Uno zaino troppo pesante
Le strade per una scuola ecologica e leggera
di Marco Orsi
“Non so come saranno le cose quando uscirà questo libro. Quello che posso dire è che tutto non potrà essere come prima. Il Terzo Millennio, ricordo, si è aperto con la tragedia delle Torri Gemelle dell’11 settembre del 2001, nel 2008 abbiamo avuto una crisi economico-finanziaria paragonabile solo alla Grande Depressione del 1928. Ora, nel 2020, la pandemia globale e tutte le questioni ancora sul tappeto poste dalla Carta della Terra e dalla Agenda 2030 dell’ONU. Siamo nel bel mezzo di una transizione, lo si voglia o meno. Un momento di incertezza, di vuoto, di insicurezza. Mai come prima la società iper-tecnologica, la modernità liquida, sta facendo i conti con l’incapacità di rispondere ai bisogni essenziali del cittadino globale, mai come oggi ci siamo sentiti tanto esposti come esseri umani. Non ci eravamo più abituati, almeno noi della civiltà del benessere. Ma nell’incertezza, nella insicurezza c’è però la possibilità di capire quali sono le cose che contano davvero, quelle essenziali. Le cose più semplici che ci rendono gioiosi. È necessario tornare lì, senza nostalgie. Utilizzando le ricchezze di scienza, conoscenza e tecnologia, ma stavolta orientate in modo diverso. Ecco: il confluire di tanti approcci verso questo tema della leggerezza mi dice qualcosa di positivo. Forse è un paradigma che vale la pena di esplorare. Proviamo allora a scommettere su una leadership educativa leggera”.
Marco Orsi
è ideatore del modello “Senza Zaino per una scuola comunità” che è presente attualmente in 645 scuole (plessi) di 296 istituti in Italia. Laureato in Pedagogia e Scienze Politiche, è dottore di ricerca in Sociologia. È stato maestro e dirigente scolastico, e ha pubblicato numerosi libri in campo educativo. È responsabile di un progetto nazionale per contrastare la povertà educativa dal titolo: L’Ora di Lezione Non Basta, finanziato dall’Impresa Sociale Con i Bambini.
Presentazione di Pier Cesare Rivoltella
Pagine | 310 |
Data pubblicazione | Marzo 2021 |
Data ristampa | |
Autori | Marco Orsi |
ISBN | 8891645319 |
ean | 9788891645319 |
Tipo | Cartaceo |
Sottotitolo | Le strade per una scuola ecologica e leggera |
Collana | Istruzione |
Editore | Maggioli Editore |
Dimensione | 17x24 |
1. La scuola è una comunità di gioia
Nella clausura a causa del Covid-19 in qualche modo è emersa una domanda di comunità alla quale è chiamata a rispondere anche la scuola. Si parla della comunità come comunità della gioia, sollecitati dalle riflessioni del giornalista americano David Brooks. Si presenta inoltre l’esperienza della scuola Sanchez di S. Francisco e si fanno considerazioni sulla necessità di passare dall’Io al Noi.
La comunità è come una “piscina”
La gioia e la comunità
La scuola Sanchez di San Francisco
Il pianto e la comunità
Collaborare e scambiare
Lasciare l’amigdala per il mouse
2. L’acqua in cui nuotiamo
Partendo da una metafora di Wallace sui pesci che non riconoscono l’acqua, descrivo alcune caratteristiche dell’organizzazione-scuola che la letteratura di settore non mette sufficientemente in evidenza. Ci riferiamo al carattere avvolgente, alla dimensione della ribalta (sul proscenio senza saperlo), alla femminilizzazione che ha un impatto poco studiato sulla proposta educativa, alla densità organizzativa, ora oggetto di preoccupazione a causa della pandemia.
Una diffusione capillare
Lo schema cells & bells
Una vita a scuola: il carattere avvolgente
Avulsa dal mondo?
Sempre alla ribalta senza saperlo
Lo squilibrio di genere: un’organizzazione al femminile
3. La differenziazione sociale e dell’insegnamento
La differenziazione dell’insegnamento è un aspetto centrale per l’innovazione didattica. In questo capitolo si individua una relazione stretta tra questa e il concetto di differenziazione sociale elaborato da Emile Durkheim, rivalutando il tema della solidarietà organica che lega la comunità e l’individuo, dove quest’ultimo è posto nella condizione di scoprire la sua originale vocazione in una prospettiva di interdipendenza. Emerge l’importanza della giustizia riparativa di contro a quella contributiva.
La densità della popolazione scolastica
Differenziare il lavoro
La vocazione e la giustizia riparativa
La differenziazione delle attività e la scuola
La piattezza organizzativa come solidarietà meccanica
L’egualitarismo e la società della trasparenza
4. Il pachiderma liquido
Si illustrano una serie di aspetti che fanno generalmente della scuola l’istituzione più capillarmente diffusa nel mondo e nei territori, indicandone, di nuovo, le pesantezze che impediscono i cambiamenti e che influenzano anche le pesantezze della vita di una società: si tratta di un modello globalizzato centrato sullo schema cells & bells.
