lo scostamento dei risultati di bilancio in termini di durata e gravità

11.4.5. La non consentita sovrapposizione tra il giudizio di congruenza sul PRFP e quello sulla sua esecuzione

11.4.6. Permanenza del potere della Sezione nel caso di as­senza di precedenti verifiche semestrali, concentrate in unica soluzione

11.5. I principi applicabili: la perentorietà dei termini, la limitata revocabilità e l’intangibilità della procedura

11.5.1. La perentorietà dei termini

11.5.2. La limitata revocabilità dei piani di riequilibrio

11.5.3. L’intangibilità dello strumento di riequilibrio

11.5.3.1. L’eccezionalità delle previsioni derogatorie e la perentorietà dei termini per la rimodula­zione e riformulazione del PRFP

11.5.3.2. Distinzione tra “riformulazione” e “rimodu­lazione” del PRFP

11.5.4. La condizione preliminare per l’esercizio della facoltà di riformulazione e/o rimodulazione del piano

11.5.4.1. In particolare: la previsione dell’art. 1, com­ma 714, della legge n. 208 del 2015

11.5.4.2. In particolare: la previsione dei commi 992 e 993 dell’art. 1 della legge n. 234 del 2021

11.5.4.3. In particolare, la comunicazione prescritta dal comma 993 dell’art. 1 della legge n. 234 del 2021

Capitolo 12 Il giudizio avanti le Sezioni Riunite in speciale composizione

12.1. La previsione dell’art. 11 del codice di giustizia contabile e il riparto di giurisdizione per materia

12.1.1. La pretesa violazione del principio di naturalità del Giudice

12.2. Caratteristiche del giudizio

12.2.1. Natura del giudizio e ambito della cognizione

12.2.2. La c.d. doppia perimetrazione

12.3. La ricostruzione del sistema in termini bifasici: la fase non contenziosa e la fase eventuale di carattere contenzioso

12.3.1. Finalità diverse delle due fasi

12.3.2. Forme della prima fase

12.3.3. Forme della fase contenziosa

12.3.3.1. Il necessario doppio presupposto per la fase contenziosa

12.3.3.2. Ambito oggettivo delle delibere impugnabi­li e giustiziabilità delle posizioni soggettive eventualmente lese da una deliberazione as­sunta in sede di controllo

12.3.3.3. Gli effetti lesivi delle delibere di controllo fi­nanziario per l’ente locale

12.3.3.4. La lesività delle delibere di controllo finan­ziario nei confronti dei terzi e la impugnabi­lità da parte di questi

12.3.4. Il ruolo del P.M. nei giudizi a istanza di parte nella materia dei piani di riequilibrio degli enti locali

12.3.5. L’espressione “giudizio in corso” previsto dall’art. 1, all. 3, del d.lgs. n. 174 del 2016 per il ricorso in revoca­zione
Capitolo 13 Le conseguenze tratte dalla giurisprudenza costituzionale circa la legittimazione della Sezione di controllo della Corte dei conti a sol­levare questioni incidentali di legittimità

13.1. La affermata natura paragiurisdizionale del controllo di legit­timità-regolarità

13.2. Il profilo soggettivo e l’individuazione del Giudice a quo

13.2.1. La Corte dei conti come Giudice a quo in sede di con­trollo di legittimità

13.2.2. La Corte dei conti come Giudice a quo in sede di giu­dizio di parificazione dei rendiconti regionali

13.2.3. La Corte dei conti come Giudice a quo in sede di esa­me della congruenza del piano di riequilibrio finanzia­rio pluriennale

13.2.4. La Corte dei conti come Giudice a quo in sede di con­trolli di legittimità-regolarità

13.3. Il profilo oggettivo

13.3.1. Il divieto di zone franche dal sindacato costituzionale

13.3.2. Le condizioni per sollevare la questione di legittimità costituzionale

13.3.2.1. In sede di giudizio di parifica

13.3.2.2. L’ampIiamento dei parametri di legittimità costituzionale in sede di parificazione

13.3.2.3. In sede di controllo sugli enti del SSN

Capitolo 14 Il Servizio sanitario nazionale e la verifica sui bilanci

14.1. I profili oggettivi

14.1.1. Il Servizio sanitario nazionale

14.1.2. I livelli essenziali di assistenza (LEA)

14.1.3. La necessaria proiezione in termini finanziari, nei bi­lanci preventivi e nei rendiconti, dei LEA come nor­mativamente fissati

14.2. La determinazione, il finanziamento e l’erogazione dei LEA

14.2.1. Il d.P.C.M. del 12 gennaio 2017

14.2.2. In particolare: il sistema complessivo di finanziamen­to del Servizio sanitario nazionale

14.2.3. La centralità della perimetrazione

14.3. La rappresentazione contabile e la norma dell’art. 29, comma 1, lett. c), del d.lgs. n. 118 del 2011

14.4. I profili soggettivi

14.4.1. Le competenze

14.4.2. La dialettica Stato-Regioni

14.4.3. Trasversalità e leale collaborazione

14.4.4. Collaborazione Stato-Regioni nella determinazione delle spese sanitarie

14.4.5. Il connesso principio di simmetria della separazione

14.4.6. Il monitoraggio dei LEA da parte dello Stato

14.5. Il controllo della Corte dei conti

14.5.1. L’oggetto del controllo

14.5.2. La qualificazione come controlli di legittimità-regola­rità

14.5.3. Gli esiti cogenti interdittivi dei controlli

14.5.4. Il limite della spesa costituzionalmente necessaria

14.5.5. Vincolo di destinazione di eventuali risparmi nella ge­stione del Servizio sanitario nazionale a finalità sanita­rie

Capitolo 15 Il sindacato delle Sezioni Riunite in speciale composizione sulle delibere delle Sezioni regionali in tema di detenzione delle società partecipate

15.1. Inquadramento normativo

15.2. Le questioni rilevanti

15.2.1. La nozione pubblicistica di controllo

15.2.2. La natura delle delibere della Sezione regionale sulla ricognizione delle partecipazioni

15.2.2.1. La conseguente legittimazione all’impugna­zione della partecipante

15.2.2.2. Interesse all’impugnazione

15.2.3. La ricostruzione in termini di giurisdizione di diritto oggettivo, attivabile per effetto “di parti’’

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