Perversa è stata, finora, l'incidenza urbanistica sulla dimensione del paesaggio: il piano ha quasi sempre generato perdita d'identità storica, scarsa pregnanza linguistica, nessuna organicità spaziale, in buona sostanza una forsennata corsa al nulla che ha trasformato città e campagne nel regno dell'indifferenza omologata, senza capire né accettare né tanto meno adoperarsi affinché il paesaggio si confermasse come linfa di coscienza e di cultura, di riconoscibilità e d'appartenenza, di crescita e di ricchezza, e senza consapevolezza del fatto che, quanto più l'abbiamo seviziato, tanto più ci siamo allontanati da noi stessi e dalla nostra storia. ma, adesso, è d'obbligo stimare i valori paesaggistici nel piano comunale individuando i margini di trasformabilità ammissibili e i corrispondenti modi d'intervento, in risposta al Codice dei beni culturali e del paesaggio che pretende - per ogni ambito omogeneo individuato, <
Pier Luigi Paolillo, ordinario di urbanistica e direttore del corso di perfezionamento in sistemi informativi e governo integrato del territorio nel Politecnico di Milano, è autore di molteplici strumenti a differenti scale tra cui la Variante generale del Piano intercomunale savonese, gli Indirizzi per le zone agro - forestali del Piano territoriale della Regione autonoma Friuli - Venezia Giulia, il Piano territoriale d'inquadramento della Regione Marche, il prototipo di Programma ecologico ambientale della Regione Lombardia, il progetto di Sportello Unico consortile per le attività produttive del Consorzio Area Alto Milanese, il Rapporto ambientale della Vas del Ptc del Parco lombardo della Valle del Lambro. ha curato per l'Enea il capitolo <
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