Una mole gigantesca
La pletora di piani e di obiettivi
L’età appesantisce?
La liquidità: precarietà e turnover
La liquidità e l’organizzazione che ricomincia da capo
La liquidità e i risultati
5. La leggerezza del sapere di non sapere
Il capitolo si apre con la storia di due ciclisti: Chiappucci e Cassani protagonisti della famosa corsa della coppa Placci, come storia dove la competizione esasperata fa perdere entrambi gli atleti. Riprendo il tema della comunità professionale in relazione agli approcci interdisciplinari e alla intelligenza collettiva. Ci si sofferma sulla questione dell’autorità e della possibile visione di una gerarchia di servizio, fondata sulla fiducia, dove al riconoscimento del merito (l’onore) fa da riscontro la richiesta di responsabilità (l’onere).
La fiducia e l’umiltà
L’autorità e il sapere di non sapere
Sulle spalle dei giganti
La connessione dei saperi e la comunità professionale
Aprire la scatola nera
La didattica al primo posto
6. Pesantezza e leggerezza della cultura organizzativa
Ritorno sul tema della comunità professionale a partire dai 7 aspetti della cultura organizzativa proposti da Gruenert e Whitaker, che ho disposto sul continuum pesantezza-leggerezza, concludendo con la proposta di uno strumento per valutare i climi organizzativi e accennando al sistema di miglioramento racchiuso nell’acronimo GAS.
Una gerarchia di servizio
Il clima, la mission e la vision
Il linguaggio
Le routine, i riti e le cerimonie
I simboli, i ruoli e gli eroi
Rilevare le tipologie di cultura della propria scuola
Gli artefatti materiali e la cultura dell’organizzazione
7. La leggerezza nella didattica e nell’organizzazione
La connessione tra didattica e organizzazione è ancora una questione tutta da affrontare per trovare linee che rispondano ad un Approccio Globale al Curricolo. L’organizzazione scolastica, come molte altre organizzazioni pubbliche e private, è guidata da una cultura improntata alla sfiducia verso i collaboratori, all’attenzione esasperata verso i risultati e gli obiettivi impiegati come strumenti di controllo. Controllo e mancanza di fiducia che si riscontrano nelle didattiche tradizionali diffuse a livello planetario. Si conclude con alcune indicazioni su come ripensare la formazione dei docenti prendendo spunto dall’esperienza e dall’elaborazione di Doug Lemov.
Il come dell’organizzazione e della didattica
La differenziazione nel lockdown e la comunità
La formazione on/off dei docenti
L’aula come simulatore di volo
Il paradigma dell’artigiano
8. La mappa dello studente e la mappa della comunità
Le mappe sono strumenti importanti per conoscere i territori sociali e quelli personali. La conoscenza della comunità e dello studente sono essenziali per combattere la povertà educativa e migliorare la proposta formativa, prestando fede al rispetto delle caratteristiche originali di ciascun studente. In questo capitolo si danno anche spunti su come elaborare tali mappe.
L’efficacia della comunità dei docenti
Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio
La mappa della comunità
Cerchi concentrici: dal locale al globale
La mappa dello studente
Differenziare fa bene
La mappa dei colossi high tech
9. Essere semplici, smart e leggeri
Si fa una critica alle burocrazie organizzate e pachidermiche come quella scolastica, si individuano i 6 principi della semplicità secondo le suggestioni di Morieaux e Tollman, per applicarli alla scuola e alla didattica. Si considera la necessità di limitare l’importanza delle impostazioni hard basate sulla pletora degli obiettivi, degli organigrammi, dei piani (i PTOF), delle valutazioni di sistema, della raccolta di dati, che non hanno un reale impatto sull’azione degli insegnanti. Ma si riflette anche sui limiti delle proposte soft che puntano alla cura delle relazioni, senza risalire alle cause delle disfunzioni. Si fa riferimento alla necessità di andare oltre la mistica del management, come la definisce Thomas Sergiovanni.
I limiti dell’approccio hard
I limiti di quello soft
La scuola come organizzazione leggera
Alleggerire, semplificare, andare all’essenziale
La didattica e l’organizzazione
10. Diamo GAS alla scuola
Il capitolo presenta la visione leggera di Apple dell’educazione e successivamente si indicano 4 spinte gentili e perciò leggere, sulla scorta dell’apporto di Thaler e Sunstein, che ci aiutano a cambiare i comportamenti in vista dei valori che apprezziamo. Si conclude illustrando il metodo GAS per migliorare l’organizzazione e la didattica.
La visione leggera di Apple
La semplicità e la leggerezza
Collaborare e dare feedback: il duty of dissent
Gli strumenti della didattica: la realtà aumentata
Apple, i tre valori e l’Approccio Globale al Curricolo
Capire il contesto, non dare la colpa
Quattro spinte gentili
GAS: documenti, visualizzazioni, spazi e strumenti didattici
11. La leggerezza e lo zaino
La scuola dei contenuti essenziali, degli ambienti sobri e attrezzati, dell’interdisciplinarità, del curricolo integrato, delle competenze di cittadinanza è una scuola leggera ed ecologica nell’organizzazione, negli spazi e nei saperi. L’abolizione dello zaino consente questo ripensamento e, sulla scorta delle Lezioni Americane di Italo Calvino, si individua una chiave di lettura per il Terzo Millennio proprio nella leggerezza.
Il messaggio dello zaino
La diversità non è riconosciuta
I contenuti essenziali si sono persi
La comunità è assente
Il posto di lavoro non è attrezzato
L’ambiente è inospitale
L’anestetica al posto dell’estetica
Il mondo nel 2100
L’aula: una struttura obsoleta?
Togli lo zaino e metti ordine nella tua vita
Stefano Benni, Gesù e l’elogio della leggerezza di Italo Calvino
12. Gli spazi, le mani e il supermercato
Lo spazio scolastico è organizzato in modo paradossale: il back, cioè gli uffici, è ordinato e attrezzato, il front, le aule, vuoto e disadorno. Al contrario di altri contesti come il supermercato dove il front, frequentato dai clienti, è bello, spazioso, organizzato, mentre il back può non avere queste caratteristiche. Si fa anche l’esempio della biblioteca come spazio strutturato e ordinato che può ispirare la scuola. Viene messo in evidenza il fatto che la dimensione 2Dfa la parte del leone nei contesti formativi a discapito di quella 3D. Anche dopo la clausura, imposta dalla pandemia, si sente l’esigenza di ritrovare un nuovo equilibrio tra tattile e digitale, reale e virtuale. Come integrare un contesto 2D con uno 3D, l’astratto e il mero visuale con il corporeo e lo spaziale? Quanto la scuola deve progredire nell’integrazione e nella ricerca di una strada equilibrata?
Le aule degli studenti e il classroom tour
Le mani abolite?
I makers artigiani del Terzo Millennio
L’ A4 manca di spessore
Gli screen, i computer e la realtà reale
Il supermercato ci insegna
La biblioteca è un esempio
L’architettura delle scelte
13. Il bastone e la carota appesantiscono
La valutazione è il grande problema della scuola a tutte le latitudini. Si pone dappertutto enfasi sulla valutazione della persona che diventa giudizio, colpa, macigno sulle spalle. Lodi e reprimende, premi e punizioni, bastone e carota sono gli strumenti principali per motivare gli studenti. Eppure la letteratura psicologica e pedagogica, ma anche ultimamente quella manageriale, ne denuncia le incongruenze e l’inefficacia. Molte organizzazioni pubbliche e private a livello globale stanno abbandonando questo sistema che si fonda sulla sfiducia e la deresponsabilizzazione. La scuola ha il compito di voltare pagina.
L’enfasi sul successo
L’otium come cura dell’anima
Non giudicate per non essere giudicati
Il successo e Weber
L’insurrezione digitale
I confini che sanano e la società del tutto
La motivazione intrinseca
L’educazione produce saggezza
14. La genesi e il curricolo-percorso
Si dimentica che curricolo sta per strada, percorso, itinerario e non solo per insegnamento di discipline di studio. Il curricolo dovrebbe ricollegarsi a grandi narrazioni, a racconti cosmici, come quello proposto da Maria Montessori, agli scenari disegnati da Morin e più recentemente dal movimento globale della Big History for School. In gioco c’è lo sviluppo di un’autentica cultura ecologica, come ci chiedono gli obiettivi dell’Agenda 2030 e la Carta della Terra. In tale orizzonte le discipline riacquistano un significato e il soggetto in formazione ha l’opportunità di confrontarsi con la sua vocazione e le sue potenzialità, che gli consentono di capire come inserirsi attivamente nella società, dando il suo apporto originale, trovando il proprio cammino nella sua comunità, nel suo Paese, nel Mondo, in definitiva promuovendo una nuova relazione tra natura e cultura.
Generare, dare inizio
Il curricolo, la strada della vita e il rugby
La Carta della Terra
Dewey: la vita del bambino e il programma scolastico
Big History for School
15. La leadership educativa leggera
La leadership educativa leggera considera il sistema delle attività e si ispira alla servant leadership. Ai leader delle scuole è chiesto di approfondire i seguenti aspetti: la conoscenza del mondo e della scuola; lo sviluppo della scuola-comunità, il potenziamento della comunità educante, la focalizzazione sull’allineamento contestuale, la connessione tra didattica e organizzazione.
Il sistema delle attività
La servant leadership
Sviluppare la leadership educativa leggera
16. Per concludere
Bibliografia
Ringraziamenti